"Fabbri 1905, la ripresa è già cominciata"

Michele Magli, nuovo direttore generale del gruppo: "Il 2022 sarà sotto il segno dello sviluppo. Pronti al lancio di nuovi prodotti"

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di Luca Orsi

Fabbri 1905 è una delle grandi aziende di famiglia italiane famose nel mondo. Fondata 117 anni fa da Gennaro Fabbri e dalla moglie Rachele Buriani, oggi vede in prima linea la quarta e la quinta generazione di Fabbri. Dal dicembre dell’anno scorso, Michele Magli, 44 anni, bolognese – studi classici, una laurea in Ingegneria Gestionale con una tesi sul Total Quality Management nelle aziende e importanti esperienze manageriali alle spalle – è il nuovo direttore generale di Fabbri 1905.

"Il Gruppo Fabbri – spiega Magli – chiude il 2021 con un fatturato intorno agli 80 milioni di euro, in linea con quello del 2019, con un peso dell’export che sta raggiungendo quota 50% in più di 100 paesi del mondo e con 300 dipendenti".

Ingegner Magli, che impatto hanno avuto questi due anni di pandemia?

"La nostra azienda opera sul mercato sia del largo consumo, sia professionale, negli ambiti degli ingredienti per gelateria, pasticceria e mondo Beverage. Questa diversificazione ci ha consentito di reggere bene l’urto della crisi pandemica, perché mentre il mondo professionale si fermava, cresceva in modo inversamente proporzionale la domanda di prodotto nei consumi a casa: Amarena Fabbri, Sciroppi, Topping per decorare bevande, dolci, dessert, hanno alleggerito le giornate di molte famiglie italiane nel dedicarsi con preparazioni speciali alla ricerca di piccole gratificazioni. Questo non vuol dire che la nostra produzione non abbia subito una frenata soprattutto per ciò che riguarda la domanda relativa al ‘fuoricasa’".

Che cosa vi ha penalizzato di più?

"I due anni di pandemia hanno costretto a lunghi periodi di chiusura o di rallentata attività i locali come bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie e hotel, nostri primi interlocutori in quanto siamo uno dei principali attori del nostro segmento di mercato per queste attività artigianali oltre che nei servizi a loro rivolti. Ci ha sicuramente penalizzato in questo periodo anche il forte rallentamento del turismo straniero, che da sempre viene in Italia non solo per ammirare bellezze architettoniche, culturali, naturali uniche al mondo, ma anche per ‘vivere un po’ all’italiana’. I nostri prodotti interpretano molto bene questo nostro stile di vita, tanto da essere famosi nel mondo".

Quali previsioni per il 2022?

"Dopo due anni di freno su questo fronte abbiamo avuto una ripresa ben avviata già nel secondo semestre del 2021, sia nel segmento professional che in quello del largo consumo, dove siamo diffusamente presenti con i nostri prodotti best seller Amarena Fabbri, Sciroppi, i Topping oltre alle tante innovazioni in tema di Free From, Zero zuccheri aggiunti... E anche nei primi mesi del 2022 l’andamento fa molto ben sperare. In questo periodo abbiamo sviluppato tenacemente le vendite tramite il canale digitale, per noi nuovo. Diciamo che consideriamo infatti il 2022 ancora sotto il segno dello sviluppo grazie alla solidità con cui ci muoviamo sul mercato da ormai 117 anni, fortunatamente sempre con un segno positivo e alla voglia di innovare con passione che ci contraddistingue quotidianamente".

Avete in previsione il lancio di nuovi prodotti?

"Abbiamo in programma nuovi lanci di prodotto nella seconda metà dell’anno. Nel frattempo siamo impegnati a consolidare una innovazione che ci sta dando grandi soddisfazioni fin dal suo esordio nel settembre 2021: si tratta dello ‘Zenzero Fabbri’".

Quali sono i mercati di riferimento di Fabbri 1905?

"Sono naturalmente quelli in cui operiamo con le nostre società che sono per noi strategiche in Europa, cioè Germania, Francia e Spagna. Abbiamo poi un altissimo potenziale di crescita per le nostre sedi nel continente americano, in particolare negli Usa, in Brasile, Argentina e Canada. In Asia, confermiamo i nostri obiettivi di espansione oltre che con la società di Singapore, anche sul mercato cinese con la nostra sede a Shangai".

Quante sedi avete?

"Un totale di dieci sedi di Fabbri nel mondo. Una presenza capillare che, negli anni, ha permesso a Fabbri di esportare un po’ ovunque nel globo una produzione saldamente ancorata all’Italia".

Quali sono i riflessi del rincaro dei costi di energia e materie prime sulla produzione?

"Come tutto il comparto manifatturiero, ci preoccupano i rincari pesantissimi, molto spesso ancora immotivati, in ambito energetico e sul fronte della logistica, visto che esportiamo per quasi la metà del nostro fatturato in tutto il mondo. A queste problematiche si sommano i fortissimi incrementi di costo delle materie prime necessarie alle nostre produzioni. Al momento conteniamo le difficoltà grazie a una ben rodata catena di fornitura quasi totalmente italiana, ma auspichiamo una rapida normalizzazione di tutti questi fenomeni nel prossimo periodo".

Vi aspettate aiuti dal Governo?

"Auspichiamo che possano entrare in gioco efficaci misure di contenimento degli anomali rincari a cui facevo cenno, a beneficio di un sistema economico, quello italiano, che sulle imprese fonda la sua stabilità".