Manodopera cercasi "E l’inflazione erode gli utili"

Nicola Scolamacchia, presidente di Confesercenti, numero due di AssoHotel "Manca personale non solo per i lavori stagionali, ma anche per quelli fissi".

Manodopera cercasi  "E l’inflazione erode gli utili"

Manodopera cercasi "E l’inflazione erode gli utili"

di Federico Di Bisceglie

Nicola Scolamacchia, presidente di Confesercenti Ferrara, vicepresidente nazionale di AssoHotel. I settori ricettivo e pubblici esercizi sono quelli che lamentano la maggiore carenza di manodopera. Anche nel ferrarese è così?

"Certo. E il problema non si riscontra solo per i lavori stagionali, ma anche per quelli ‘fissi’. Poi, con l’avvicinarsi della stagione estiva i riverberi sulla costa saranno più drammatici. Ma anche la città soffre. Se Atene piange Sparta non ride".

Calo demografico, mancanza di competenze o scarsa volontà da parte dei giovani di proiettarsi nel mondo del lavoro?

"A determinare la rarefazione di manodopera sono diversi fattori. Il combinato disposto tra calo demografico (che però ha un respiro non immediato) e pandemia è devastante. La scarsità di forza lavoro nei pubblici esercizi e nell’accoglienza inizia da prima della pandemia. Il Covid ha fatto il resto. Tra l’altro tantissimi lavoratori del settore, dalla ristorazione all’alberghiero, dopo le limitazioni della pandemia e i contraccolpi sui fatturati delle aziende, hanno cambiato strada. C’è stata, quindi, una grande dispersione di manodopera qualificata. In più, tra i giovani, è proprio cambiato l’approccio al mondo del lavoro".

In che cosa?

"In genere pretendono molta più flessibilità. E questo deve aprire, anche sul lato aziendale, una riflessione profonda su come impostare l’attività. Tra le priorità dei ragazzi non c’è il singolo posto di lavoro con l’unica fonte di reddito: diversificano, accumulando più impieghi. Questo permette anche di avere una maggiore sicurezza e, talvolta, anche più introiti. Senza contare che, dopo il Covid, il nostro settore ha inevitabilmente perso di appeal: lo si considera particolarmente esposto a battute d’arresto determinate anche da fattori che vanno al di là del mercato in sé. Come la pandemia, appunto".

A proposito di mercato, com’è il trend turistico in proiezione?

"Il mercato sta andando bene e, dal punto di vista del comparto ricettivo, possiamo ritenerci soddisfatti. Permangono, comunque, diverse difficoltà".

In particolare?

"La situazione geopolitica è instabile, i prezzi dell’energia si stanno ridimensionando, ma restano molto alti. Lo stesso vale per le materie prime, con grossi problemi logistici. L’inflazione è a livelli record e, un settore come il ricettivo (nel senso più ampio del termine), non ha la capacità di ‘scaricare’ i maggiori costi sul cliente finale. Ed ecco che, spesso, in questa situazione, le imprese si trovano magari con fatturati superiori agli anni precedenti ma con minori utili".