Meno aziende, ma il comparto resta rilevante

Queste realtà sono state appesantite più di altre dalle misure anti Covid. Solo il 17% ha respinto i colpi aumentando i volumi

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di Giovanni Martinasco

e Matteo Merlo

I bilanci 2020 riflettono i primi severi effetti della pandemia da Covid-19 sulle aziende del settore tessile e dell’abbigliamento, che più di altre sono state penalizzate dalle misure emergenziali di distanziamento sociale e lockdown. Infatti, il comparto industriale in analisi registra una flessione dei principali indicatori di performance e redditività. Seppure le società abbiano tentato di sopperire alle chiusure dei negozi ricorrendo alla vendita tramite piattaforme di e-commerce, il fatturato e le marginalità si sono attestate a valori inferiori rispetto all’anno precedente. Si registra, inoltre, una riduzione delle imprese del campione con riguardo al comparto tessile - abbigliamento a causa dell’uscita di alcune aziende in seguito ad operazioni di M&A.

Nel dettaglio, il settore mostra un significativo calo del fatturato rispetto all’esercizio precedente, con una contrazione pari al 12% a livello aggregato e un dato mediano dei ricavi in diminuzione del 36% (da 86 milioni di euro del 2019 a 55 milioni di Euro del 2020). Solo il 17% delle aziende del campione è riuscito a contrastare l’effetto della pandemia aumentando i propri volumi. L’evidente incremento di Macron S.p.A. è dovuto ad un rafforzamento del perimetro consolidato e alla crescita in Oceania, oltre allo sviluppo del business legato alla vendita di dispositivi medici e di protezione individuale. Yoox ha beneficiato invece del lancio di nuovi store online e del rafforzamento di quelli già esistenti.

La consistenza patrimoniale delle aziende del settore rileva un leggero incremento degli attivi a livello aggregato (+3,5%), mentre i valori di patrimonio netto presentano un andamento negativo, con una riduzione dell’8,6% a livello di settore, complici le diffuse perdite di esercizio registrate. Le variazioni negative sono parzialmente compensate dalle rivalutazioni dei beni d’impresa, ex art. 110 DL n.1042020 (Decreto Agosto), grazie alle quali le società hanno incrementato il proprio patrimonio, in molti casi per attenuare gli effetti negativi delle perdite riportate nel corso dell’esercizio.

Nel complesso l’incremento di riserva di rivalutazione verificatosi nel 2020 risulta pari a 77 milioni di euro a livello aggregato, di cui il 60% è imputabile alla rivalutazione di alcuni marchi importanti di proprietà della società Betty Blue S.p.A.

I risultati netti del 2020 hanno mostrato un calo drastico degli risultati economici, con le perdite del comparto pari a quasi sei volte quelle fatte registrare dalle medesime aziende nell’esercizio precedente. Il risultato mediano mostra un’inversione di segno passando da un utile di circa 356 mila euro nel 2019 ad

una perdita di circa 1,2 milioni di euro nel 2020. La stessa direzione si può notare sugli altri indicatori di redditività. L’Ebit mediano passa dai positivi 962 mila euro del 2019 ai negativi 985 mila euro del 2020, mentre l’Ebitda si riduce da 2,5 milioni di euro a 241 mila Euro, con un decremento a livello aggregato del 57%.

Infine, una nota positiva riguarda l’importanza relativa del settore. Nonostante gli effetti negativi dovuti alle chiusure delle attività e al rallentamento dell’economia domestica e internazionale, infatti, il comparto tessile e dell’abbigliamento continua a mantenere la sua rilevanza all’interno delle Top 500, rappresentando anche nel 2020 il 4,5% del campione complessivo in termini di fatturato, in linea con il dato della scorsa edizione.