Migliorano quasi tutti i dati Bene sia utili che ricavi

Nonostante la pandemia, c’è un’incoraggiante inversione di tendenza. Anche gli indicatori che misurano il rischio finanziario sono rassicuranti

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di Gian Filippo Galletti

e Carlo Bacchetta

Il settore del commercio all’ingrosso nel 2020 conta 56 società (3 in meno rispetto al 2019 e con 2 new entry assolute rispetto alle precedenti edizioni) che rappresentano l’11,2% delle Top 500, nonostante si sia provveduto - come di consueto - ad escludere dal settore in esame le società che rientrano all’interno degli altri specifici approfondimenti e che commercializzano prodotti agroalimentari, meccanici o tessili.

I dati 2020 - nonostante l’impatto economico del Covid-19 - sono quasi tutti migliorativi rispetto all’anno 2019 (in cui si era registrata una significativa contrazione di tutti i valori rispetto al 2018): aumentano i ricavi aggregati (+4,1%) e gli utili aggregati (+63,6%), crescono l’Ebitda mediano (+12,3%), e l’Ebit mediano (+25,9%), cala invece del 7,11% l’Ebitda margin mediano del campione. Sempre con riferimento a tali indicatori, si segnala che il 98% delle società del settore ha registrato nel 2020 un Ebitda positivo (55 società sulle 56 complessive), il 96% un Ebit positivo e il 93% ha chiuso l’esercizio in utile; a questo si deve aggiungere che tutte le predette percentuali sono migliorative rispetto a quelle fatte registrare nell’edizione precedente.

Nel 2020 il peso del settore commercio all’ingrosso in termini di fatturato è pari al 7,9% di tutto il campione delle Top 500, contro il 7,3% del 2019, grazie alla crescita dei ricavi sia in valore assoluto (+4,12%) che dei dati mediani (+1,73%). Quanto risultato estremamente positivo, dato il contesto macroeconomico, si pone in controtendenza rispetto ai ricavi delle Top 500, che hanno registrato complessivamente una diminuzione rispetto al 2019.

Il settore si è sempre contraddistinto nelle ultime edizioni per la grande stabilità finanziaria e anche quest’anno gli indicatori che misurano il rischio finanziario sono rassicuranti. Ottimo il valore mediano del grado di copertura degli oneri finanziari, pari al 0,18% dei ricavi nel 2020, che registra però una crescita del 10,2% rispetto all’anno precedente, in calo del 1,83% invece il rapporto di indebitamento (valore mediano) che passa da 2,10 del 2019 a 2,06 del 2020 del campione.

Incoraggiante l’inversione di tendenza rispetto al 2019 della redditività (anche caratteristica) delle aziende del settore, che dopo i preoccupanti risultati dell’anno precedente – nonostante gli effetti della pandemia - torna a salire nel 2020, così come era avvenuto nel 2018. Il valore mediano della redditività complessiva del capitale investito (Roi) è aumentato del 17,71%, la mediana del Roe è cresciuta del 17,24%, così come il dato mediano della marginalità operativa delle vendite, misurata dal Ros, che passa del 3,45% del 2019 al 4,16% nel 2020.

Unico dato negativo dell’esercizio in esame per le imprese del commercio all’ingrosso è la riduzione del numero dei dipendenti che, in controtendenza rispetto all’anno precedente, si riducono dell’1,92%.

Per concludere possiamo affermare che le imprese del settore continuano a prestare grande attenzione al rischio finanziario, come da prassi ormai consolidata, ma in controtendenza rispetto agli andamenti della precedente edizione, nel 2020 hanno fatto registrare un incremento della redditività, che emerge come risultato particolarmente positivo stante gli effetti negativi della pandemia sul sistema economico. Aumenta infatti la redditività degli azionisti del comparto e si amplia il divario rispetto a quella delle Top 500: il valore mediano del Roe delle Top 500, settore all’ingrosso escluso e pari al 6,05%, contro l’11,59% del settore in esame.