
Addetti alla produzione Tetra Pak
di Francesco BadiaIl settore meccanico comprende ben 120 imprese all’interno di TOP500, che lo rendono il settore numericamente più rilevante. Tale maggiore significatività numerica non è però mantenuta a livello di fatturato complessivo, dove il settore si trova al terzo posto dopo automotive ed agroalimentare, così come a livello di dipendenti totali, dove il settore è al secondo posto dopo quello ceramico. Approfondendo questo elemento, si nota che, sebbene le imprese meccaniche appaiano distribuite in maniera equilibrata nella lista TOP500 (29 fra le prime 100, 22 fra le 101 e 200, 30 fra le 201 e 300, 19 fra le 301 e 400, 20 nell’ultimo centinaio), le prime 10 imprese del settore sono quelle in assoluto trainanti: si veda ad esempio il dato del fatturato 2023, 4,5 miliardi di euro per tali imprese, pari a circa il 44% del fatturato del settore.
Il settore mostra un miglioramento nel 2023 della maggioranza degli indicatori analizzati. Si rileva un incremento dei ricavi complessivi pari al 2,3% ed un aumento del patrimonio netto complessivo dell’8,1%. Analoga situazione presentano i margini del conto economico, con utili in crescita del 3,8% (performance molto superiore a quella delle imprese TOP500 nel loro complesso) e redditi operativi ed EBITDA in crescita anch’essi rispettivamente del 5% e del 7,1%. Coerente con il quadro generale è anche l’evidenza di un aumento degli investimenti, dimostrato dall’aumento dell’attivo patrimoniale del 3,2% e della differenza fra reddito operativo ed EBITDA. Risultano conseguenti altri due dati, relativi all’aumento del personale per +4,2% e di leggera diminuzione della produttività per un valore di -1,8%. Un altro dato coerente con il quadro complessivo che non può però essere visto come positivo è il notevole aumento degli oneri finanziari (+91,5%), dovuto certamente sia all’aumento del costo medio del debito avvenuto nel 2023, sia al menzionato incremento degli investimenti. Può destare qualche ulteriore preoccupazione il dato relativo all’indice di copertura degli oneri finanziari che appare in peggioramento, al contrario del dato generale di TOP500, dove risulta in miglioramento.
L’insieme di questi dati richiede però un ulteriore grado di analisi. Se infatti è vero che, su tutti i profili presi in esame, il settore nel suo complesso si presenta in crescita, in alcuni casi emergono sostanziali differenze fra i risultati medi osservati dalle imprese “TOP10” del settore e le altre 110 analizzate. Per quanto riguarda la crescita del fatturato, il dato emergente è pari a un +11,4% per le prime 10 e di un -3,9% per le altre. Considerazioni analoghe possono essere desunte in riferimento ai margini di redditività, quali l’utile netto (+11,8% delle 10 maggiori contro un -1,5% delle altre 110), il reddito operativo (+22,2% delle più grandi e -7,3% delle altre) e l’EBITDA (+20,7% delle prime 10 contro un -2,9% delle altre).
L’analisi complessiva mostra, dunque, un settore nel complesso in crescita e in salute, ma dove andranno analizzate in futuro con attenzione le dinamiche di copertura degli oneri finanziari a livello complessivo e la capacità di rimanere sul mercato delle imprese di minore dimensione, con potenziali rischi sulle dinamiche di economicità di tutto il settore nel suo complesso.