Al lavoro per rivedere i modelli di business

La crisi ha accelerato dei trend recessivi in corso da diversi esercizi: le protagoniste del settore adesso devono reinventarsi

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di Filippo Urbini

Il settore del tessile, abbigliamento e calzature è rappresentano in Romagna da 19 aziende, con un fatturato complessivo pari a 1.503.317 milioni di euro. Dal campione esaminato per l’analisi di Top 500, 12 aziende hanno sede legale nella provincia di Forlì-Cesena, 5 in quella di Rimini e 2 in quella di Ravenna.

Nel corso dell’anno 2020, così come per l’esercizio precedente, la società che presenta il maggior fatturato nonché il maggior grado di patrimonializzazione è T & M Holding Spa (Gruppo Teddy).

Il settore tessile moda, a livello nazionale, è stato duramente colpito dalla crisi economica innescata dalla pandemia di Covid-19. Nel 2020, a causa dei lockdown a livello globale nonché dalle restrizioni imposte per arginare i contagi del virus, si è assistito ad un crollo di fatturato, a livello nazionale di 72,5 miliardi di euro, pari al 26% in meno rispetto ai 98 miliardi del 2019. Anche sui mercati esteri si sono registrate contrazioni verso tutti i principali mercati di destinazione: complessivamente nei primi dieci mesi del 2020 il sistema moda ha segnato un calo nelle esportazioni del 22%.

Nel contesto romagnolo, le società operanti nell’abbigliamento ed accessori, rispetto al 2019, registrano un decremento medio del fatturato del 20% mentre quelle calzaturiere del 30%.

Per tutte le imprese operanti del settore si è assistito ad un peggioramento della redditività. Il 47% delle aziende del campione esaminato ha chiuso l’esercizio in perdita, dato che raggiunge il 57% se si analizzano solo le aziende calzaturiere.

Tale andamento viene confermato anche dall’analisi dell’Ebitda che risulta peggiorato per il 58% delle aziende del campione.

Sotto il profilo patrimoniale il patrimonio netto totale di tutte le aziende del campione risulta essersi contratto rispetto all’esercizio 2019 a seguito delle dinamica reddituale negativa. Il rapporto di indebitamento registra un peggioramento con un valore medio di 2,24, al netto di alcuni outliers.

In conclusione il 2020 è stato sicuramente l’anno zero per il settore tessile abbigliamento. La pandemia da Covid 19 ha in parte accelerato dei trend recessivi già in essere da alcuni esercizi e fatto emergere nuovi bisogni che richiederanno alle aziende di rivedere il loro modello di business.