Allarme clima e siccità "Serve una rete di invasi E cambieremo produzioni"

Il presidente Guido Cardelli: "Tratteniamo solo l’11% dell’acqua piovana". Grano, orzo ed erba medica necessitano di poca irrigazione. Soffrirà il mais.

Allarme clima e siccità  "Serve una rete di invasi  E cambieremo produzioni"

Allarme clima e siccità "Serve una rete di invasi E cambieremo produzioni"

di Andrea G. Cammarata

Presidente Guido Cardelli, la variante della statale nella parte di Rimini nord è criticata anche per ragioni idriche, qual è la posizione di Coldiretti?

"C’è un consumo smisurato delle superficie agricole, soprattutto ortofrutticole, e la parte di Rimini più dedita a queste colture è la settentrionale, che verrà occupata dalla variante della Ss16. Ciò danneggia il fiore all’occhiello della produzione orticola provinciale".

Siccità, ci sono preoccupazioni per la stagione estiva?

"Devono andare avanti le nostre proposte sugli invasi. Abbiamo bisogno di trattenere l’acqua. Dell’acqua piovana riusciamo a trattenere soltanto l’11%. Serve un uso più attento dell’acqua: i piccoli e i medi invasi sono la soluzione".

I giovani imprenditori si dedicano sempre di più al biologico, cosa percepisce sul territorio a questo proposito?

"I giovani agricoltori sono in aumento e lo sono quelli che si dedicano al biologico. Sono affascinati da un mondo in crescita, considerando che la nuova Pac verte molto sulla questione del bio. C’è una visione, per esempio, sul recupero delle vecchie varietà come il grano senatore Cappelli che sta andando molto bene. Quanto ai guadagni, si riesce a scontare un prezzo più alto, nonostante il sacrificio maggiore, ottenendo prodotti di qualità. È un valore aggiunto che i ragazzi apprezzano, e sanno vendere in maniera più adeguata il loro prodotto".

Il ‘Wwoofing’ è la comunità mondiale che spinge i giovani e viaggiare e imparare il lavoro nelle aziende agricole bio, aiutando anche nella formazione, c’è partecipazione al progetto sul territorio?

"Con l’esplosione del biologico, molti giovani partecipano al progetto. Hanno una marcia in più, riescono a organizzare strade alternative che fino ad oggi abbiamo percorso poco. Nel futuro questo si allargherà di più".

Caro prezzi: a fine inverno è d’obbligo il resoconto delle spese, quali sono le reazioni dei piccoli agricoltori?

"È stata una batosta in generale. L’8,5% degli allevamenti della provincia di Rimini ha chiuso per il costo del cibo per gli animali. E tante aziende hanno faticato a far quadrare il bilancio".

Le piccole aziende hanno accesso al credito?

"Hanno bisogno di essere accompagnate nel percorso di crescita. Coldiretti è a disposizione e ha buone capacità di aiuto per i suoi soci. Le Pmi chiedono processi snelli e veloci per ottenere il credito. E di accedere alla nuova Pac rapidamente".

Nel Sud Italia siamo a un cambio epocale, con coltivazioni anche esotiche che soppiantano le vecchie a causa della scarsità piovana. Qui da noi?

"Ci stiamo indirizzando verso produzioni che hanno meno bisogno di acqua. Le semine legate al mais saranno quelle che soffriranno di più, perché sono fra quelle che richiedono più acqua in assoluto. Saranno privilegiati grano, orzo o erba medica, che necessitano poca irrigazione. Non siamo ancora alla coltivazione del mango, ma c’è già chi ci sta pensando: se il clima non cambia bisognerà farlo seriamente".

C’è un incremento della popolazione dei cinghiali, qual è la vostra posizione?

"La presenza del cinghiale purtroppo è notevole, ma quello che ci spaventa sono i lupi. La fanno da padroni sui piccoli allevamenti. L’8,5% degli allevamenti (bovini e ovini) hanno chiuso anche a causa della presenza del lupo. Quando attacca i piccoli allevamenti il lupo lascia un segno traumatico sul gregge: si produce meno latte e aumentano gli aborti".

Politiche Ue.

"Siamo assolutamente contrari al cibo sintetico e alle etichettature del vino con messaggi del tipo ‘nuoce gravemente alla salute’".