
Il 2023 ha riconfermato i risultati raggiunti nel 2022 seppur con una minore redditività media. Il timore è che la spinta post Covid possa diventare sempre più asfittica con un’inversione.
Il settore del tessile, abbigliamento e calzature è rappresentato in Romagna da 21 aziende, di cui 7 aziende con sede legale nella provincia di Rimini, 2 in quella di Ravenna e 11 in quella di Forlì-Cesena. Nel 2023, così come per gli esercizi precedenti, la società che presenta il maggior fatturato nonché il maggior grado di patrimonializzazione è T & M Holding Spa (Gruppo Teddy). A livello nazionale, nell’esercizio 2023, l’industria del tessile-abbigliamento ha registrato un aumento del fatturato del +3% rispetto al 2022 andando a consolidare un trend di crescita iniziato nel 2021. Le aziende romagnole hanno ottenuto risultati migliori rispetto al trend nazionale con un incremento medio del fatturato pari al 4,4%.
Sotto il profilo della redditività 11 aziende hanno registrato una crescita del fatturato, che si è incrementato mediamente del 15%, assistendo tuttavia a dinamiche tra loro opposte sotto il profilo della redditività: 4 aziende hanno registrato una riduzione della marginalità con una contrazione dell’Ebitda medio del 12,61%, mentre le restanti 7, al netto degli outliers, hanno registrato una crescita pari mediamente al 37%. Sotto il profilo patrimoniale, al netto degli outliers, si registra un miglioramento del livello di patrimonializzazione rispetto all’esercizio precedente, con un incremento medio della consistenza del patrimonio netto del 6,79%. Sotto il profilo del rapporto di indebitamento 14 aziende hanno registrato un miglioramento dell’indicatore in questione registrando nel complesso un valore medio pari a 2,167. In conclusione, il 2023 ha riconfermato i risultati raggiunti nel 2022 seppur rilevando una minore redditività media. Attenzione tuttavia al trend registrato dagli operatori nella seconda metà dell’anno in cui si è registrato un rallentamento negli ordinativi ed un calo dei volumi transati. Il timore per tutto il settore è che la spinta post Covid possa diventare sempre più asfittica con un’inversione di tendenza nel 2024.