GIUSEPPE CATAPANO
Top 500 Romagna

Confindustria, ambiente al centro: "La Romagna si candida a guidare il processo di transizione energetica"

Il presidente Roberto Bozzi: "Qui progetti all’avanguardia, eolico offshore in testa. Le alluvioni?. Bisogna autorizzare opere straordinarie con procedure di emergenza, come per il rigassificatore".

Il presidente Roberto Bozzi: "Qui progetti all’avanguardia, eolico offshore in testa. Le alluvioni?. Bisogna autorizzare opere straordinarie con procedure di emergenza, come per il rigassificatore".

Il presidente Roberto Bozzi: "Qui progetti all’avanguardia, eolico offshore in testa. Le alluvioni?. Bisogna autorizzare opere straordinarie con procedure di emergenza, come per il rigassificatore".

Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna, che anno è stato il 2024 per l’industria del territorio?

"Il 2024 è per la nostra regione un anno di crescita modesta, e la Romagna è in linea con questo trend. Export e lavoro mostrano però segnali di miglioramento".

Quali prospettive guardando al futuro?

"C’è in generale un clima di attesa, le instabilità geopolitiche e la paura sul fronte climatico rendono tutti più guardinghi, sia sul lato dei consumi che degli investimenti".

Nell’ultima assemblea a San Patrignano, con il presidente nazionale Orsini, avete messo energia e ambiente al centro della discussione: quale può essere il ruolo della Romagna nella transizione energetica?

"La Romagna si candida a guidare la transizione verso l’utilizzo di fonti ecosostenibili e rinnovabili come una delle aree più avanzate in Italia ed in Europa, grazie a progetti come Agnes. La regione è l’hub nazionale dello stoccaggio di gas metano, indispensabile per assicurare il perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione ed assicurare al contempo il fabbisogno di energia ed una minore dipendenza dal mercato mondiale, e abbiamo esperienze decennali di ricerca ed estrazione. L’energia nucleare vede oggi scenari profondamente diversi dal passato, dopo che l’Onu e la stessa Ue l’hanno riconosciuta come opzione per gli obiettivi di decarbonizzazione e diversificazione. Il nucleare di quarta generazione, nel lungo termine, comprende una vasta gamma di opzioni e soluzioni tecnologiche. L’Italia possiede un know-how fortissimo e anche la nostra regione potrà svolgere un ruolo nella ricerca sui processi di fissione e fusione, con la prospettiva di creare una filiera tecnologica all’avanguardia".

Eventi straordinari non possono essere affrontati con risposte ordinarie, lei ha detto riferendosi alle alluvioni che hanno colpito il nostro territorio. Cosa occorre fare?

"Autorizzare opere straordinarie con procedure straordinarie, di emergenza, come fatto per il rigassificatore. I tempi ordinari prevedono lavori decennali, al ritmo attuale delle ultime alluvioni rischiamo la desertificazione. Chi sceglierebbe di vivere o lavorare o investire qui il proprio futuro?".

Ritiene sufficiente la risposta del governo ai territori colpiti?

"No, non ancora. Siamo consapevoli che non sia semplice, ma la gestione dell’emergenza centralizzata a Roma non sta dando le risposte che merita una comunità alluvionata: i ristori al rallentatore e insufficienti, i rinvii continui dei piani speciali di ricostruzione post-alluvione, l’incognita sulle coperture finanziarie, il blocco dell’edificabilità nelle aree alluvionate, che di fatto blocca la stessa crescita economica della Romagna".

Provincia unica di Romagna, perché sì?

"Perché è la base imprescindibile per attuare qualsiasi progetto di area vasta: va messo a punto con urgenza un intervento normativo che la renda possibile, dando forma e regole a una vera e propria città metropolitana con un perimetro riconosciuto a livello istituzionale, che valorizzi le specificità e lo sviluppo armonico di un territorio con ancora grandi potenzialità imprenditoriali, sociali e culturali, per competere con le zone più avanzate d’Europa. È la Romagna l’orizzonte naturale e logico di ogni nostra attività e prospettiva per rafforzare l’intera regione, sotto ogni punto di vista – infrastrutturale, idrogeologico, culturale e identitario".

Il governo ha rilanciato l’idea di creare una stazione dell’alta velocità ferroviaria a Forlì, riprendendo un vostro progetto. Rimini ha protestato sostenendo che non sarebbe utile farla a Forlì. Come può esserci uno sviluppo di area vasta se i territori continuano a litigare tra loro?

"Bisogna sedersi a un tavolo, insieme, e ragionare. La Romagna deve poter contare su collegamenti rapidi e adeguati ad un mondo veloce: le connessioni non possono essere limitate da confini amministrativi o geografici. Riteniamo strategico per tutti un corridoio Adriatico di alta velocità/alta capacità Bologna-Lecce, in affiancamento alla rete esistente e con un’unica fermata in Romagna, poco importa dove: noi nel 2021 avevamo proposto una stazione baricentrica tra Ravenna, Cesena, Forlì e Rimini, fuori dai centri abitati".

Aeroporti: da più parti viene chiesto alla Regione di mettere ordine favorendo una migliore collaborazione tra scali. Cosa ne pensa?

"C’è davvero spazio per tutti: i traffici aerei sono previsti in crescita. Negli ultimi anni la Romagna ha assistito al rilancio del settore con società private impegnate con importanti investimenti negli scali di Rimini e Forlì. È molto positivo il segnale di intraprendenza e fiducia nelle potenzialità del territorio, anche perché lo scalo bolognese non può essere l’unico per servire la Romagna. Gli aeroporti possono trovare una propria dimensione e giocare ruoli importanti grazie a profili di elevata specializzazione, ognuno per le rispettive vocazioni, ed è necessario sostenerne l’attività e il piano d’investimento per consolidare la crescita già intrapresa con successo. Ricordiamoci che, in un contesto di competitività globale incalzante, gli aeroporti diventano un motore di sviluppo cruciale: riescono a stimolare la crescita economica in diversi modi, creando posti di lavoro, attraendo investimenti e facilitando gli scambi commerciali internazionali, oltre che rilanciando il turismo".