
Roberto Sollevanti, partner di PwC, analizza la situazione economica mondiale
Roberto Sollevanti, partner di PwC: qual è la situazione dell’economia mondiale?
"Dopo i mesi primaverili incoraggianti, nel panorama globale emergono segnali di raffreddamento dell’attività economica. Il principale freno alla crescita è il diffuso clima di incertezza, accompagnato da una crescente fragilità della manifattura. Il proseguimento delle tensioni commerciali e degli eventi bellici, e in particolar modo l’allargamento del conflitto medio-orientale, fanno temere ulteriori interruzioni lungo le catene di fornitura e un aumento dei prezzi dell’energia".
Le elezioni americane quanto incideranno su questo scenario?
"Durante la campagna elettorale, Donald Trump aveva promesso di porre fine ai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente ma la realizzazione di tali obiettivi potrebbe rivelarsi più complessa del previsto. È inoltre probabile un cambiamento di approccio alla politica economica, con il ritorno di misure protezionistiche nell’ambito dell’America First, che segnerà una nuova fase per la strategia statunitense. La politica monetaria americana potrebbe essere accompagnata dall’introduzione di nuovi dazi (tra il 10 e il 20 per cento su tutti i prodotti esteri) come già avvenuto tra il 2016 e il 2020, e benché l’impatto al tempo fosse stato contenuto, le ripercussioni per l’Ue potrebbero essere considerevoli".
Ripercussioni sull’Italia?
"Si stima che per mantenere invariati i volumi dell’export verso gli Usa le aziende italiane potrebbero pagare tra i 4-7 miliardi di euro di dazi aggiuntivi".
Quali sono gli altri fattori di incertezza?
"A queste preoccupazioni si aggiunge la crisi economica che sta attraversando la Germania, che ha faticato più di altri paesi a riprendersi dalla crisi pandemica, e per il secondo anno consecutivo vedrà una contrazione del Pil. Anche le leadership politiche appaiono più fragili, in particolare quelle di Olaf Scholz ed Emmanuel Macron, entrambi alle prese con la mancanza di una solida maggioranza politica. Anche l’insediamento della nuova Commissione Europea sta affrontando un percorso più tortuoso del previsto, a causa dei veti incrociati tra le forze politiche sulla nomina di due vicepresidenze esecutive. La prima conseguenza è stato uno stallo sul Green Deal, l’ambizioso piano per la decarbonizzazione del continente che ha caratterizzato l’agenda politica del primo mandato di Ursula Von Der Leyen. Negli ultimi mesi, a causa della campagna elettorale per le elezioni europee e della crescente instabilità legata alla mancata definizione della Commissione, sono stati fatti dei passi indietro su alcune proposte chiave, come la riduzione dell’uso dei pesticidi entro il 2030 (Sur) e il Nature Restoration Act".
Come muoversi nei prossimi mesi?
"In questo contesto, le proposte di Mario Draghi contenute nel documento: ‘The future of european competitiveness’ delineano una via strategica per il futuro dell’Unione europea. Le sue raccomandazioni, centrali per rafforzare la competitività del blocco continentale, pongono l’accento su azioni concrete e urgenti: colmare il divario tecnologico con le principali potenze economiche, sviluppare un piano comune di decarbonizzazione che non ostacoli la crescita, e rafforzare la sicurezza riducendo le dipendenze strategiche sono passaggi fondamentali per garantire un futuro più solido e resiliente. Per una nuova strategia industriale che permetta all’Europa di navigare con successo le sfide globali del futuro sarà fondamentale investire nella sostenibilità economica e di governance".