Le sfide del commercio "Tagliamo affitti e tasse per rilanciare le attività nei centri storici"

Vagnini, presidente di Confesercenti: "La carenza di parcheggi a Rimini è un problema. Servono interventi mirati per valorizzare l’entroterra".

Le sfide del commercio  "Tagliamo affitti e tasse  per rilanciare le attività  nei centri storici"

Le sfide del commercio "Tagliamo affitti e tasse per rilanciare le attività nei centri storici"

Fabrizio Vagnini, presidente di Confesercenti Rimini, a fronte di un aumento degli interessi sui prestiti del 258% in un anno e dei mutui per le famiglie, come valutate la situazione generale in provincia?

"In questo momento assistiamo a un crollo verticale del numero di attività commerciali, nel 2022 in Italia sono spariti 2 negozi ogni ora, in Emilia Romagna sono sparite 1.253 attività commerciali. A favore delle imprese, Camera di commercio e Regione sono intervenute finanziando il Confidi, un primo aiuto che permette di abbattere gli interessi sui prestiti. Per le famiglie serve una legge quadro del governo sui mutui".

Sono decine le attività chiuse e in attesa di ripartire, cosa serve per rilanciare il settore del commercio al dettaglio nel centro storico?

"Sicuramente affitti concordati attraverso la cedolare secca, mentre il Comune può intervenire con una riduzione della Tari, con esenzioni per le nuove attività almeno per i primi anni". Tutti lamentano la mancanza di parcheggi nel centro storico di Rimini, state facendo delle pressioni all’amministrazione in tal senso?

"Certamente, lo ribadiamo da anni. La gente negli acquisti va d’impulso, se non si agevola la raggiungibilità dei centri storici poi ci pensa troppo e va da un’altra parte".

Sul mare assistiamo a una progressiva dequalificazione del commercio al dettaglio: come si può intervenire a questo proposito, anche in chiave turistica?

"La passeggiata commerciale è la cartolina turistica di Rimini, ma sul lungomare ci sono troppi bazar che la dequalificano. Con la liberalizzazione delle licenze della Legge Bersani non si possono impedire le aperture, comunque è possibile intervenire. Da un punto di visto di logica estetica si possono prevedere regole sulle colorazioni delle tende e limitazioni alle esposizioni. I controlli vanno fatti, anche dal punto di vista sanitario".

In che misura risentono i commercianti del caro carburante e del caro bollette?

"Sicuramente il caro carburante incide su tutto, ma aggiungerei i costi dei Pos, che nel 2022 alle piccole imprese è costato 5 miliardi. Le transazioni commerciali con pagamenti elettronici sono state di 400 miliardi di euro, quasi il 40 per cento del totale speso dagli italiani. Nel 2023 sarà del 50%, un risultato ottenuto con grandi costi a carico degli esercenti".

Con l’inflazione ormai a doppia cifra, a rimetterci sono gli esercenti più piccoli: state riscontrando preoccupazioni?

"L’aumento dell’inflazione ha un riscontro immediato sulle piccole attività commerciali. La gente prima paga bollette e mutui, poi viene il resto. La conseguenza è una riduzione dei consumi".

Valorizzare l’entroterra, in termini turistici, può essere un trampolino per rilanciare l’economia: cosa bisogna migliorare?

"Il problema di fondo è mantenere aperte le attività, tra costi crescenti e lo spopolamento dell’entroterra le imprese commerciali non sopravvivono. È fondamentale intervenire con tassazione zero per chi decide di aprire una nuova attività, e magari dare incentivi. Le attività vanno considerate in ottica di servizio e di presidio del territorio".

Organizzate dei corsi di formazione per far fronte alla carenza di personale qualificato?

"Attraverso il nostro ente specializzato, il Cescot, i corsi di formazione sono il nostro fiore all’occhiello. Lo scorso anno Cescot ha compiuto i 40 anni di attività. Siamo i primi in regione per numero di corsi di qualificazione e aggiornamento organizzati".

Andrea G. Cammarata