Legacoop: "Il sistema ha retto alle difficoltà"

Il presidente Lucchi: "La maggior parte delle imprese chiuderà il 2024 in utile"

Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna, in che modo tutelate le cooperative?

"Da un lato dedicando attenzione ai loro progetti di sviluppo e dall’altro ponendo attenzione ai temi di carattere tecnico; seguiamo poi la parte di consulenza di qualsiasi tipo: fiscale, legale, ambientale e del lavoro".

Quando si sente parlare di Legacoop Romagna, a chi viene fatto riferimento?

"Un romagnolo ogni 4 è socio o dipendente di una nostra cooperativa. Sentiamo dunque il peso di rappresentare una parte rilevante dell’economia della regione e non solo".

Un bilancio di questo 2024 ormai agli sgoccioli.

"Un anno tra luci e ombre. Il 63 per cento delle cooperative chiuderà l’annata in utile. Diminuisce poi la percentuale di chi prevede una perdita: nel 2023 erano il 13 per cento, mentre quest’anno il 10. La situazione varia anche a seconda dei settori: molto buona la situazione per agroalimentare e servizi, più in difficoltà le cooperative di lavoro e soprattutto quelle sociali"

Come guarda invece al nuovo anno?

"Con grande preoccupazione. Il 67 per cento delle cooperative prevede stagnazione nel 2025, la stessa previsione sul 2024 era del 53 per cento. Quelli che pronosticano un aumento della domanda sono invece soltanto il 23 per cento. C’è poi una situazione territoriale di ottimismo nelle zone di Ravenna, un po’ meno a Forlì Cesena e Rimini".

Quali sono le maggiori difficoltà da superare?

"Quelle legate alla difficoltà nel reperire manodopera e questo vale in tutti i settori, ma anche la diminuzione della crescita economica, il calo dei consumi e l’inflazione".

Il sistema cooperativo come regge il periodo di instabilità geopolitica?

"Le nostre cooperative dalla pandemia in poi sono cresciute, quindi abbiamo retto bene, operando in settori che riescono ad avere una tendenza anticiclica ed altri che subiscono le difficoltà naturali".

E l’inflazione?

"Ha pesato tantissimo ed in parte è stata ammortizzata dalle risorse che le cooperative hanno messo a disposizione ai loro soci e dipendenti, questo dimostra che in Romagna c’è un buonissimi sviluppo del welfare aziendale".

Balneari, la questione resta ancora aperta?

"La questione è apertissima e credo che siamo in presenza di una condizione che è di disastro certo. Era incertezza fino all’ultimo provvedimento del governo, adesso quel provvedimento è diventato legge e siamo certi che si stia andando incontro ad un baratro senza che nessuno abbia cercato in nessun modo di evitarlo. Si metterà in crisi una parte fondamentale del nostro comparto turistico".

Cosa chiedete alla politica?

"Di tornare a privilegiare la caratteristica fondamentale della storia dell’Emilia Romagna: il dialogo e il confronto. Occorre rimettere in campo argomenti di confronto con il mondo che rappresenta le imprese e i lavoratori. De Pascale su questo ha dato garanzie ben precise e la sua storia personale va tutta in quella direzione. Spero che con il tempo si recuperi il gusto di affrontare le sfide insieme: noi siamo pronti a farlo".

Federico Tommasini