
Il professore Giuseppe Savioli e la docente a contratto Silvia Gardini
di Giuseppe Savioli
e Silvia Gardini
Giunta alla sua decima edizione, la classifica Top500 Romagna offre anche quest’anno la fotografia delle performance registrate dalle 500 imprese più grandi operanti sul territorio delle tre province romagnole, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.
Ci preme sottolineare, come sempre, che il focus sulle Top500 porta evidentemente ad escludere dall’analisi i risultati delle imprese di minore dimensione, e con ciò il limite di non rappresentare adeguatamente l’economia di alcuni settori di attività, come ad esempio quello turistico, formato prevalentemente da micro-imprese, spesso con una forma giuridica diversa da quella delle società di capitali. È quindi importante rimarcare la pari dignità delle imprese che rimangono escluse dall’analisi. È altresì possibile che talune delle imprese di maggiori dimensioni non siano state incluse in questa edizione per l’irreperibilità dei relativi bilanci presso la banca dati utilizzata per la selezione.
Venendo agli andamenti registrati nel 2023, le imprese incluse in Top500 Romagna mostrano un fatturato medio 2023 che si attesta a 113,212 milioni di euro ed in timida crescita (+2,1%) rispetto al 2022. Come nelle precedenti edizioni, si osserva un ammontare del fatturato distribuito non omogeneamente all’interno del campione e con una variabilità molto elevata. Si passa da un fatturato massimo di 2,634 miliardi di euro registrati dall’impresa prima in classifica, sino al valore minimo di 18,947 milioni di euro. La classifica 2023 conferma la soglia di fatturato minimo per l’inclusione nelle Top500 già evidenziata nella scorsa edizione, segno che il complessivo incremento dimensionale delle imprese romagnole appare stabile.
L’utile medio incrementa in misura timida (+5,9%) e si attesta ad un valore di 3,6 milioni di euro, mentre le imprese in perdita sono solo 42 e rappresentano l’8,4% del totale, sostanzialmente in linea con l’anno precedente. Anche la redditività del capitale proprio, misurata dall’indice ROE, al netto di qualche andamento anomalo, mostra solo un lieve incremento (+5,6%) nel 2023 rispetto all’anno precedente, passando dal 13,41% al 14,16%. Lievemente più marcati sono gli incrementi che si rilevano sugli indici che misurano la redditività del capitale totale investito (ROI), che per il 2023 si attesta al 7,65% (+11,6% sull’anno precedente), e la redditività delle vendite (ROS), che nel 2023 raggiunge il 6,6% (+9,6% sull’anno precedente).
Dall’analisi dei dati territoriali si evince come le province mostrino tutte una crescita del fatturato medio decisamente contenuta, Forlì-Cesena e Ravenna rispettivamente +2% e +1,9%, mentre per Rimini la crescita è più evidente (+2,5%). L’analisi patrimoniale evidenzia un capitale investito complessivo medio che passa da 99,3 milioni di euro del 2022 a 101,7 milioni di euro nel 2023 (+2,5%) ed un patrimonio netto medio che sale da 37,8 a 40,5 milioni di euro nel biennio (+7,2%). Sostanzialmente stabile il rapporto di indebitamento medio, che si attesta a 4,88. Infine, per quanto riguarda il rischio finanziario, si nota un consistente peggioramento dell’indice di copertura degli oneri finanziari, che scende da 115 a 67 nel 2023, imputabile ad un aumento degli oneri finanziari medi più marcato rispetto alla crescita dell’EBITDA medio (+13%). In conclusione, dopo la crescita degli anni 2021 e 2022, il 2023 ha rappresentato un periodo di assestamento e consolidamento delle posizioni raggiunte, con un ulteriore miglioramento, seppur marginale.