"Ragazzi, tornate a vivere i vostri campus"

L’appello della ministra Messa: puntare con più forza sulla presenza. E l’anno si apre con lauree doppie, abilitanti e 180 corsi nuovi

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di Simona Ballatore

Già dal prossimo anno sarà possibile iscriversi a due corsi di laurea contemporaneamente. Sono realtà le lauree abilitanti. Senza necessità di un esame di Stato, per permettere ai laureati di inserirsi nel mondo del lavoro con più facilità (l’abilitazione si raggiunge alla fine del percorso di studi e del tirocinio per esempio per gli odontoiatri, i farmacisti, i medici veterinari e gli psicologi). E si stava lavorando alla riforma delle classi di laurea per abbattere steccati tra un settore e l’altro, nel segno dell’interdisciplinarità. "Sono stati accreditati oltre 180 nuovi corsi di laurea per il prossimo anno e gli atenei hanno lavorato anche nei programmi dei corsi di studio, in modalità diverse, per aggiornarli in modo che rispondano alle nuove esigenze del mercato del lavoro e della ricerca". Così Cristina Messa, ministro tecnico del governo Draghi ed ex rettore dell’università di Milano-Bicocca, intervistata prima della crisi, ripercorre le novità nella didattica introdotte durante il suo incarico ma anche le prossime sfide, indipendenti dal voto a settembre.

Ministro, come vede la ripartenza delle università a settembre?

"La linea la definiamo insieme alla Crui, la Conferenza dei rettori, ma come loro credo che sia opportuno ora un ritorno più deciso alla presenza, ovviamente con i sistemi pronti a tornare a un’eventuale distanza. La linea prudenziale è d’obbligo in questa fase, ma è molto importante attrarre gli studenti, invitarli a tornare".

Con la modalità ‘mista’ tanti sono rimasti in Dad...

"Il cammino per abbandonare la distanza è iniziato ma è lungo, la mappa delle situazioni è molto variegata, diversa da realtà a realtà e anche in base alle esigenze, pensiamo agli studenti lavoratori, per esempio, che hanno potuto usufruire di determinate modalità in questi mesi, prima meno diffuse. Indubbiamente si aprono delle riflessioni su come migliorare la didattica, capendo anche i vantaggi delle tecnologie. Ma credo che sia interesse di tutti, docenti e studenti, puntare sulla presenza. È arrivato il momento di andare oltre".

Tra le novità all’orizzonte c’è anche il test di Medicina, sempre molto discusso per la selezione. Come cambierà?

"Dal prossimo settembre si inizierà già con una composizione diversa dei quiz, abbiamo risposto a una richiesta che era stata avanzata dal Parlamento per ridurre i test di logica e cultura generale. Ci saranno più quesiti di natura scientifica rispetto a cultura generale, anche perché i materiali di studio sono più chiari rispetto alla possibilità di avere domande che spaziano su tutta la cultura. Le materie di studio saranno più legate al percorso accademico. Poi, per l’anno successivo, si sta strutturando una revisione più sostanziale (con un percorso che può cominciare già dalla quarta superiore, ndr)".

Si è sentito l’effetto Covid nelle immatricolazioni?

"Ne abbiamo avute quasi novemila in meno rispetto all’anno accademico 2020-21, che però è stato un anno particolare, di picco. Siamo tornati quindi in linea con gli anni precedenti. Ciò non toglie però che si debba capire il fenomeno e credo che sia necessario, oggi più che mai, fare leva e lavorare meglio sull’orientamento e capire anche come aiutare questi giovani. Perché si nota anche nelle università un aumento delle sofferenze, dei disagi".

Immatricolazioni in calo, ma si sono registrati segnali in controtendenza ed eccezioni? Si è parlato a lungo di un effetto-Milano quest’anno a chiusura di un anno record...

"Ci sono stati diversi casi di università che hanno incrementato di molto le immatricolazioni quest’anno, è vero, ma sono state a macchia di leopardo, in tutto il Paese. Penso a tante università lombarde ma mi riferisco anche a una città come Catania, per esempio. Sicuramente Milano in questo gioca un discorso a parte: ci sono 250mila studenti su un milione e 400mila abitanti. È diventata una città universitaria a pieno titolo e attrae anche in ottica alle possibilità lavorative che offre".

Come Boston: ricorda sempre il sindaco Sala.

"Un’immagine che sta a cuore non solo a lui".