Vasco Rossi, il libro di ModenaPark 2017. L'alba chiara di una superstar

Da zero a 30 anni: Blasco si racconta MODENA PARK: il nostro speciale

Vasco Rossi (Ansa)

Vasco Rossi (Ansa)

Modena, 14 giugno 2017 -“QN”, “Il Resto del Carlino”, “La Nazione” e “Il Giorno” presentano il libro ufficiale di ModenaPark 2017 “Il giovane Vasco – La mia favola rock” che sarà in edicola da martedì 20 giugno a soli € 12,90 oltre al costo del quotidiano. Il libro resterà in edicola un mese e sarà disponibile anche in libreria al prezzo di € 15. Da zero a trenta, “La mia favola rock” è un libro sul giovane Vasco per la prima volta con Vasco, che racconta a Marco Mangiarotti i primi trent’anni e spiccioli della sua vita. L’infanzia a Zocca, la sua adolescenza fra il paese, Modena e Bologna, le prime prove da cantautore, l’università e il teatro. Punto Radio, i primi concerti e le prime band, il primo album clandestino e l’alba chiara di un mito, che tutti scoprono a Sanremo, nel passaggio da rockautore a rockstar. Pubblichiamo la prefazione di Marco Mangiarotti.

Giovane fragile, ma rock: l'alba chiara di una superstar - di MARCO MANGIAROTTI

Il giovane Vasco. Come il Giovane Holden, ma anche il GiovaneWerther: Sturm und Rock, tempesta e rock. Questo è il primo tempo di un film, il prequel e il cuore di una vita, da zero a trenta e qualche spicciolo. Lo conosco dal 1975, fine ’75: Punto Radio Zocca, dove tenevo una rubrica jazz mentre facevo il militare a Modena. Quando io finivo, lui cominciava “Spazio aperto cantautori”. Io già scrivevo articoli da qualche anno, lui le prime canzoni. Poi ci siamo rivisti molte altre volte, per caso agli inizi e per lavoro poi. Inciampavamo nella musica, accadeva spesso. Questo libro è il primo capitolo della grande festa di Modena e racconta come è nata l’unica rockstar italiana, dai primi anni di Zocca a Sanremo. Il viaggio di un piccolo cantante di successo che volle farsi chitarrista e cantautore, rockautore per scelta e rockstar per plebiscito popolare.

Non è un genere letterario, questa autobiografia in forma di dialogo virtuale: se chiudi gli occhi, puoi sentire e riconoscere la voce di Vasco. Ho voluto conservare, nei limiti del possibile, il suo parlato, la forma diretta dei discorsi, le interiezioni che trovo deliziose, e qualche parola forte, per amor di verità. Anche i salti verbali sono narrativi e psicologici, come se la macchina del tempo ti riportasse a rivivere quel momento mentre ne stai parlando. Poi lui ha riletto e corretto («Non hai mica capito...») di suo pugno il tutto. Puntigliosamente. Nei nostri incontri per il libro sorrideva e rideva sempre, regalando battute fulminanti e fragrante ironia. I miei ricordi e le note sono a parte, in corsivo. Perché spesso, anche in quel periodo della sua vita, con lui o con la musica, fin dall’inizio io c’ero. E questo fa una certa differenza. I titoli sono un gioco, nel suo stile. È la sua versione, long version, e per la prima volta con un focus preciso. Il Punto nautico della memoria è sugli Appennini modenesi; il racconto è ciclico, anzi ellittico, sotto il peso della vita. E alla fine ritorna sempre lì, nel triangolo degli affetti e degli effetti: Zocca-Modena-Bologna. (...)

Vasco ha un pensiero forte, legge i filosofi e i maestri della psicanalisi, i padri del teatro d’avanguardia, tutto quel che gli garba da Bakunin e Ionesco a Jung. «Vissi d’arte, latte e libri» potrebbe essere il suo motto. È un ritratto, sono ritratti di umanità e umanesimo, il diario di una educazione sentimentale rock. Il suo pensiero entra ed esce dalle piccole storie che racconta, è una testimonianza corale per una coscienza collettiva. (...) Rewind e flashback. Si arriva in un posto pieni di speranze e qualche paura, a volte si scappa arrabbiati e feriti, ma sempre in questo caso si ritorna. Anche a Modena, da studente inadeguato venuto giù con la piena, dj che si sentiva il re della città, fino all’apoteosi di Vasco ModenaPark (1 luglio 2017). L’evento per i quarant’anni di carriera. La sconfitta, la rivincita, il trionfo definitivo che entra nel Guinness dei primati. (...)

LO SPECIALE sul mega concerto

Educazione sentimentale e musicale, s’è detto: la prima vecchia chitarra toccata nella soffitta di un amico, i nonni che suonavano il folk e il liscio, i concorsi canori per bambini, l’aria aperta, in campagna e sull’aia. L’ossessione per la chitarra e quella per i cantautori. Ma sul palco voleva essere un Rolling Stones. E anche in albergo. Le donne, prima e dopo. Le band, prima e dopo. «La vera band è quellache ho adesso, le altre erano bande di complici o amici». Il padre Carlino, mamma Novella e la tata Ivana non sono fotografie sullo sfondo. Massimino Riva, il grande affetto e il grande rimpianto, la grande rabbia. Il sesso, la coppia e il rock’n’ roll. Bibi Ballandi, i primi concerti, la discografia di allora a galleria del Corso. Gianni Ravera che lo chiama per due volte a Sanremo. Troverete molte cose inedite (...).

Un Vasco privato, anche fragile, ma molto consapevole e determinato, curioso e colto, per quel che lo interessa, comunicatore e strategy manager sempre. L’ultima parola è sempre la sua. Artista. Scopro che ha passato più tempo con la chitarra che con le donne, che è stato un cantautore subito alla ricerca di un linguaggio diverso. E con un’intuizione epocale: una musica all’altezza dei suoi testi non poteva essere che rock. La sua idea di rock. Un classico italiano alla Rolling Stones, senza mai inseguire le band del momento, se non per i dettagli del suono. “La mia favola rock” è un libro su Vasco per la prima volta con Vasco, dalla A alla Z.