Marco Masini a Forlì. "La mia storia tra video e ‘live’"

L'artista al festival ‘Imaginaction’ porta in scena trent’anni di carriera: "È bello essere sul palco"

Marco Masini

Marco Masini

Forlì, 26 agosto 2020 - È iniziato il conto alla rovescia per il grande evento musicale che si terrà da domani a sabato all’aeroporto di Forlì: si tratta del festival del videoclip Imaginaction, che riunirà alcuni tra gli artisti italiani e internazionali più noti e amati dal pubblico. La formula sarà inedita ed è una risposta alle nuove necessità imposte dal Covid: sarà allestito un enorme drive-in che potrà ospitare oltre 500 auto, confermandosi addirittura come il più grande del mondo. Tra i grandi nomi della serata di apertura, accanto a Noemi, Fabrizio Moro, Mario Biondi e tanti altri, ci sarà anche il cantautore toscano Marco Masini.

Masini, cosa dobbiamo aspettarci dalla sua presenza a ‘Imaginaction’? «Quest’anno per me è un anno speciale perché festeggio i trent’anni di carriera. Per questo sul palco vorrei portare soprattutto la narrazione di quella che è la mia storia. Parlerò del mio lavoro e di come è cambiato nel corso del tempo. Visto che il festival è incentrato sui videoclip, naturalmente, ci sarà occasione anche di parlare dei tanti lavori che ho fatto al fianco di Stefano Salvati che, oltre ad essere il direttore artistico dello show, è anche un ottimo regista».

Il videoclip pesa nella riuscita di una canzone? «Certo. Il rapporto tra musica e immagine è sempre molto forte e quando un videoclip è ben riuscito è capace di dar colore al brano e a farlo meglio visualizzare, potenziandone l’efficacia. A me è sempre piaciuto seguire da vicino la realizzazione di ogni video, ascoltando chi ne sapeva di più senza rinunciare a dire la mia».

Ci sarà spazio anche per la musica live? «Senz’altro. Mi metterò al piano ed eseguirò diversi brani del mio repertorio».

Ha ripreso a suonare live a pieno ritmo dopo il lockdown? «Sì, ho fatto dei concerti, anche se in maniera più dimessa rispetto al passato. Ho dovuto rinunciare alla band e ho suonato solo piano e voce. Anche il pubblico doveva stare seduto, senza ballare».

L’emozione è stata diversa rispetto ai tempi pre-Covid? «È stato bello tornare sul palco, ma l’impressione è quella di fare live in Finlandia, dove nessuno urla, nessuno canta ad alta voce…». L’evento di Forlì, grazie alla formula drive- in, potrebbe essere un modo per ritrovare il calore dei grandi concerti dal vivo? «Lo spero. Senz’altro è un’ottima idea, anche se ora è necessario pensare a come andare avanti anche nei mesi autunnali e invernali: la nostra categoria è stata ed è fortemente colpita dai provvedimenti legati alla pandemia e ora è il momento di pensare al futuro».

Pensa che la sua categoria sia stata dimenticata? «Forse è successo perché siamo considerati non indispensabili, eppure senza musica non si può stare. Tra l’altro quando parlo di categoria più colpita non mi riferisco certo solo ai musicisti, ma anche ai tecnici, ai fonici, ai facchini... Intorno all’arte gravita tutto un mondo che ora vive una grande difficoltà».

Nonostante l’anno difficile riuscirà a festeggiare il trentennale della sua carriera su un grande palco e tanto pubblico. Come vive l’occasione? «Sono molto contento di poter prendere parte a questa bella serata in un periodo così duro e carico di incertezze. Sarà senz’altro una bella serata e speriamo che d’ora in avanti ne possano seguire sempre altre, perché la musica davvero non si può fermare».