Pesaro, 24 gennaio 2014 -SI È SPENTO ieri pomeriggio nella sua casa romana il maestro Riz Ortolani, pesarese di nascita e di cuore e romano d’adozione, musicista, compositore e autore di oltre 400 opere che spaziano da colonne sonore composte per i registi più famosi del mondo ed entrate ormai nella storia del cinema - sue sono le musiche di tutti i film di Pupi Avati e suo grande ammiratore è ancora oggi Quentin Tarantino - alle sinfonie, alle opere teatrali e anche ad un inno «La mia città» dedicato a Pesaro, suo amato luogo di nascita al quale è rimasto sempre legatissimo.

Il maestro Ortolani aveva 88 anni, una vita intensa e piena di soddisfazioni interamente trascorsa con al fianco la moglie, la cantante Katyna Ranieri, la quale nell’ormai lontano 1962 contribuì a spalancare le porte della celebrità alla musica di suo marito eseguendo il motivo «More», colonna del film «Mondo cane», forse il brano più eseguito di sempre nella storia della musica cinematografica e che doveva portare Ortolani alla conquista del Grammy Award del 1964, primo di una lunga serie di riconoscimenti internazionali, dalle nomination agli Oscar ai Golden Globe negli Stati Uniti, ai cinque David di Donatello, aiquattro Nastri d’Argento e alle quattro Colonne Sonore dell’anno in Italia. Dovettero passare ben 24 anni prima che un italiano tornasse a vincere un Grammy Award.

CON PESARO Ortolani aveva sempre mantenuto un solido legame tanto da creare fin dal 2006 una Fondazione col suo nome — presentata ufficialmente il 29 febbraio 2008, giorno del compleanno di Rossini — per l’elargizione di borse di studio a sostegno dei giovani studenti di musica e compositori. «Devo tutto al Conservatorio Rossini — era solito dire Ortolani —, se non avessi avuto la musica non so cosa avrei fatto nella mia vita». Al «Rossini», Riziero, questo per intero il suo nome, aveva compiuto gli studi musicali: suona il violino già a quattro anni, a otto anni un incidente lo costringe a cambiare l’impostazione degli studi, passa al flauto dove subito si distingue, tanto che a soli quindici anni, non ancora diplomato, diventa primo flauto dell’orchestra sinfonica cittadina. E’ proprio in quel periodo che comincia a maturare anche la passione per la direzione d’orchestra mentre segue corsi di composizione e di strumentazione per banda. Avrebbe voluto frequentare l’Accademia Chigiana di Siena, dovette rinunciarvi per la morte del padre e quindi si trasferì a Roma dove iniziò la sua lunga e incredibile carriera terminata ieri.

L’INNO «La mia città», una marcia sinfonica per orchestra e fiati con liriche scritte dalla moglie Katyna e da Lorenzo Raggi, fu eseguito e diretto in prima mondiale dal maestro Ortolani nel 2004 al Teatro «Rossini». La storia racconta che negli anni Novanta un suo concerto tenuto a Pesaro dovette a furor di popolo essere replicato il giorno dopo per accontentare tutti i pesaresi che non avevano trovato posto in teatro. Se ne va un grande figlio di Pesaro.
 

Franco Bertini


I funerali

COME da lunga e consolidata tradizione romana, anche l’ultimo addio a Riz (alias Riziero) Ortolani, morto per le conseguenze di una bronchite, avverrà nella Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo. La cerimonia funebre e le esequie sono state fissate per domani alle ore 15. La salma del maestro verrà poi trasportata a Pesaro per essere sepolta al cimitero centrale. Lascia la moglie Katyna e la figlia Rizia.