Di Canio: "Sarà uno scudetto apertissimo. Lukaku? Non è un campione"

Il volto di Sky Sport: «Milan e Inter in pole, ma c’è la variabile Qatar. Romelu ha confermato di non essere da élite, ma qui può spostare»

Paolo Di Canio, una delle voci più apprezzate di Sky Sport

Paolo Di Canio, una delle voci più apprezzate di Sky Sport

Bologna, 1 luglio 2022 - Il calcio da commentare. Il padel da praticare (come una nuova religione). Il tutto accompagnato da una Sprite: meglio se fredda. Da artista del pallone, Paolo Di Canio trovava spesso traiettorie impensabili ai più e vietate ai portieri. E ancora oggi, come voce di Sky Sport, pennella sempre giudizi che superano la barriera della retorica e della piacioneria. Di Canio, qual è il significato del ritorno di Lukaku in Italia?  "Premessa: sono contento sia tornato, perché è un personaggio, crea entusiasmo e accende ancora di più la lotta scudetto. Ma questa operazione è lo specchio della serie A. Parliamo di uno che arriva in prestito, perché, a parte il Milan, le nostre squadre sono costrette prima a vendere, per poi prendere qualcuno. Perché l’Italia è fuori dal mondiale? Perché i nostri club non arrivano ai quarti di Champions? Perché l’élite del calcio gioca in altri paesi". Quindi Lukaku non fa parte dell’élite? "Lo dicono i fatti. Lo status te lo danno la Champions, gli Europei, i Mondiali. Parliamo di un gran bel giocatore, per carità, uno che in Italia farà tanti gol e sposterà ancora gli equilibri". Ma…? "Ma rimango stupito quando la critica, tra cui molti ex calciatori, lo definisce un campione. Un campione è uno che va al Chelsea, si prende il posto da titolare, e alle prime difficoltà insiste per dimostrare che quel posto è suo. Lui, invece, è andato lì, in una squadra con Kantè, Thiago Silva, Havertz - gente che ha vinto tutto - pensando di essere un fenomeno. Il problema è che in Italia gli abbiamo fatto credere di esserlo, con i titoloni. Gli è stato conferito un valore enorme per aver vinto uno scudetto. In Europa League buca la finale, in Champions non pervenuto nelle gare che contano. All’Europeo, contro di noi, ha sbagliato due gol clamorosi, dobbiamo ringraziarlo. Ci si deve domandare perché il Chelsea se ne libera così serenamente. Perché nessuno dei club che potevano spendere 80-90 milioni ha provato a prenderlo? E’ una questione di piani. Lewandowski sa fare 7 cose da élite, il belga ne fa 3. Haaland a 20 anni ha fatto dieci volte più di lui in Europa".  I tifosi interisti, però, sono in delirio… "E li capisco. Con Lautaro formerà una coppia super affidabile, insieme hanno dimostrato di essere fantastici. Ma attenzione: Inzaghi è diverso da Conte, magari vuole giocare di più a calcio e allora serve un centravanti che sappia stoppare la palla e dialogare coi compagni. Ecco, se Dzeko accetta di restare con un ruolo da comprimario, senza malumori, allora l’Inter ha un attacco perfetto". In ogni caso, nerazzurri favoritissimi? "No, quest’anno sarà un campionato ancora più strano, con equilibri ancora più sottili: veniamo da due anni di pandemia e a novembre ci sarà la sosta per i mondiali. Come torneranno i giocatori dal Qatar? Milan e Inter partono alla pari in una scala di valori, Juve un gradino subito sotto se la difesa non si rinforzerà un po’. Ma sono tanti i fattori che possono accorciare le distanze. L’anno scorso l’uscita dalla Champions è stata un vantaggio per Pioli". Origi è l’uomo giusto per i campioni d’Italia? "Ha ottimi piedi, una bellissima stazza, una buona meccanica. Gli piace spostarsi, ma sa segnare: doppietta in semifinale di Champions, gol in finale. Poi entra in una squadra collaudata, in un contesto che funziona: se Pioli lo convincerà a buttarsi di più dentro l’area, potrà andare facilmente in doppia cifra".  Perché Dybala è ancora senza squadra? "Mi dispiace davvero, è uno che ti fa stropicciare gli occhi quando fa quei due-tre numeri. Ma è evidente che si è persa ogni traccia del giocatore di 4-5 anni fa. Se tre tecnici diversi lo hanno messo in discussione alla Juve, se la società gli dice ‘sei libero’, un motivo dev’esserci. Spero resti in Italia, per godercelo ancora, ma è chiaro che se gli devo dare quei soldi, la fascia da capitano, il ruolo di leader, allora no: Dybala non ha quella statura, è un bambinone, buono, fin troppo. E’ proprio quello il problema". Intanto la Juve si riprende Pogba… "Lui per me è un mistero. Uno con le sue qualità, come fa a scomparire così? Come atteggiamento mi ha molto deluso, ma torna in un campionato con ritmi più lenti. Credo non gli mancheranno la voglia di riscatto e la devozione per una società che lo ha ripreso. Ma ripeto: dovrà metterci tanto del suo, anche perché non ritroverà i Pirlo, i Vidal, i Marchisio, gente che lo fece esprimere al meglio". Uscendo dal perimetro del campo da calcio... anche lei un patito del padel? "Ho iniziato cinque anni fa su invito di Marchegiani, ora mio compagno fisso. Lui ha il campo a casa: vado, mi trovo questi vetri, mi dico: ma che è ‘sta roba? Non la vedo mai la pallina. Poi ero abituato a cose più strong, allenamenti militari, la spartan race. Però non mi va giù e allora gli chiedo di rigiocare. Da lì una droga: mi sono messo sotto, autodidatta". Perché il padel spopola così? "Perché tira fuori gli istinti primordiali: è come una caverna, ci sono i cacciatori e i cacciati. C’è un lavoro fisico, ma anche mentale, è tutto compresso in una gabbia piccolissima, dieci metri per dieci lo spazio da dividere con un compagno. All’inizio io e Luca ci siamo scontrati, ora abbiamo un equilibrio nostro, che funziona, non saremo spettacolari, ma siamo duri da battere". Tanto che all’Illumia Padel Cup che parte oggi a Bologna siete tra le coppie più temute. "Forse abbiamo la fama di essere una coppia ostica, resiliente, che non molla. Ma c’è tanta gente che gioca da 10 anni. Fiore, Totti, Locatelli: ho visto i video, è fortissimo. Sicuramente venderemo cara la pelle: non vogliamo arrivare ultimi".