Veneto, 77 milioni di ore di cig in 5 mesi. Donazzan: "Ora riforma degli ammortizzatori"

Secondo l'assessora regionale al Lavoro, "il Veneto non può da solo attivare politiche di formazione quando il lavoratore è sospeso", serve un intervento nazionale

lavoro in fabbrica

lavoro in fabbrica

Venezia, 03 luglio 2021 - Sfiora la soglia dei 77 milioni di ore la cassa integrazione effettuata in Veneto tra gennaio e maggio. Nello stesso periodo del 2019 le ore di Cig utilizzate erano state 'solo' 6,4 milioni, meno di un decimo. Nel 2020, invece, a causa del primo lockdown, con serrate pressoché totali, le ore di Cig erano state 166 milioni.  I dati Istat, inoltre, fa sapere la Regione Veneto, indicano che il Veneto è tra le regioni che nel mese di maggio ha avuto il maggior numero di autorizzazioni per i fondi di solidarietà (13,7 milioni di ore), secondo solo alla Lombardia (20,4 milioni). A livello nazionale, le ore autorizzate nei fondi di solidarietà sono state 35,5 milioni per il settore alberghi e ristoranti, delle quali 18,6 milioni per attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese e 17 milioni per il commercio. “I dati fotografano un mercato del lavoro congelato ma la realtà è ben diversa - afferma in una nota l'assessora regionale al Lavoro Elena Donazzan -. Le misure volute dal Governo a tutela dell’occupazione in epoca pandemica sono andate nella giusta direzione di mettere in protezione i lavoratori e le imprese affinché le imprese non perdessero il capitale umano e non ci trovassimo di fronte ad una massa di disoccupati in cerca di lavoro ma ora serve una seria riforma degli ammortizzatori sociali”.

"Non più solo politiche passive"

“Non possiamo più permetterci solo politiche passive, il modello veneto lo insegna, anche se parliamo di regole nazionali - continua Elena Donazzan -. Il Veneto da solo non può decidere di attivare politiche di formazione del personale quando il lavoratore è sospeso. Credo sia assolutamente necessaria una riforma degli ammortizzatori che deve essere necessariamente nazionale: potrà poggiare in Veneto su una cultura del lavoro, anche del sindacato, che mai ha smesso di chiedere attività di formazione quando i lavoratori erano a rischio di espulsione, tanto che la nostra Regione ha avuto da sempre delle misure di ricollocazione all’esterno attraverso la formazione per tutte le situazioni di crisi. Lo facevamo attraverso accordi regionali". "Il Ministro Orlando ha apprezzato e riconosciuto come buona prassi di riferimento a livello nazionale il modello Veneto - ha concluso l'assessora Donazzan, . Adesso è il momento di avere uno strumento di riferimento a livello nazionale”.