Bimbo di 2 anni morto a Belluno, l'autopsia: ucciso da un'overdose. Cosa sappiamo sul caso

I primi risultati dell'autopsia hanno accertato un'overdose di hashish e tracce di cocaina ed eroina nei capelli del piccolo Nicolò. Il padre Diego Feltrin è indagato per omicidio colposo

Nicolò, il bambini di 2 anni morto all'ospedale di Belluno

Nicolò, il bambini di 2 anni morto all'ospedale di Belluno

Belluno, 4 ottobre 2022 – Nicolò era in overdose da hashish. È morto così il bimbo di due anni arrivato senza conoscenza all’ospedale bellunese di Pieve di Cadore e deceduto nella notte dello scorso 28 luglio. Ma non solo: tracce di cocaina ed eroina sarebbero state emerse dall’analisi del capello di Nicolò. La conferma è arrivata dall’autopsia, il padre del bambino – il 43enne Diego Feltrin – è indagato per omicidio colposo, anche se la vicenda ha ancora molti lati oscuri tutti da chiarire. L'uomo aveva raccontato che il piccolo  aveva ingerito una strana sostanza al parco pubblico sotto casa", ma nell'abitazione di famiglia a Longarone i carabinieri avevano fatto una scoperta inquietante: un panetto di hashisg abbandonato in una tazza sul comodino del bambino

Cosa sappiamo della vicenda: 

Il mistero della droga: in casa o al parco?

A portare al pronto soccorso il piccolo era stato lo stesso padre, un boscaiolo bellunese, allarmato perché non riusciva a svegliare il bambino dopo il riposino pomeridiano nella loro casa di Longarone, nella frazione di Codissago. Poche ore dopo il suo arrivo e l'immediato ricovero d’urgenza, il suo cuore aveva smesso di battere.

"Non so cosa possa essere successo, non riesco nemmeno a guardare la foto del mio bambino". È la frase che il padre aveva ripetuto più volte dopo la morte del figlio in circostanze ancora tutte da ricostruire. Il padre aveva infatti raccontato, prima ai medici e poi agli inquirenti, che il piccolo aveva ingerito una strana sostanza al parco pubblico sotto casa".

Eppure, nonostante i sopralluoghi dei carabinieri e degli esperti in veleni e sostanze tossiche, nel parco non era stato trovato niente. Inoltre, le tracce di cocaina ed eroina emerse dall’autopsia sulla salma del bambino farebbero pensare che la droga potesse essere entrata nell’abitazione di Longarone, dove Nicolò viveva con i genitori.

Il padre: rasato prima dell’esame del capello

Non convincono diversi particolari. Prima di tutto quelle tracce di cocaina ed eroina trovate nei capelli del bambino, segno che Nicolò era entrato altre volte in contatto con quelle droghe. E poi lo stesso Feltrin, il padre che – invitato dai carabinieri a sottoporsi all’analisi del capello – si sarebbe presentato all’esame completamente rasato, rendendo impossibile eseguire il test. La mamma di Nicolò – che al momento della tragedia si trovava al lavoro in una mensa scolastica – si sarebbe addirittura rifiutata di sottoporsi all’analisi antidroga: non essendo indagata il rifiuto era legittimo, anche se lascia spazio ad altri interrogativi.

Il panetto di hashish in casa

Durante la perquisizione dell’abitazione della coppia – che nel frattempo si sarebbe trasferita a casa di amici – i militari hanno trovato un panetto hashish in una tazza sul comodino del bambino. Un ritrovamento che – messo insieme alle anticipazioni dell'autopsia, effettuata dal medico legale Antonello Cirnelli – potrebbero tracciare una pista obbligata nelle indagini. In tanto sono in corso altri esami sui reperti sequestrati nella casa dei Feltrin, affidate dalla procura di Belluno a Donata Favretto.

I carabinieri in queste ore faticano a mettersi in contatto con la coppia. I due si troverebbero da amici. “Per loro è troppo doloroso rimanere nella casa dove hanno cresciuto il loro bambino che non c'è più – afferma il legale di Feltrin, Massimiliano Xais – ma eviterei di dire che la famiglia è irreperibile, se qualcuno vuole parlare con loro io sono qui a disposizione, chiunque può mettersi i contatto con me”. La posizione del boscaiolo era subito apparsa sospetta ai militari. Il piccolo è arrivato il ospedale in braccio al padre, dopo una corsa disperata in auto, con il battito rallentato, sino a che il cuore si è fermato. Ai sanitari la coppia aveva raccontato che Nicolò si era addormentato per il pisolino pomeridiano senza più svegliarsi.