Covid Veneto, oggi 13 febbraio. Contagi dimezzati, si vola verso la zona bianca

Sono sotto la soglia dei 5mila i casi di oggi, con 21 morti. In calo la pressione su aree mediche (1.426 ricoveri) e terapie intensive (131)

Venezia, 13 febbraio 2022 – Nuova discesa nella curva dei contagi, il Veneto ha dimezzato il numero dei casi in poche settimane. Scende sotto i cinquemila la soglia dei positivi al Covid, con 4.491 casi nelle ultime 24 ore. Dopo la stasi degli ultimi giorni – con 6mila casi, ieri il numero dei casi era stabile rispetto al giorno precedente – si torna a respirare.

Covid Veneto, i dati del 13 febbraio 2022
Covid Veneto, i dati del 13 febbraio 2022

Sommario: 

Il bollettino di oggi

È un dato, quello di oggi, che come ogni weekend risente della minore richiesta dei tamponi dovuto al fermo di molte attività lavorative, ma comunque i numeri fanno sperare in una veloce ripresa. E di un passaggio di colore, che potrebbe presto portare il Veneto in zona bianca.

Sono 108.166 i veneti in isolamento per il contagio – un calo significativo, con 4.600 guariti in un solo giorno –, mentre il totale dei casi esaminati in questi due lunghi anni di pandemia sale a 1.267.330. Il bollettino regionale di oggi segnala 21 vittime, che portano il totale dei decessi a 13.560. Ieri i morti erano 33.

Crollo anche per i ricoveri in area medica, che sono 1.426 (-32), e scende a 131 (-4) il dato sulle terapie intensive. Intanto in 5 province venete, si sta diffondendo la variante Omicron 2

Le province: cosa emerge dai dati

La situazione è decisamente in ripresa in tutte le sette province venete, dove oggi i numeri sono più leggeri ovunque. Il dato più alto del bollettino emesso questa mattina dall’Unità di crisi regionale è quello di Verona, che in soli tre giorni passa da 1.264 a soli 842 nuovi casi. Oggi, nel Veronese, sono 24.613 le persone contagiate in isolamento, giovedì scorso erano 10mila in più. Seguono i Comuni del Vicentino, dove in totale oggi si registrano solo 821 tamponi positivi e 17.934 attualmente positivi.

È sostanzialmente identico il bilancio odierno dei contagi per le zone di Padova e Treviso, tra le due province c’è uno scarto di soli 3 casi. E infatti, mentre a Padova oggi sono risultati positivi solo 817 test e 17.933 contagiati totali, 6mila in meno rispetto al 10 febbraio, nella zona di Treviso i casi idi oggi sono 814 e i residenti in isolamento sono 15.013, numero che indica oltre 4mila guariti in tre giorni.

Nella Città metropolitana di Venezia sono invece 705 i casi scoperti nelle ultime 24 ore dall’analisi dei tamponi, per un totale di 16.194 persone in isolamento, a casa o in ospedale. Anche nel Veneziano, è alto il dato delle persone risultate negative all’ultimo test di controllo: 3mila da giovedì ad oggi. Restano alti, in proporzione al numero degli abitanti e al trend delle ultime settimane, i contagi nel Bellunese. Sono infatti 216 gli ultimi tamponi positivi emersi in tutta la provincia di Belluno, con 3.485 persone in isolamento. Nella provincia di Rovigo si registrano, nelle ultime 24 ore, 173 nuovi casi, che portano a 4.047 il totale dei contagiati.

Vaccini: a che punto siamo

Sono state 21.402 le dosi somministrate ieri negli hub vaccinali del Veneto. Sono state le terze dosi16.043 quelle inoculate ieri – a portare in alto i numeri del vaccino anti Covid. Sono state solo 1.035 le prime dosi, segno che tra i 450mila veneti non ancora vaccinati c’è lo zoccolo duro dei no-vax. Molti di loro stanno aspettando l'arrivo del vaccino Novavax: ecco quando sarà disponibile in Veneto. Sono 161mila gli over 50 senza nemmeno una dose, in molti aspettano l’arrivo dell’estate, quando l’obbligo decadrà. Sono state 4.324, invece, le seconde dosi di richiamo, necessarie per completare il ciclo primario.

In totale, le vaccinazioni somministrate dall’inizio della campagna vaccinale ad oggi sono state 10.666.285 in tutto, numero aggiornato a ieri. Ha raggiunto l’80,8% la popolazione veneta che ha completato il primo ciclo, di cui il 61,3% ha già effettuato la dose booster. L'utilizzo delle forniture è al 98,8%.

Ecdc avverte: “La pandemia non è finita”

Contagi Covid in calo in tutta l’Italia, come mostrano i dati degli ultimi giorni. Ma l'invito è sempre quello a non abbassare la guardia perché "la pandemia non è finita", ricorda Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per le malattie Ecdc. “È probabile che questo Covid-19 rimanga con noi. Non è detto che Omicron sia l'ultima variante che vediamo'', continua Ammon.

"Se ci sarà un cambiamento di approccio nelle misure saranno i paesi a deciderlo. Attualmente vediamo un'enorme differenza tra le situazioni dei paesi in Europa", ha rilevato la direttrice, ricordando che "abbiamo da 600 ai 1.000 casi per 100mila abitanti, quindi le misure restrittive variano in base alla situazione epidemiologica e al livello di vaccinazione".

In 24 ore, secondo il bollettino di sabato della Protezione Civile e del ministero della Salute, sono stati registrati 62.231 casi da Coronavirus e altri 269 morti. Sono stati 587.645 i tamponi processati con un tasso di positività del 10,6%. Sono 16.310 i ricoverati con sintomi, 514 in meno di venerdì, mentre sono 1.223 le terapie intensive occupate, 42 in meno del giorno prima. Sono 10.206.892 i guariti, 117.463 in più da ieri, mentre sono 1.695.614 gli attualmente positivi. Da inizio pandemia le vittime sono state 150.824.

“Mascherine, non è una misura così invasiva''.

Proprio sull'allentamento delle restrizioni in alcuni paesi, Ammon spiega che "stiamo monitorando molto attentamente quello che succede soprattutto a livello di ospedalizzazione e terapie intensive". In particolare delle mascherine, non più obbligatorie all'aperto in Italia dell'11 febbraio, la direttrice aggiunge che "se si vuole raggiungere una riduzione della contagiosità, bisogna mantenerle nei luoghi dove non è facile mantenere le distanze, quindi al chiuso o dove ci sono assembramenti. La mascherina poi, secondo me, non è una misura così invasiva''.

E a proposito di cosa abbiamo imparato dalla pandemia la direttrice dell'Ecdc spiega: "Abbiamo imparato molto, ma non direi che sappiamo già tutto su questo virus. Spesso ci ha sorpreso in questi 2 anni quindi dobbiamo stare molto attenti. Dobbiamo intensificare la sorveglianza e migliorare il sequenziamento per individuare le varianti del virus il prima possibile".