Covid Veneto 5 novembre 2021, boom di contagi con 792 casi. Zaia: "Zona bianca, per ora"

Terapie intensive: occupazione aumentata quasi del 50%. Focolai nella case di riposo, a Verona 181 casi Covid nelle scuole primarie. Padova è la quinta provincia italiana con il più alto numero di contagi

Bollettino Covid Veneto del 5 novembre

Bollettino Covid Veneto del 5 novembre

Verona, 5 novembre 2021 – “Il vaccinato ha 80% di possibilità in meno di contagiarsi, è la pandemia dei non vaccinati”. È lapidario il governatore del Veneto Luca Zaia nel commentare i dati dell'incidenza Covid in regione, dove anche oggi si registra un altro boom con 792 casi su 10.944 tamponi. "Restiamo in zona bianca ma non è scritto nella pietra, se andiamo avanti così qualche viraggio di colore potrebbe anche esserci", avvisa il governatore.

“I numeri crescono perché i cittadini stanno facendo più tamponi per il Green pass, che sta ormai diventato uno strumento di screening”, precisa Zaia. “Abbiamo triplicato i test processati rispetto a qualche settimana fa ed è questo fa aumentare l’emersione dei casi, lo dimostra il fatto che l’incidenza è allo 0.78% con un Rt che passa da quasi lo 0,90 all’1,1 di oggi”. Oggi c’è 1 solo morto porta il totale delle vittime a 11.842Ieri i casi erano 734.

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Bollettino Covid Veneto del 5 novembre
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Secondo i dati riportati oggi da Zaia e dall’assessora alla Sanità, Manuela Lanzarin, “l’80% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva sono di persone non vaccinate, così come il 66% dei ricoverati in area medica”. Ma non solo. “I vaccini proteggono ed evitano che il virus circoli anche tra i non vaccinati, ma i dati confermano che, ogni 100mila abitanti, si infettano 175.8 non vaccinati e solo il 36,1 di vaccinati”, prosegue Zaia. “I non vaccinati si contagiano sei volte di più: non voglio fare promozione ai vaccini, ma certo è che se il Governo avesse fatto una comunicazione diversa, spiegando ai cittadini rischi e opportunità, forse molti indecisi si sarebbero vaccinati”  Covid Veneto, 4 decessi e 773 contagiati: oltre 12 mila le persone in isolamento

La pressione sugli ospedali

La pressione sugli ospedali rimane stabile, ma il Veneto non intende abbassare la guardia. “Abbiamo il 3% di occupazione, sia in area medica che in terapia intensiva, ma questo non significa che la situazione non sia da considerare con attenzione. Non dimentichiamoci che all’inizio della pandemia avevamo 3mila persone in corsia e 500 in terapia intensiva”. Oggi in tutti gli ospedali del Veneto ci sono 280 ricoverati per Covid, di cui 234 (+6) in area medica e 46 (-1) nei reparti di terapia intensiva. “Una settimana fa avevamo 30 malati Covid in terapia intensiva, ora siamo a quota 46, è quasi il 50% – precisa Zaia – e dobbiamo considerare che in quei reparti ci sono altre 356 persone non Covid: questo significa che stiamo lavorando a pieno regime”.

Zaia chiede cautela ai suoi cittadini. “CI siamo tutti rilassati e questo ci preoccupa. Dobbiamo considerare il Covid – continua il presidente del Veneto – come a un campo minato: con il vaccino lo abbiamo bonificato, ma restano ancora delle mine. I cittadini devono continuare a muoversi con attenzione. Se aumentano i casi nelle terapie intensive, poi per gestirli bisogna spostare personale iper specializzato, drenando risorse dagli altri reparti e togliendo sanità ai malati che ne hanno diritto per altre patologie”.

Il Veneto resta in zona bianca

Al giro di boa dell’unità di crisi nazionale, il Veneto resta in zona bianca. “Ma se continuano così, qualche viraggio di colore potremmo averlo”, commenta Zaia, che invita i veneti a “mantenere la mascherina anche all’aperto in caso di assembramento”. Non è chiaro, secondo il governatore, come si muovano i contagi. “Gli esperti ci devono spiegare perché, nella prima fase della pandemia, abbiamo avuto zone come il Trevigiano e il Padovano con picchi di contagi e poi a Venezia, dove c’era stato il carnevale, dove l'età media degli abitanti è più alta e dove ci sono calle strette che possono favorire la circolazione del virus, il Covid è arrivato ed è uscito dalla città senza creare quella strage che temevamo”. 

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Padova è la quinta provincia italiana con più contagi

Padova è la quinta provincia più contagiata d’Italia, mentre ieri a Verona sono emersi 181 casi Covid nelle scuole primarie. Il Padovano è in testa anche oggi con 179 casi e 2221 positivi in isolamento. Il sindaco della città di Padova, Sergio Giordani, che si trova a casa in isolamento fiduciario dopo che pochi giorni fa ha avuto un contatto con una persona risultata positiva al Covid-19. Il primo cittadino, hanno fatto sapere dal Comune, è risultato negativo ai primi tamponi, sta bene e continua da casa l'impegno amministrativo. 

Subito dopo Padova, compare Verona con 152 nuovi positivi su un totale di 1.498 persone, seguita dalla Città Metropolitana di Venezia con 151 casi e 1.660 positivi in tutto. Numeri ancora alti a Treviso, dove oggi ci sono 128 nuovi positivi per un totale che sale a 1260. A Vicenza ci sono 104 casi e 1.653 positivi in isolamento. Restano alti i numeri anche a Belluno e Rovigo, dove in entrambe le zona i positivi sono 33 su un totale di 482 infetti nel Rovigino e 281 nel Bellunese.

Focolai nelle Rsa

“Negli ultimi giorni sono scoppiati diversi focolai nelle Rsa”, spiega l’assessora Manuela Lanzarin, citando casi come quelli di Verona e Vicenza. “Tutti gli anziani risultati positivi sono vaccinati con doppia dose e alcuni avevano anche fatto la terza da meno di 14 giorni, periodo dopo il quale si verifica la massima protezione. I positivi stanno bene, sono gestiti tutti all’interno delle strutture Rsa e molti sono asintomatici”.