Covid Veneto, bollettino 19 maggio: oggi 333 positivi e 8 morti

Il governatore Luca Zaia annuncia il calo dei ricoverati in ospedale (-18 da ieri) e nelle terapie intensive (-13). Regione ottava per mortalità in Italia. Vaccinazioni, la replica a Figliuolo

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Venezia, 19 maggio – La Regione Veneto, nelle ultime 24 ore, registra 333 nuovi positivi al Covid-19 e otto decessi. Lo ha annunciato il presidente Luca Zaia durante la consueta conferenza stampa giornaliera. Zaia, parlando coi cronisti, ha sottolineato che il Veneto è l’ottava regione in Italia per mortalità e quella con il minor numero di decessi tra quelle del Nord più colpite.

Continua a calare la pressione sugli ospedali

L'incidenza dei positivi per numero di tamponi si attesta allo 0,96%, mentre il totale dei positivi è pari a 420.990. Migliora il quadro ospedaliero: i ricoverati sono infatti 941 (18 in meno rispetto a ieri), 828 dei quali in area non critica (-17) e 113 (-13) in terapia intensiva.

Per quanto riguarda la campagna vaccinale, ieri in Veneto sono state somministrate 25.797 dosi di siero anti Covid, portando il totale delle inoculazioni a quota 2.365.185. Le prime dosi sono state 12.114 (1.654.795 in totale), mentre i cicli completi 13.683 (710.377). Il dato per fasce d'età vede il 97,5% degli over 80 con almeno una dose; percentuale che scende all'84,2% per chi ha più di 70 anni, al 71,8% per gli over 60 e al 29,6% dai 50 in su.

In totale, il 33,7% della popolazione veneta ha almeno una dose e il 14,2% ha completato il ciclo vaccinale. Durante il punto stampa di oggi Zaia ha sostenuto che “Figliuolo sta pensando a qualche realtà che ha qualche problemino”, replicando così alle raccomandazioni del commissario per l’emergenza di intensificare la vaccinazione degli over 60 prima di aprire ad altre categorie.

Zaia: “Vaccini? Noi siamo abituati a programmare”

“Vi passo solo un dato – ha spiegato – noi abbiamo 'sganciato' gli over 60, cioè tolto l'esclusiva delle prenotazioni, quando erano prenotati al 62% perché non c'erano prenotazioni ulteriori. Oggi sono il 78%: se noi fossimo stati lì ad attendere che prenotassero non avremmo fatto il 66% dei 50-59enni e il 45% dei 40-49enni”.

Dunque Zaia ha detto di essere “d'accordo che debbano essere messe in sicurezza quelle fasce, non si discute, ma non si può neanche lasciare delle voragini nella gente perché nessuno si prenota – ha concluso –. Noi siamo abituati a programmare, stiamo prenotando al 16 di giugno, oggi. Se poi qualcuno pensa di lavorare prenotando giorno dopo giorno per noi è impensabile”.

“Dosi ai turisti? Per noi l’ospite è sacro”

“Qualcuno si è un po' agitato per la storia della vaccinazione dei turisti ma io continuo a dire che per noi il turista è sacro – ha proseguito Zaia –. E la sacralità del turista è unica in Veneto, siamo i primi in Italia. Se volete andare di petrolio andate a farlo con quelli che hanno il pozzo, se volete parlare di turismo venite in Veneto”.

“Non immaginiamo un assalto alla diligenza, non è che uno va in vacanza per farsi l'iniezione della seconda dose, ma se dovesse servire noi ci vogliamo essere”. Zaia ha detto poi di sperare che a livello nazionale “vengano spianate tutte le paturnie mentali relative a fare la seconda dose”.

“Non mi sembra una cosa trascendentale – ha ribadito – non serve scomodare la Silicon Valley o qualcuno che faccia nuovi progetti. È un servizio che è unico e solo noi possiamo darlo. Abbiamo parlato per anni delle vacanze sicure: bene, il farmaco oggi oggetto di discussione è il vaccino”.

“Esagerato che questo tema diventi un caso nazionale”

Il governatore del Veneto ha poi ammesso di non essere convinto “che ci si possa rifiutare di somministrare un farmaco se te lo richiedono, perché nel territorio europeo c'è la libera mobilità dei cittadini ed è previsto che in caso di cure il Paese ospitante verrà rimborsato da quello di residenza”.

“Non sto dicendo che voglio mettere in piedi storie di rimborsi – ha precisato –, ma se il vaccino è un farmaco, e il farmaco è un diritto, penso che se qualcuno ponesse la questione non sono convinto che vada a finire in canalina. Noi lo vorremo fare se non ci creano inghippi, dopo di che, ovvio, ci vogliono i vaccini. Ma che anche questo diventi argomento di discussione nazionale mi sembra un po’ esagerato”.

Per Zaia, infatti “qualcuno si è agitato e pare che la discussione più grande in questo Paese sia la somministrazione dei vaccini ai turisti quando ci sono migliaia di disoccupati e aziende che chiudono. E ci si concentra sul vaccino ai turisti. Se ci mettono normative per poter agire noi ci adopereremo per farli. La regione più turistica d'Italia – ha concluso – non può girarsi dall'altra parte di fronte ad un'istanza che io sono convinto sia minimale”.

“Per i sanitari no vax c’è un decreto legge”

Commentando il rifiuto di alcuni sanitari e medici veneti a vaccinarsi, tema al centro di diverse controversie legali nei Tribunali della regione, il governatore ha ricordato che “c'è un decreto legge approvato il 26 aprile che prevede l'obbligatorietà del vaccino per gli operatori sanitari”, entrata però in vigore prima della loro assunzione.

“Ho l'impressione – ha aggiunto – che quella dei no vax nelle strutture sanitarie sia materia dei tribunali perché immagino ci siano aspetti giuslavoristici, penali. Per cui avremo i responsi tra 7-8 anni, a babbo morto”. Poi ha ribadito: “I medici che non vogliono vaccinarsi sono professionisti che hanno avuto una formazione nella quale era chiaro che il loro lavoro prevedeva l'utilizzo del farmaco che, in questo caso, si chiama vaccino”.

“Alla fine rimarranno solo gli irriducibili”

Non sono per l'obbligatorietà – ha puntualizzato Zaia –, però mi è difficile capire la guardia giurata che non sa che tra i corsi c'è anche l'uso della pistola. E quindi non capisco un medico che oggi mi dice che è contro i vaccini. Perché viene anche meno il principio della formazione che ha avuto”.

“Se un medico laureando, nell'aula dell'università, nel giorno della lezione sui vaccini, avesse alzato la mano per dire che era contrario alla loro somministrazione immagino che non avrebbe mai passato l'esame”. Zaia, infine, ha rilevato che nella regione molti operatori del settore stanno regolarizzando la loro posizione e che “rimarranno gli irriducibili”.