REDAZIONE VENETO

Il dialetto veneto scambiato per un insulto razzista: l’assurda vicenda nella San Vendemiano di Zaia

Una donna nigeriana ha malinterpretato la parola ‘anera’ (anatra): era in realtà uno scherzo tra amici a ridosso del matrimonio di un ragazzo trevigiano. Il governatore (che risiede in zona): “Riabilitazione e scuse alla mia comunità”

Luca Zaia con in mano una bandiera del Veneto (immagine d'archivio, Ansa/Matteo Bazzi)

Luca Zaia con in mano una bandiera del Veneto (immagine d'archivio, Ansa/Matteo Bazzi)

Treviso, 28 dicembre 2024 – Fischi per fiaschi a San Vendemiano (Treviso), di quelli così gravi da causare delle accuse di razzismo. La protagonista della vicenda è una donna nigeriana residente da vent’anni in Italia. Ha denunciato un presunto episodio di odio razziale: il 5 ottobre scorso, di fronte alla sua casa, è stato infatti affisso un cartello con la scritta ‘Anera m...’. La signora lo ha interpretato come un insulto al colore della sua pelle.

Molti i media che hanno trattato la vicenda, compresi quelli televisivi. Eppure, di razzismo non ce n’era neanche traccia: ‘Anera’ in veneto significa ‘anatra’, e il cartello era stato affisso a ridosso del matrimonio di un ragazzo trevigiano, per l’appunto soprannominato ‘anera’. Niente di più che un tradizionale scherzo dei suoi amici nel suo ‘grande giorno’. Non si trattava neppure dell’unica affissione goliardica: numerosi cartelli sono stati appesi, avvolti nel cellophane, sulla via che porta alla chiesa dove si è celebrato il rito. 

A dare risonanza al chiarimento dell’assurda vicenda è stato direttamente il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che risiede nel piccolo comune e chiede ora “la riabilitazione e le scuse” alla comunità di San Vendemiano. “La notizia delle presunte offese, diffusa frettolosamente da più parti anche a livello nazionale, è stata poi approfondita e chiarita solo da alcuni quotidiani locali – ha sottolineato il governatore – Se il chiarimento fornito sarà pienamente confermato (e non sembrano esserci dubbi in merito) è evidente che ci troviamo di fronte a un mega-errore, nonché a un tentativo di infangare la nostra comunità basandosi su informazioni inesatte”. “Non c'è stato alcun atto di razzismo, di ghettizzazione o di ostracismo verso nessuno – ha riassunto – questo episodio dimostra che le notizie vanno verificate fino in fondo, comprese le versioni riportate dai testimoni”. “Conosco la mia gente: gli immigrati sono perfettamente integrati nel mio comune, San Vendemiano, dove rappresentano almeno il 10-12% della comunità. L'integrazione è esemplare. Proprio per questo la vicenda mi è parsa fin da subito sospetta”.