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Il caso della 11enne violentata a Mestre: cosa è successo

Indignazione per il fatto che il 45enne Massimiliano Mulas ha alle spalle lunga sfilza di precedenti specifici per reati sessuali. Nel 2006, aveva già subito una condanna ad 8 anni per aver tentato di violentare due studentesse in provincia di Padova. Zaia: “Pene adeguate per reati così gravi”

Sono molti gli elementi indiziari raccolti dai carabinieri a carico di Massimiliano Mulas (foto archivio)

Sono molti gli elementi indiziari raccolti dai carabinieri a carico di Massimiliano Mulas (foto archivio)

Mestre (Venezia), 15 aprile 2025 - E' accusato di aver aggredito e violentato una bambina di 11 a Mestre. L'avrebbe seguita all'uscita della palestra e avrebbe abusato di lei nell'androne di casa. Lei era ancora al telefono con l'amica che ha udito le sue grida. Massimiliano Mulas, originario di Tempio Pausania (Sassari) resta rinchiuso nel carcere di Venezia dopo la convalida. Ma il 45enne ha alle spalle lunga sfilza di precedenti specifici per reati sessuali. Solo in Veneto, nel 2006, aveva già subito una condanna ad otto anni per aver tentato di violentare due studentesse in provincia di Padova.

La violenza e la convalida

La violenza sulla 11enne risale a giovedì scorso, l'uomo è stato rintracciato nella notte tra giovedì e venerdì e sottoposto a fermo, ieri 14 aprile la convalida. L'uomo, durante l'interrogatorio di garanzia con il gip, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Molti gli elementi indiziari raccolti dai carabinieri a suo carico. L'uomo era stato rintracciato a Mestre la sera stessa dei fatti, sulla base di un fermo di polizia disposto dal pm Anna Andreatta. Nella fuga dalla casa dell'11enne Mulas aveva perso il portafogli, con i documenti di identità. Dati i precedenti di Lulas il caso dell'11 di Mestre ha creato indignazione.

I precedenti specifici per reati sessuali

Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, è intervenuto sulla vicenda. "Con le dinamiche del caso che sembrano ben delineate, di fronte a quanto avvenuto la sera di giovedì scorso a Mestre non può che esserci spazio per una grande indignazione oltre che per una profonda riflessione da cui tutta la società non si può esimere. Come è possibile, infatti, che un individuo con precedenti specifici da far rabbrividire possa proseguire a macchiarsi di uno dei peggiori crimini concepibili, pedinando, braccando e violentando una ragazzina. Come può continuare a reiterare uno dei comportamenti criminali tra i più odiosi, agevolato dall'essere privo di qualsiasi strumento di controllo?"

Zaia: “Pene adeguate per reati così gravi”

"Se fino ad oggi, dopo i gravi episodi che gli vengono attribuiti in passato, ha riacquistato la libertà di tornare a delinquere - ha aggiunto Zaia -, questa nuova azione richiede uno stop definitivo; chi compie simili azioni criminali deve scontare una pena adeguatamente dura ed essere messo nelle condizioni di non reiterare reati così gravi". "Esprimo tutta la solidarietà possibile alla bambina e ai suoi familiari - ha concluso il governatore - aggiungo la mia vicinanza e anche un sentimento d'ammirazione per essere riuscita in una simile situazione ad avere la capacità di allertare un'amica. Un ringraziamento va anche ai Carabinieri che hanno tempestivamente catturato l'accusato, dimostrando come tutte le Forze dell'ordine siano un costante presidio di legalità e professionalità, anche fuori servizio".