Coppia di truffatori veneta: confiscati beni per oltre 1 milione

Tra gli 8 fabbricati e i 13 terreni anche un ben avviato agriturismo situato sui colli euganei, ora gestito da un amministratore giudiziario. I coniugi si erano costruiti un vero patrimonio con società in Veneto e Lazio compiendo truffe nelle compravendite immobiliari

i finanziari del comando di Padova

i finanziari del comando di Padova

Padova, 13 maggio 2023 – Una maxi truffa perseguita per molti anni ad opera di una coppia che incredibilmente possedeva diversi beni dichiarando un reddito esiguo. La Procura di Venezia ha delegato al nucleo di Polizia economico-finanziaria di Venezia l’esecuzione di un decreto di confisca. Nello specifico si tratta di beni per oltre 1 milione di euro, emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Venezia, nei confronti di una coppia residente in provincia di Padova, qualificati come socialmente pericolosi ai fini della normativa antimafia. In particolare i due coniugi erano dediti alla commissione di reati di truffa nel settore immobiliare, caratterizzati da una rilevante e non giustificata sproporzione tra somme dichiarate e beni posseduti. I destinatari del provvedimento di confisca risultano aver ammesso i diversi reati tra cui quelli di truffa, bancarotta fraudolenta ed in materia fiscale.

Cinque società in Veneto e Lazio

Le fiamme gialle veneziane hanno, pertanto, ricostruito il profilo dei coniugi che erano in possesso di cinque società tra il Veneto e il Lazio, con relativi complessi aziendali, costituiti da 8 fabbricati e 13 terreni, quote societarie e conti correnti aziendali. Tra le imprese oggetto di confisca, è stato acquisito un ben avviato agriturismo situato nei colli euganei, anch’esso ora affidato alla gestione dell’amministratore giudiziario nominato dal tribunale di Venezia. La riscontrata sproporzione tra il patrimonio posseduto e gli esigui redditi, sarebbero da attribuire ai profitti illeciti derivanti dalle attività delittuose poste in essere dalla coppia. La coppia in fase della trattiva si faceva consegnare con l’inganno indebite somme dai clienti per la stipula di contratti preliminare di acquisto per appartamenti di pregio in contesti turistici, garantendo le operazioni immobiliare con polizze fideiussorie rivelatesi poi false.