Disastro del Vajont, atti del processo nel Registro Unesco Memoria del Mondo

Per l’Onu quella del 9 ottobre 1963, in cui perirono 1.910 persone, è la prima di dieci tragedie causate dall'uomo negli ultimi 50 anni: ora il materiale, composto da fascicoli giudiziari, testimonianze video, lastre fotografiche, campioni di roccia, saranno conservati nel Vajont Trial Archival Fund

Immagine della tragedia del Vajont del 9 ottobre 1963 e un pezzo di montagna si staccò precipitando in una diga: un'onda gigantesca invase diversi paesi uccidendo 1910 persone

Immagine della tragedia del Vajont del 9 ottobre 1963 e un pezzo di montagna si staccò precipitando in una diga: un'onda gigantesca invase diversi paesi uccidendo 1910 persone

Belluno, 4 giugno 2023 – L'Archivio del processo per il disastro della diga del Vajont, che contiene documenti risalenti al 1900 che hanno dimostrato la responsabilità umana per la tragedia legata alla frana e all'alluvione che il 9 ottobre 1963 provocò la distruzione di interi paesi e la morte di 1.910 persone, è entrato a far parte del Registro della Memoria del Mondo dell'Unesco. L'Archivio è stato incluso nelle 64 collezioni documentarie appena iscritte nel registro Memory of the World, che contiene un totale di 494 collezioni.

A futura memoria

Il Registro della Memoria del Mondo comprende documenti provenienti da tutte le regioni del mondo custoditi su vari materiali che vanno dalla pietra alla celluloide, dalla pergamena al disco metallico. Un patrimonio emblematico di valore universale conservato per le generazioni future, di cui fanno parte manoscritti persiani illustrati e miniati, archivi architettonici ma anche le opere complete del poeta e filosofo sufi Mawlana, oltre 100.000 registrazioni riguardanti musica, tradizioni urbane e rurali e parole dal 1897 al 1914.

Diversi documenti contribuiscono a imparare dagli eventi passati e a promuovere la riconciliazione, tra cui quelli sull'assimilazione dei bambini indigeni in Canada, gli archivi dei massacri nazisti di Babi Yar, così come il film di Claude Lanzmann Shoah dedicato all'Olocausto e le sue duecento ore di filmati d'archivio.

Documentazione ‘fragile’

In molte parti del mondo, gli archivi documentari sono minacciati, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Inondazioni e incendi hanno distrutto migliaia di documenti cartacei nel corso degli anni, ma anche i materiali audiovisivi sono particolarmente fragili. I nastri magnetici si stanno deteriorando e le macchine utilizzate per leggerli stanno diventando sempre più rare. L'Unesco sostiene dunque la necessità di uno sforzo collettivo per preservare questa documentazione. Annunciando le nuove iscrizioni proposte da 56 diversi Paesi, la Direttrice generale dell'Unesco, Audrey Azoulay, ha dichiarato" Il patrimonio documentario è la memoria comune dell'umanità. Deve essere protetto per la ricerca e condiviso con quante più persone possibile. È una parte fondamentale della nostra storia collettiva".

Vajont Trial Archival Fund

I documenti del processo sulla tragedia del Vajont, classificata dall'Onu come il primo di 10 disastri causati da errori umani e scientifici negli ultimi 50 anni, appartengono all'Archivio di Stato dell'Aquila, ma sono temporaneamente conservati presso l'Archivio di Stato di Belluno. Oltre alle carte dei processi penali, che hanno avuto luogo tra il 1963 e il 1971, per un totale di 250 fascicoli giudiziari (compresi quelli anteriori al 1900) vi è vario materiale allegato agli atti del processo (campioni di roccia, modelli, registrazioni sismiche, negativi e lastre fotografiche, registrazioni video).

Il Vajont Trial Archival Fund, sottolinea l'Unesco, è ampiamente riconosciuto come fonte documentaria di importanza mondiale, come testimoniano le numerose e diverse opere di letteratura scientifica e culturale prodotte negli ultimi decenni.

Vajont cos’è accaduto

Il 9 ottobre 1963 un pezzo di montagna si staccò precipitando in una diga: un'onda gigantesca, che superò di 250 metri lo sbarramento artificiale, invase le sponde dell’invaso e quindi i paesi a valle radendo al suolo alcuni comuni e uccidendo 1910 persone. Il più colpito fu Longarone, ma vittime si registrarono anche a Codissago, Castellavazzo, Erto, Casso.

Nel febbraio 2008, Anno internazionale del pianeta Terra, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, parlò del Vajont come un caso esemplare di "disastro evitabile" causato dal “fallimento di ingegneri e geologi nel comprendere la natura del problema che stavano cercando di affrontare”.