Treviso, 16 settembre 2023 – Sequestrati un calzaturificio e due laboratori tessili. Si tratta di attività con sede nel trevigiano, dove sono state riscontrare molteplici violazioni, tali da far scattare i sigilli. Nella ricostruzione dei fatti è emerso come gli amministratori di quattro aziende, tutti di nazionalità straniera, operavano sulla base di commesse ricevute da imprese locali.
Tutti sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Treviso, a vario titolo, per violazione delle norme in materia di prevenzione degli incendi e gli infortuni sui luoghi di lavoro, nonché per reati in materia urbanistica, gestione dei rifiuti e prevenzione degli incendi.
Le violazioni riscontrate
Le irregolarità più gravi hanno riguardato la mancanza di indicazioni sulle vie di fuga, di luci di sicurezza in prossimità delle porte di emergenza, di estintori portatili e della cartellonistica che indica la loro posizione, oltre all’impraticabilità delle vie di fuga e all’assenza del certificato di prevenzione incendi. A queste si sono aggiunte svariate violazioni alla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.
All’interno delle aziende, infatti, erano presenti macchinari sprovvisti di sicurezze negli organi mobili, scarse condizioni igieniche, omessa designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi, oltre la mancata compilazione del documento di valutazione dei rischi.
Lavoratori clandestini
In una fabbrica di Cornuda (Treviso) è stata accertata la presenza di 20 metri cubi di scarti di lavorazione illecitamente smaltiti, sottoposti a sequestro insieme all’area in cui i rifiuti venivano bruciati, circostanza per cui è scattata la denuncia del titolare per i reati di illecito smaltimento e illegale combustione di rifiuti. Inoltre, sono stati identificati tre lavoratori irregolari, di cui uno privo del permesso di soggiorno, immediatamente espulso, con denuncia del datore di lavoro per impiego di manodopera clandestina.
Il sequestro e le pendenze con il fisco
Considerate le condizioni di degrado e pericolo in cui erano gestiti il calzaturificio e due dei tre laboratori tessili, l’impiego di lavoratori irregolari, la violazione delle norme in materia urbanistica e ambientale, i finanzieri del Gruppo di Treviso e della Tenenza di Montebelluna hanno proceduto con il sequestro d’urgenza, che è stato successivamente convalidato da parte del Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale. Infine, l’approfondimento della posizione delle aziende ispezionate ha permesso di accertare pendenze tributarie per 1,2 milioni di euro da parte delle ditte, tutte amministrate da stranieri, che, a decorrere dal 2010, le hanno gestite.