Suicidio assistito, Cappato: "Elena è morta in Svizzera nel modo che ha scelto"

Il viaggio di 8 ore dal Veneto per aiutare Elena, 69enne, malata terminale. Cappato: "Domani in Italia andrò a autodenunciarmi". L'ultimo messaggio e le ragioni

Venezia, 2 agosto 2022 - Adelina "ha appena confermato la sua volontà: è morta, nel modo che ha scelto, nel Paese che glielo ha permesso". Lo scrive in un tweet Marco Cappato che annuncia "domattina in Italia andrò ad autodenunciarmi". Adelina, si chiama Elena ed era della provincia di Venezia. Il nome di fantasia "Adelina" usato per le sue ultime ore di privacy è stato ispirato dalla canzone che ha scelto per i suoi ultimi momenti, Ballade pour Adeline, di Richard Clayderman, appena avvenuti nella zona di Basilea. Le sue ultime parole: "Avrei preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa, tenendo la mano di mia figlia e di mio marito".

Ieri ,1 agosto 2022, Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, aveva annunciato di trovarsi in Svizzera per dare seguito alla richiesta di aiuto ricevuta da parte di una signora veneta di 69 anni, pensionata, paziente affetta da una importante patologia oncologica polmonare irreversibile con metastasi, che ha chiesto di essere accompagnata nel Paese elvetico per potere accedere legalmente al suicidio assistito. 

Elena aveva ricevuto la diagnosi di microcitoma polmonare a inizio luglio 2021. Da subito i medici le avevano detto che avrebbe avuto poche possibilità di uscirne, dopo tentativi di cure, le è stato detto che c'erano  pochi mesi ancora di sopravvivenza, con una situazione che, via via, sarebbe diventata sempre più pesante.

La richiesta di aiuto di Elena

"Ho detto a mio marito e alla mia famiglia: sono davanti a un bivio. Posso prendere una strada un po' più lunga che mi porta all'inferno. E un'altra, più breve, che mi porta in Svizzera. Ho scelto la seconda", le parole di Elena, che Cappato ha accompagnato in Svizzera per porre fine alla sua vita.

La donna era affetta da una importante patologia oncologica polmonare irreversibile con metastasi. "Ho poi detto a mio marito - ha continuato la donna - che se avesse provato a dissuadermi, fra un mese o due, quando mi avrebbe visto sofferente se ne sarebbe pentito". 

Cappato ha riferito che "è stato un viaggio lungo, oltre otto ore dal Veneto, un viaggio reso necessario dal fatto che Adelina non avrebbe potuto ottenere questa possibilità in Italia, perché la sentenza della Corte costituzionale esclude che possano essere aiutate a morire persone che non siano tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale". 

L'autodenuncia a Milano

Cappato, domani 3 agosto andrà ad autodenunciarsi alla stazione dei Carabinieri in via Fosse Ardeatine 4 a Milano alle ore 11. Per Marco Cappato si tratta di una nuova disobbedienza civile, dal momento che la persona accompagnata non è "tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale", quindi non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per l'accesso alla tecnica in Italia" ha dichiarato Cappato.