Frana sulle Dolomiti, crolla una parete del monte Pelmo

Il cedimento è avvenuto in un punto senza sentieri: al momento si escludono vittime o feriti. Stesso punto della grande frana del 2011, dove persero la vita due soccorritori

Belluno, 9 agosto 2022 – Una scarica di rocce e detriti si è staccata dal versante nord del Monte Pelmo, sollevando un'alta nuvola di polvere e sfiorando un sentiero che costeggia il ghiaione alla base della roccia. Il boato è stato sentito nettamente tra lo Zoldano, la Valle del Boite e l'Alto Cadore. È successo intorno alle 7.30 di questa mattina sul massiccio noto come il “Caregon (seggiolone) del Padreterno”, nel centro delle Dolomiti della Val di Zoldo.

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Esclusa la presenza di vittime

Il crollo ha interessato l'area compresa tra passo Staulanza e forcella Val D'Arcia, ed è stato subito notato da lontano, nelle zone circostanti. Sul luogo si sono subito recati gli operatori del Soccorso alpino della Val Fiorentina, per escludere la presenza di persone coinvolte. Il primo allarme è partito dai due rifugi della zona, lo Staulanza e il Città di Fiume, dove alloggiano alpinisti e turisti. Il materiale roccioso, che ha sollevato una grande nuvola di polvere, è arrivato sul ghiaione sottostante senza interessare il sentiero e senza coinvolgere persone di passaggio, mentre continuano le scariche. I soccorsi sono rientrati, al momento si esclude la presenza di vittime

Quella di oggi è l'ultima frana in ordine di tempo di questa estate sulle Dolomiti, dopo la tragedia sul ghiacciaio della Marmolada e un altro distacco avvenuto un mese fa sulla Moiazza, nell'Agordino. Stavolta il destino ha fatto in modo che non ci fossero vittime. Il Pelmo non è nuovo ai crolli. Il 31 agosto 2011 sono morti due soccorritori investiti da una frana mentre si stavano calando a 2.900 metri per raggiungere due alpinisti rimasti bloccati durante l'ascensione.

Il racconto: "Un boato, poi la nuvola di povere"

È crollato un costone della parete ovest del monte Pelmo, una delle cime più caratteristiche delle Dolomiti, in provincia di Belluno. Il distacco è avvenuto verso le 7.30 ed il rumore è stato avvertito distintamente al Rifugio Città di Fiume che si trova in faccia alla parete. "Abbiamo sentito un boato seguito da un'immensa nuvola di polvere”, racconta Mario Fiorentini, gestore del rifugio. “Il materiale caduto – continua – è finito su una frana dove non ci sono sentieri e quindinessuno è stato coinvolto, come hanno accertato le prime ricerche dei Vigili del fuoco e del Soccorso alpino".

Cosa sappiamo

Stanno rientrando le squadre del soccorso alpino della Val Fiorentina e del distaccamento di Borca di Cadore dei Vigili del fuoco volontari, salite per un primo sopralluogo sotto il Monte Pelmo, nel bellunese, dalla cui parete nord questa mattina poco prima delle 8 è avvenuto un crollo, ripreso da molte persone già in cammino nelle vicinanze e dal Rifugio Città di Fiume, proprio di fronte.

Sono ancora pochissime le informazioni sullo smottamento avvenuto questa mattina a Borca di Cadore, dove è ceduta una parte della parete ovest del monte Pelmo del monte. All'improvviso si è alzata una enorme nuvola di polvere sul punto della frana. Al momento, si escluderebbero dispersi, anche se in realtà le ricerche continuano. Nessuno avrebbe lasciato i rifugi prima della frana e nessuna denuncia di scomparsa è stata fatta.

Un elicottero, il velivolo Drago 149, giunto dal reparto volo di Venezia, sta sorvolando sull'area interessata dal cedimento, Tra passo Staulanza e Val D'Arcia, mentre diverse squadre dei vigili del fuoco e del soccorso alpino sono al lavoro per escludere la presenza di persone coinvolte: al momento tutte le ipotesi sono aperte. Con la ferita ancora aperta per la strage della Marmolada, il Veneto è con il fiato sospeso.

I precedenti: il grande crollo del 2011

Dalle prime valutazioni il distacco è avvenuto dallo stesso punto in cui, il 31 agosto del 2011, si originò il grande crollo che costò la vita ad Alberto Bonafede e Aldo Giustina, i due soccorritori impegnati in un intervento sulla via Simon Rossi.