Guerra in Ucraina, manifestazione per la pace in piazza Santi Apostoli a Roma

Un minuto di silenzio per le vittime del conflitto al termine del giro d’orologio, poi l’applauso. La manifestazione è promossa da Cgil, Cisl e Uil. Tantissimi i giovani presenti

Roma, 26 settembre 2022 – Non si fermano a Roma le manifestazioni contro la guerra in Ucraina. Nelle piazze il coro per la pace è unanime. Questa mattina 26 febbraoi cuore delle manifestazioni è la piazza Santi Apostoli, dove stanno arrivando migliaia di persone. Piazza che per iniziare la giornata di solidarietà ha osservato un minuto di silenzio per le vittime della guerra in Ucraina. Al termine del giro di orologio alle 11, l’applauso. 

Sbarra Cisl: “La pace va costruita con azioni concrete”

"Siamo in piazza per condannare con forza l'aggressione della russia a una nazione sovrana, per i diritti umani, per esprimere la solidarietà del mondo del lavoro al popolo ucraino e alla sua comunità in Italia. Le ostilità vanno immediatamente fermate o l'intero continente rischia di finire nel baratro di una nuova guerra fredda. La pace va costruita con azioni concrete". Lo ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra al suo arrivo alla manifestazione contro la guerra per una Europa di pace in corso a Roma, in piazza Santi Apostoli.

"L'Europa, l'Italia, la Comunità internazionale devono parlare con una voce sola per placare le violenze applicando sanzioni esemplari e dando sostegno e accoglienza a una popolazione allo stremo - ha aggiunto -. Con l'Ucraina la Russia ha attaccato l'Europa e i suoi valori. Siamo a un bivio della storia. Non possiamo cedere né concedere nulla alla violenza di chi pensa di poter spostare con i carri armati i confini della democrazia".

Ucraina-Russia, Kiev sotto assedio: respinti i parà russi. Zelensky guida la resistenza

Manifestazione contro la guerra in Ucraina in piazza Santi Apostoli, Roma
Manifestazione contro la guerra in Ucraina in piazza Santi Apostoli, Roma

Studenti in corteo

"Anche studentesse e studenti presenti alla grande mobilitazione per la pace di questa mattina a Roma: un corteo di migliaia di giovani che sta raggiungendo piazza Santi Apostoli, dove prosegue il presidio lanciato da organizzazioni e movimenti sociali che già adesso vede una grandissima partecipazione". Lo fa sapere in una nota stampa la Rete della conoscenza.

"Sappiamo da che parte stare: contro la guerra e contro ogni imperialismo, senza se e senza ma- dichiarano da Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link Coordinamento Universitario- Davanti a quello che sta succedendo non bastano appelli e belle parole: serve mobilitarsi ma serve soprattutto lavorare incessantemente per la pace. Rispediamo al mittente le dichiarazioni di leader politici nostrani che insistono sulla necessità di un intervento militare Nato e sull'invio di armamenti: non è con aiuti militari che si garantisce la risoluzione pacifica dei conflitti.

Serve oggi dare risposte ai civili che stanno già pagando questa guerra: l'Europa deve subito aprire le sue frontiere alle donne e agli uomini in fuga dalla guerra, dalle bombe, dalla morte", continuano gli studenti. "La reazione non può e non potrà essere quella dell'ennesimo dispiegamento di forze militari: se c'è una risposta possibile è quella della pace" concludono le organizzazioni studentesche, riferendosi alle "numerosissime le piazze che in tutta Italia si stanno convocando, a cui si aggiungono iniziative di mobilitazione proposte direttamente all'interno di scuole e università: striscionate, assemblee, presidi".

Fratoianni (Sinistra Italiana): "Dalla parte delle vittime"

"Dove sono i pacifisti? Nelle piazze, come sempre, come è necessario, come è giusto: dalla parte delle vittime della guerra e dell`aggressione, dalla parte della pace, perchè cessi il rumore delle armi, perchè tornino le parole e la diplomazia. Stop War". Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni alla manifestazione in corso in piazza Santi Apostoli.

Maurizio Landini segretario CGIL alla manifestazione contro la guerra in Ucraina a Roma
Maurizio Landini segretario CGIL alla manifestazione contro la guerra in Ucraina a Roma

Landini: "Messa in discussione l'Europa"

Sulle sanzioni dobbiamo essere pronti ai sacrifici? "Non è che in questo Paese sono mancati. È chiaro che in questa fase lo strumento delle sanzioni sia da mettere in campo. Bisogna avere in testa quello che è in discussione, ovvero un nuovo modello di sviluppo ma in questo momento il tema centrale è bloccare questa guerra e aprire tutte i negoziati affinché si dia centralità all'Europa". L'Ue "affronti le questioni alla base del conflitto", ha detto Maurizio Landini segretario generale Cgil, alla manifestazione 'Contro la Guerra, per una Europa di Pace', in piazza Santi Apostoli. 

"Siamo di fronte alla messa in discussione dell'Europa - ha aggiunto -. Se non è in condizioni di capire che ha bisogno di svolgere un ruolo, da questa guerra rischia di prenderne di più. In questo senso c'è un problema di politiche e trovare un equilibrio in Europa. Condannare quello che sta facendo Putin è sotto gli occhi di tutti - ha sottolineato Landini - ma bisogna avere chiaro anche quello che ha determinato questa situazione. Non è accettabile che la guerra torni a essere lo strumento che regola i rapporti tra gli stati". «Il nostro è un 'nò molto forte alla guerra - ha ribadito - Non possiamo tornare in Europa dopo 70 anni pensare che la guerra sia lo strumento che regola le questioni economiche, sociali, politiche di questo continente. Noi non ci stiamo a questa logica, bisogna fermare la guerra, trovare le soluzioni affinché prevalga la democrazia e il rispetto dei diritti".

Save the Children: "La storia di Anna"

"Mentre le ostilità in Ucraina si intensificano e si moltiplicano ovunque, in Italia e nel mondo, le manifestazioni per chiedere l'immediata cessazione delle ostilità, Save the Children - l'Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare la bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro - diffonde oggi la drammatica testimonianza audio di Anna (nome di fantasia), una ragazza di 16 anni che vive nei pressi della contact line". Fa sapere in una nota stampa Save The Children che oggi aderisce alla Manifestazione contro la guerra per un'Europa di Pace promossa dalla Rete per la Pace e il Disarmo.

"Gli ultimi giorni sono stati molto caotici, soprattutto il 24 febbraio. Ci siamo svegliati alle 5 del mattino a causa degli spari e delle esplosioni, all'inizio non avevamo neanche capito se stesse succedendo nel nostro villaggio o altrove" ha dichiarato Anna, che già in precedenza era stata supportata da Save the Children. "Nel giro di mezz'ora- continua- siamo stati informati che il bombardamento era cominciato in una città vicina. Ci hanno detto che gli abitanti erano stati evacuati in un rifugio antiaereo e che, per motivi di sicurezza, anche noi dovevamo fare lo stesso: nasconderci in seminterrati, rifugi o zone sicure della casa, perché c'era un'alta probabilità che il bombardamento colpisse il nostro villaggio. Questo orrore è durato dalle 5 alle 9 del mattino. Al momento la nostra speranza è che il silenzio duri il più a lungo possibile e che non ci siano altri bombardamenti", conclude la ragazza.

"I bambini e i ragazzi in Ucraina- continua Save The Children- hanno già vissuto otto anni di conflitto, e oggi si trovano nuovamente a subire violenza, i bombardamenti e la fuga dalle loro case, quello che sta accadendo è troppo grave. Ogni guerra è una guerra contro di loro. Bisogna fare ogni sforzo per trovare immediatamente una soluzione diplomatica e proteggerli da tutto questo".

"Assistere all'insorgere di un ennesimo conflitto che imprimerà un segno indelebile nella vita di molti bambini, rischiando di ucciderne tanti altri- ha dichiarato Daniela Fatarella, direttrice Generale di Save the Children Italia- è assurdo ed inaccettabile. Partecipiamo a questa manifestazione per chiedere con forza l'immediata cessazione delle ostilità, perché questo è l'unico modo per proteggerli dalla guerra e da ulteriori violazioni dei loro diritti. L'escalation di violenze e i combattimenti, l'uso di armi esplosive, mettono a rischio la popolazione civile, le scuole e gli ospedali, esponendo i bambini a conseguenze gravissime per la loro vita e la loro sicurezza. Le parti in conflitto devono inoltre garantire il massimo accesso agli aiuti umanitari perché possano raggiungere loro e le loro famiglie che sono in grave pericolo e che vivono in condizioni estreme". Save the Children opera in Ucraina dal 2014, fornendo aiuti umanitari essenziali ai bambini e alle loro famiglie.