H-FARM SCENDE IN CAMPUS, UNICORNI E INNOVAZIONE A NORD EST

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LA CIFRA MESSA sul piatto è da capogiro, almeno per un’azienda di origine italiana: 1,625 miliardi di dollari. È il corrispettivo che l’americana Etsy, quotata sul Nasdaq, ha offerto la scorsa settimana per l’acquisto di Depop, l’app made in Italy fondata da Simon Beckerman che consente di comprare capi e accessori di moda o artigianali. Un’offerta che fa di Depop il secondo unicorno italiano – startup che arrivano a capitalizzare oltre un miliardo di dollari – dopo Yoox. Depop è partita nel 2011 da un trampolino di lancio che si trova nel cuore del Nord Est italiano: a Ca’ Tron, frazione del comune di Roncade, in provincia di Treviso, in una tenuta immersa nel verde ma in posizione nevralgica, a pochi chilometri di distanza dall’aeroporto di Venezia. È lì che ha sede H-Farm, una piattaforma d’innovazione nata nel 2005 e promossa da grandi aziende italiane e internazionali come Audi, Cisco, Cattolica Assicurazioni, Garmont e TechnoGym, in collaborazione con l’Università di Venezia Ca’ Foscari e il network internazionale di acceleratori d’impresa Gan.Un ruolo che H-Farm svolge da oltre 15 proponendosi come piattaforma di innovazione che supporta la trasformazione ed educazione dei giovani e delle aziende italiane in un’ottica digitale.. Una realtà capace di prendere le aziende in erba o le idee imprenditoriali ancora agli albori e farle crescere dotandole di risorse finanziarie, strutture immobiliari che le ospitano e consulenze manageriali per gestirle.

Già nel 2008, tre anni dopo la sua nascita, H-Farm aveva infatti sostenuto 9 start up e dato lavoro a 100 persone. E aveva già chiuso il primo deal, cioè venduto sul mercato una delle aziende incubate. Si tratta di H Care, specializzata nelle soluzioni innovative per la gestione dei servizi ai clienti, ceduta alla multinazionale Comdata. Negli anni successivi H-Farm ha continuato il suo sviluppo: le start up sostenute sono salite a 16 ed è arrivato pure il salto al di fuori dei confini nazionali, con l’approdo sul promettente mercato indiano e l’apertura di un ufficio di rappresentanza a Londra. Nel 2015, dopo 10 anni di vita, il portafoglio degli investimenti eseguiti ha raggiunto i 19.8 milioni di euro in più di 80 start up, dando lavoro a 450 persone. Il 13 novembre dello stesso anno H-Farm ha deciso di quotarsi in borsa, sul segmento Aim di Piazza Affari, dedicato alle piccole e medie imprese che hanno un elevato potenziale di crescita.

Intanto, però, la crescita degli investimenti di H-Farm è continuata: nel 2018 è stata inaugurata la nuova sede a Milano con 2mila metri quadri di uffici che ospitano più di 130 "farmer". Poi è arrivato un Campus con 1.200 studenti mentre il valore degli investimenti ha raggiunto i 28 milioni di euro in 127 start up, con un fatturato complessivo di 61 milioni di euro, un margine operativo positivo, un organico di 630 persone e un tasso di crescita del 38%. Oggi dopo oltre tre lustri di piani di sviluppo, H-Farm è ormai di fatto una realtà nazionale e internazionale, avendo con uffici anche a Torino e Catania, scuole internazionali a Treviso e Vicenza capo di questa struttura assai articolata c’è fin dalle origini Riccardo Donadon, manager di lungo corso con una lunga carriera nel tessuto imprenditoriale del Triveneto e già in pista agli albori del terzo millennio, quando nascevano molte start up della cosiddetta new economy, cioè con un business legato all’avvento di Internet. Un mondo nel quale Donadon è stato un pioniere. Cresciuto nel gruppo Benetton a metà degli anni ‘90, Donadon è stato tra i fondatori di E-Tree, una delle prime società di servizi legati al web esistenti in Italia. Ora, la sua casa professionale si chiama H-Farm, sempre in Veneto e sempre nel nome dell’innovazione digitale.