Medicina, stop al numero chiuso nelle università? "Meglio puntare sulla meritocrazia"

Zaia e Costa allineati: "Test di ingresso superati". In Italia mancano all'appello 4.500 medici nei pronto soccorso e nei reparti, solo nei primi mesi del 2022 ci sono state 600 le dimissioni

Test di ingresso alla facoltà di medicina

Test di ingresso alla facoltà di medicina

Venezia, 9 maggio 2022 – Via il numero chiuso alle facoltà di medicina, meglio puntare sulla meritocrazia. È il messaggio lanciato questa mattina dal sottosegretario al ministero della Salute, Andrea Costa, intervenendo a un'iniziativa promossa dall'ateneo di Pisa. “Sono convinto che il numero chiuso all'università per accedere alla facoltà di medicina sia superato e che sia necessario garantire maggiore meritocrazia per accedere alla formazione universitaria”, ha detto Costa parlando agli studenti dell’Università di Pisa. E Zaia ribatte: “Possibilità di accesso all’iscrizione per tutti, e grande selezione nel percorso formativo”.

Stop ai test di ingresso, cosa sta succedendo:

Il dibattito è aperto

Un tema diventato terra di scontro negli ultimi due anni, dopo che la pandemia ha messo a dura prova i sanitari innescando una reazione a catena che sta mandando in crisi moltissimi reparti. È il caso del Veneto, dove il governatore Luca Zaia, già entrato in campo a gamba tesa due anni fa, dopo che Consiglio di Stato aveva accolto il ricorso di 250 studenti esclusi ai test di medicina.

“Ben venga questo pronunciamento del sottosegretario alla Salute – commenta Zaia –, mi auguro che apra più di una breccia. Lo dico perché sono una persona che da sempre sostiene che un bravo chirurgo deve essere selezionato sul campo dopo averlo portato in sala operatoria o che un bravo pediatra deve dimostrare il suo valore in corsia con il paziente. Di certo non a 19 anni con test di selezione con domande a eliminazione”.

Costa: “Meglio verificare il rendimento degli studenti”

“Non credo che il test d'ingresso - ha spiegato Costa – sia un indice di meritocrazia, pertanto credo che, condividendo questa riflessione con il ministero dell'Università, si possa trovare un punto di equilibrio magari fissando la verifica di precisi obiettivi di rendimento di ciascun studente dopo uno o due anni: questo credo che sia un buon compromesso per assicurare criteri davvero meritocratici di accesso più di un semplice test di ingresso”.

In Italia mancano all’appello 4.500 medici nei pronto soccorso e nei reparti ordinari. Ma non solo. “Sono circa 600 i medici dell'emergenza e urgenza che nel 2022 hanno scelto di dimettersi dai pronto soccorso, al drammatico ritmo di circa 100 unità al mese. Come se in Italia chiudessero 5 pronto soccorso al mese". Lo denuncia la Società italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu). Cronica carenza anche in Campania, dove al Cardarelli di Napoli è andato deserto l'ultimo bando di assunzione. Il Lazio ha aperto alle assunzioni di medici stranieri per tamponare gli organici degli ospedali.

Zaia: “Professionisti valutati sul campo”

La carenza di medici è stata accelerata dalla pandemia, che ha creato un effetto bornout su molti professionisti, spingendoli a prepensionamenti e dimissioni di massa. E così mancano i medici di famiglia in moltissimi territori, a partire da regioni come Veneto e Lombardia che hanno sempre vantato una medicina modello.

“Noi siamo per una visione meritocratica – sottolinea il presidente del Veneto – grazie alla quale le qualità non si accertano con un test all’ingresso. Il futuro professionista al quale affidiamo la nostra salute deve essere valutato sul campo. Quindi ribadisco: possibilità di accesso all’iscrizione per tutti, e grande selezione nel percorso formativo”.

Facoltà a numero chiuso, un grande limite

“Non è da oggi quindi che mi batto perché sia superato il grande limite prodotto dal numero chiuso e dal test di ingresso alla facoltà che ha aperto le porte ad una programmazione tutta sbagliata con il risultato che, oggi, mancano i medici”, prosegue il governatore del Veneto. “C’è il rischio palese – prosegue – che una selezione fatta in maniera così prematura vada ad escludere dei futuri professionisti che magari non passano il test con le crocette, ma potrebbero essere degli autentici artisti in sala operatoria oppure dei clinici di talento nella cura di tante patologie”.

“È una storia antica come ci insegna la vita di Einstein: probabilmente basandosi sulle sue pagelle di scuola nessuno avrebbe scommesso che sarebbe stato lo scienziato a formulare la teoria della relatività”, conclude il governatore Zaia.

L’interrogazione parlamentare

L'allarme sulla carenza dei medici, con il caso scoppiato a Pesaro, è arrivato in Parlamento, dove il deputato M5S Roberto Rossini ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro della Salute Speranza. "A livello strutturale – spiega Rossini – abbiamo bisogno di più medici, quindi via il numero chiuso dalle facoltà di medicina e partiamo con un piano di assunzioni straordinario. Ma ci vorranno anni. Nel frattempo nell'immediato l'urgenza è trovare medici disposti a garantire il servizio. Quindi il governo deve togliere le incompatibilità dei nostri medici in formazione e richiamare i medici in pensione, magari incentivandoli con una tassazione agevolata. È l'unico modo per tamponare l'emorragia. Altrimenti non ne usciamo".