Morti sul lavoro, il Veneto chiude l'anno con 75 vittime. Cisl: "Puntare a infortuni zero"

Novembre si è chuso con altri tre infortuni mortali sul lavoro. L'appello dei sindacati: "Nei luoghi di lavoro si continua a morire ogni giorno, siamo convinti che si possa e si debba fare di più”

Operai in cantiere edile

Operai in cantiere edile

Venezia, 1 dicembre 2021 – Si è chiuso con altri tre morti sul lavoro il mese di novembre, portando a 75 le vittime dall’inizio dell’anno in Veneto. A Jesolo, nel Veneziano, mercoledì un 56enne è deceduto per lo scoppio di una bombola di gas al Palazzo del Turismo durante i lavori di manutenzione al sistema antincendio, mentre sabato scorso anno perso la vita un operaio di 31 anni, caduto dal tetto di un capannone nel comune vicentino di Orgiano appena sabato scorso. Il bollettino delle vittime del 2021 è molto lungo, a ottobre compare anche il nome del 61enne Paolo Merlin, rimasto schiacciato da un carro ferroviario a Rovigo, e poi la 62enne Luisa Scapin, che ha perso la vita dopo giorni di agonia nel Padovano. 

“La sicurezza nei luoghi di lavoro sia considerata una priorità”, è il commento di Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto. “È urgente chiudere il confronto sul Nuovo Piano Strategico regionale 2021-2023 per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro – continua Refosco – e rinnovare il patto di impegno tra le istituzioni e le parti sociali. Lo chiediamo a più voci e lo attendiamo da tempo e, vista la situazione, serve a questo punto una forte accelerazione: è ormai un atto di responsabilità dovuto alle lavoratrici e ai lavoratori delle imprese venete”.

Numeri in salita in tutto il Veneto, la ripresa del lavoro dopo lo stop della pandemia ha invertito la rotta sulla sicurezza del lavoro che, fino a poco tempo fa, vedeva il Veneto con un tasso di incidenza degli infortuni mortali sulla popolazione lavorativa resta inferiore rispetto ad altre regioni. “Mentre il Paese si trova di fronte a uno sforzo senza precedenti e che vede un fronte compatto per fronteggiare la pandemia da Coronavirus, nei luoghi di lavoro si continua a morire ogni giorno. Come se la sicurezza fosse altro rispetto alla salute”, rimarca ancora Refosco. E aggiunge: “In Veneto i numeri non sono affatto confortanti e comunque sono in aumento rispetto al 2020 e anche rispetto al 2019. Siamo convinti che si possa e si debba fare di più”.

Luca Mori, responsabile della salute e sicurezza sul lavoro di Cisl Veneto, sottolinea che a livello nazionale, il recente decreto fiscale ha introdotto una serie di norme “orientate più ai controlli che alla prevenzione che invece rappresenta, a nostro avviso, il vero grande investimento per il futuro”. La Cisl chiede alla Regione Veneto “un rafforzamento del personale presso gli Spisal, a partire dai tecnici della prevenzione, incontri periodici di condivisione e analisi dei dati, una campagna straordinaria di formazione rivolta alle lavoratrici e ai lavoratori ma anche ai datori di lavoro, soprattutto delle piccole imprese”.

Da Cisl Veneto, infine, anche una raccomandazione e insieme un appello in merito alle risorse del Pnrr, in arrivo a partire dai prossimi mesi e destinate ai tanti cantieri che saranno attivati. “Dovranno essere vincolate al rispetto delle norme di legge dei contratti nazionali del lavoro – si sollecita –, anche da un punto di vista della sicurezza, avendo come obiettivo comune di vincere la sfida infortuni zero”.