
Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga durante la terza e ultima giornata del 4° Festival delle Regioni e Province Autonome, Venezia 20 maggio 2025 (Ansa)
Venezia, 21 maggio 2025 – La conferenza delle regioni presenterà un documento unitario da sottoporre al governo per chiedere un approfondimento sul tema del terzo mandato dei presidenti di regione. Ad annunciarlo è stato il presidente leghista del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, all’indomani della decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge regionale del Trentino che permette a Maurizio Fugatti – anche lui esponente del Carroccio – di correre per la terza volta, contraddicendo il limite dei due mandati valido a livello nazionale.
"Il terzo mandato non doveva essere protagonista di questo Festival", ha dichiarato Fedriga durante il Festival delle Regioni e delle Province autonome, "ma io uscivo e mi parlavano solo di questo. I presidenti hanno sensibilità diverse, però secondo me è un esempio delle capacità di dialogo” all’interno della Conferenza delle Regioni. “Noi abbiamo votato un documento unitario chiedendo al governo di fare un approfondimento sul tema del limite dei mandati”, ha detto il governatore del Friuli-Venezia Giulia che, suo malgrado, dovrà rinunciare alla propria ricandidatura. Secondo Palazzo Chigi, infatti, il principio enunciato dalla Consulta bocciando la legge ‘salva-De Luca’ in Campania vale anche per gli enti a statuto speciale come il Friuli-Venezia Giulia e la Provincia autonoma di Trento. Una linea che ha creato non pochi malumori nella maggioranza di governo, con i ministri leghisti che si sono opposti all’impugnazione in Cdm entrando in contrasto con la posizione assunta da Fratelli d'Italia e Forza Italia. "Attraverso il confronto in Conferenza delle Regioni penso si possano trovare quelle soluzioni che possono guidare il Paese in una grande alleanza istituzionale”, ha auspicato infine il presidente della Conferenza delle regioni.
Mentre per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, quanto accaduto con il voto in Cdm: "È stata una decisione presa a condizioni date, che prevedevano già altre iniziative analoghe prese nei confronti di altre Regioni però la discussione politica su temi come il terzo mandato è stata rimandata a una discussione che i partiti faranno successivamente”. Il capo del Viminale ha auspicato inoltre un election day per le regionali d'autunno. "Sarebbe auspicabile – ha detto – ma la scelta attiene all'autonomia delle Regioni". Meno diplomatico il presidente del Veneto Luca Zaia, anche lui frenato nelle sue ambizioni di ricandidatura. "A me sembra che questa impugnativa del governo sia temeraria, visto e considerato che poi ho dubbi che la Corte riesca a smentire se stessa". Secondo Zaia, infatti, “la sentenza della Corte costituzionale” sul caso De Luca, “dice che le Regioni a statuto ordinario hanno il limite dei mandati a due”, mentre “le Regioni a statuto speciale possono definire il loro numero di mandati. Quindi, la Provincia autonoma di Trento è pur libera per legge e per Costituzione di definire i suoi mandati”.
Data regionali in Veneto
Sollecitato dai cronisti, Zaia si è espresso anche in merito alla data delle regionali in Veneto che ancora non è stata fissata. "Noi abbiamo una finestra elettorale che ci permette di fare la prima convocazione il 21 settembre. La escluderei perché vorrebbe dire veramente portare l'affluenza alle urne bassissima. Considerate che non abbiamo neanche l'election day e dopo sei mesi andrà a votare il Comune capoluogo. Una roba veramente strana questa elezione". "Quindi – ha aggiunto – scartando l'inizio di settembre si andrà al voto tra ottobre e novembre. Non ho ben capito se c'è una proposta di election day per le cinque regioni alle regionali, quindi c'è tutto da capire". "Sul candidato non so dire nulla, si incontreranno le segretarie, cercheremo di capire cosa vogliono fare. Tutti mi chiedono ma lei cosa fa? Io dirò come la penso alla fine di tutto", ha chiosato Zaia.