Veneto, ambulatori fissi e mobili contro la povertà sanitaria

Saranno gestiti da personale medico e infermieristico volontario: lo scopo è intercettare i più fragili

Vendita di medicinali in farmacia

Vendita di medicinali in farmacia

Veneto, 6 agosto 2021 - Ambulatori fissi e mobili, col supporto di enti del Terzo settore, per contrastare la 'povertà sanitaria', aggravatasi con la pandemia da coronavirus. La Regione Veneto sperimenterà con l'aiuto di enti del terzo settore l'attivazione di ambulatori distrettuali di prossimità e di ambulatori mobili per agganciare i soggetti in stato di povertà sanitaria e fornire loro il sostegno di cui hanno bisogno.  "Ai più può sembrare impossibile che ci siano persone con un reddito non sufficiente a provvedere alle esigenze legate alla salute. Invece è così. In più si sta creando una fascia di nuovi vulnerabili, perché il Coronavirus, le restrizioni e la crisi economica innescata da quella sanitaria hanno ulteriormente peggiorato le condizioni della popolazione più fragile", spiega l'assessora regionale a Sanità e Sociale Manuela Lanzarin. "È un dovere civico e morale pensare a loro, e se questa sperimentazione avrà successo, come sono convinta, la si potrà allargare e potenziare". 

Medici e infermieri volontari

La sperimentazione prevede che negli ambulatori distrettuali di prossimità, gestiti da medici e infermieri volontari, vengano erogate gratuitamente cure ambulatoriali essenziali, anche continuative per malattie e infortunio. Gli ambulatori mobili saranno invece istituiti a livello provinciale e consentiranno di intercettare una potenziale domanda che difficilmente si rivolgerebbe a un ambulatorio fisso centralizzato. Forniranno un servizio sanitario di base, tipico dello studio del medico di famiglia e lavoreranno per dare un servizio di orientamento sanitario in grado di intercettare situazioni di disagio o vulnerabilità.