Quanto costa il pane in Veneto? Il più caro a Venezia e il più conveniente a Belluno

Tutti i dati delle province venete emnersi dal monitiraggio di Coldiretti. Aumenti fino al 14% nella zona di Padova. L'allarme: “Il rincaro energetico pesa sui panificatori”

Veneto, 29 ottobre 2022 - Il prezzo del pane al chilo non è mai stato così alto, il 2022 è l'anno del record in Italia e in Veneto. Basti pensare che, oltre all’aumento delle materie prime, ad incidere pesantemente gli aumenti dei costi dell’energia elettrica e del gas. Tutto questo, purtroppo, va a colpire i consumatori. Analizzando i dati pubblicati da Coldiretti nazionale, osservatorio prezzi del pane fresco con farina di grano a settembre, sono stati elencati quelli delle province del Veneto. Nelle ultime settimane, ci sono state diverse proteste nelle piazze italiane: i panificatori della Campania hanno inscenato un funerale simbolico del pane a Napoli, con tanto di bara. 

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Il prezzo del pane nelle province del Veneto
Il prezzo del pane nelle province del Veneto

Il monitiraggio: i prezzi nelle province

La più cara è la zona di Venezia con 5,88 euro al chilo per il pane appena sfonato. Si scende di poco nei panettieri del Trevigiano, dove il prezzo rimane sopra i 5 euro al chilo: la media è di 5,07euro per un chilogrammo di pane fresco. Si aggira intorno ai 4 euro il costo di panini e pagnotte in tre province venete: il prezzo più alto a Vicenza con 4,37 euro al chilo, segue la zona di Padova con 4,09 euro e chiude Verona con 4,01 euro come prezzo medio per  ogni chilo di pane. La zona più conveniente è quella di Belluno, dove il monitoraggio della Coldiretti ha rilevato un costo medio di 3,55 euro al chilo, nonostante i rincari delle materie prime e delle bollette sostenute dai commercianti. 

Perchè il pane rincara?

Oltre ai costi in rialzo delle utenze delle attività, il prezzo del pane registra anche un aumento del grano tenero, come precisa vice presidente Coldiretti Veneto, Carlo Salvan , produttore di cereali bio a Rovigo: “Si registra rispeto all’ottobre 2021 un aumento del 25%, ma va spiegato come i costi siano aumentati, non c’è maggiore. Inoltre, il costo del grano tenero nella produzione del pane ha una minima incidenza. A fare la differenza sono i rincari energetici che pesa su tutti i produttori di grano, ma soprattutto anche chi lo lavora e poi anche i panificatori. Nella produzione del grano, poi pesante la situazione del cambiamento climatico, si considera che ad oggi si sta ritardando la semina in assenza di acqua”. Un tema, quello del caro prezzo del pane, su cui è intervenuta anche il Cna Veneto, ricordando come negli ultimi dodici mesi, il prezzo medio del gas ha fatto registrare un aumento del + 450% passando da 42 euro Mwhdi agosto 2021 a 233 euro di agosto 2022. Nello stesso periodo, l’incremento del prezzo medio dell’energia elettrica è stato del +383%.

L’incidenza dei costi energetici oscilla oggi tra il 5% e il 15%, sostanzialmente il doppio rispetto al 2021. In questi primi 8 mesi del 2022 i costi energetici sostenuti dalle imprese sono in molti casi triplicati rispetto allo stesso intervallo temporale del 2021. In particolare per tutte quelle attività che lavorano a ciclo continuo con macchinari alimentati ad energia elettrica o con forni a gas come ad esempio per i panificatori. Nel dettaglio in Veneto sono circa 1.500, concentrati per lo più nelle province di Venezia (319), Padova (267) e Treviso (262).

L'oscillazione degli ultimi mesi

In media un chilo di pane dal fornaio costava 3,1 euro. Secondo i dati Ismea, nel 2021 il prezzo del pane era già lievitato del +3,3% e già le previsioni davano incrementi superiori al +10% per il 2022. Solo nel mese di agosto scorso il pane nel Comune di Verona è aumentato del 12,3% rispetto all’anno precedente e del +0,9% rispetto al mese di luglio. A Venezia, invece, aumenti del 12,6% rispetto al 2021 e del +1,1% rispetto a luglio; il Comune di Padova detiene il primato degli aumenti con un +14,3% rispetto allo scorso anno e con un +2.0% da luglio. «La spinta inflazionistica non accenna a frenare la sua corsa – commenta il Presidente Cna Veneto Moreno De Col –. Il potere d’acquisto delle famiglie è calato e a breve, non appena aumenteranno i consumi del gas con la stagione fredda, assisteremo ad una ulteriore e significativa contrazione dei consumi: purtroppo i rincari dell’energia e delle altre materie prime ricadono sulle tasche dei consumatori e penalizzano intere filiere produttive".

Cna: "Attività artigianali a rischio"

"Come Cna Veneto - continua - non ci stanchiamo di ribadire come l’economia del nostro territorio sia saldamente legata alle attività delle Pmi e non possa prescindere dalla vita delle famiglie. L’equazione è semplice: maggiori costi significa minori consumi e attività artigianali sempre più a rischio. Sono quanto mai necessarie riforme strutturali per agevolare le imprese: dalla estrazione degli oneri di sistema alle agevolazioni per le imprese non energivore. Alla riforma del mercato elettrico e del gas per favorire condizioni più favorevoli di mercato; al garantire strumenti che possano incentivare a tutti i livelli anche piccoli interventi di autoproduzione come ad esempio le Comunità Energetiche sulle quali già da tempo puntiamo la nostra attenzione e l’adozione capillare del fotovoltaico. Le idee ci sono, i progetti sono in via di sviluppo perché i nostri imprenditori stanno cercando di adeguarsi ai cambiamenti, ma serve il sostegno delle istituzioni".  

Sulla questione interviene anche Catia Olivetto, presidente Cna dolciari e panificatori Veneto. "È soprattutto sul fronte del caro energia che i panificatori si attendono interventi di aiuto urgenti e di largo respiro - spiega Olivetto - in quanto questo settore risente più di altri dei rincari energetici tra costi di carburante, costi del lavoro, delle materie prime, a partire dalle farine, dall’olio e da altri prodotti alimentari e imballaggi. Si aggiungano i costi dovuti all’applicazione dei protocolli per garantire la sicurezza sanitaria sia per i clienti che per gli addetti. In definitiva: i costi di gestione per i panificatori sono aumentati a dismisura. Abbiamo preso coscienza che questa è la strada che ci attende, ed è una strada tutta in salita. Ma dobbiamo trovare il modo di percorrerla e di adeguarci al cambiamento".

Cosa succederà nei prossimi mesi?

"Due le conseguenze che vedo nell’immediato: la contrazione di posti di lavoro - sostiene Catia Olivetto - e la perdita di molte delle nostre piccole e micro imprese. Paradossalmente le aziende a conduzione famigliare saranno quelle più in grado di adattarsi ad una contrazione degli utili investendo su risorse interne per fronteggiare questo difficilissimo momento: ora un’azienda può solo investire e resistere seppure con risicatissimi margini di utile. Non ci resta che cambiare visione – conclude – e questo percorso nuovo richiede riflessioni e investimenti, come ad esempio il Bilancio Sostenibile che diventerà un valore per le nostre aziende ma che richiede già da ora un cambio di mentalità, investimenti in termini di denaro, di professionalità e di tempo. Ma questa è la strada perché difficilmente si tornerà indietro. Noi ci mettiamo tutto il nostro impegno, ma attendiamo risposte dal nuovo governo per ripartire".