Scompenso cardiaco, la situazione in Veneto. Bilato: "Epidemia crescente"

Sono 70mila i pazienti veneti affetta dalla patologia, ma crescono al ritmo di 3mila casi all'anno. Il presidente di Anmco Veneto, Claudio Bilato, spiega cos'è e come intervenire

Venezia, 21 ottobre 2022 – Ne soffrono 15 milioni di di persone in Europa, lo scompenso cardiaco è una patologia killer con esito fatale nel 50% dei pazienti entro cinque anni dalla diagnosi. Solo nel Veneto, sono 70mila i pazienti affetti da scompenso che crescono di 3mila casi ogni anno. Oltre il 10% ha un'età superiore ai 70 anni, negli ospedali italiani è la principale causa di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni. L’impatto è forte non solo sul versante clinico, ma anche rispetto ai rilevanti costi sociali ed economici. Se ne è parlato in un webinar dedicato alla patologia cardiaca in Veneto, all’interno di una serie di tavoli organizzati da Motore Sanità.

Scompenso cardiaco
Scompenso cardiaco

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Sommario:

Epidemia crescente: la situazione in Veneto

Lo scompenso è quello che si chiama un'epidemia crescente – spiega Claudio Bilato, presidente dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) della Regione Veneto – i pazienti crescono di anno dopo anni, attualmente si aggirano intorno tra l’1.8% e il 2% sia in Italia, che in Veneto. Lo scompenso aumenta con l’età, in Veneto abbiamo circa 70mila pazienti: il numero cresce, ogni anno si aggiungono 2-3mila nuovi soggetti”.

Lo scompenso cardiaco è spesso associato ad altre malattie del sistema cardio-nefro-metabolico, come il diabete di tipo 2 e le malattie renali. A causa della natura interconnessa di questi sistemi, il miglioramento di uno può portare effetti positivi in tutti gli altri campi. “Occorre una rete integrata sia tra ospedale e territorio – continua Bilato – e sia tra ospedali con complessità di cura differenti. Ricordiamoci che i pazienti con scompenso cardiaco necessitano di essere rivalutati frequentemente, di avere continui aggiustamenti terapeutici e uno stretto monitoraggio”.

Cura multidisciplinare

È complicato anche curare lo scompenso. “I pazienti devono essere gestiti in maniera multidisciplinare – dice il presidente di Anmco – e qui ci sono due grosse criticità: il problema di un'adeguata comunicazione tra i professionisti che sono coinvolti, che spesso non c'è, e che ci sia una reale integrazione tra le varie discipline.

Il modello per il futuro

Sono quattro le direzioni da intraprendere nella cura dello scompenso. “Avere delle reti tra differenti ospedali e tra territorio e ospedali, promuovere la formazione anche degli specialisti, promuovere l'informazione e una rigorosa ed efficiente modalità assistenziale con la telemedicina. Sarebbe utile quindi anche un confronto tra queste prime esperienze, per cercare di affinare sempre più un modello in grado di realizzare una vera presa in carico di questi pazienti", conclude Claudio Bilato.