Suor Maria De Coppi, chi è la missionaria veneta uccisa in un attentato in Mozambico

Di Santa Lucia di Piave, classe 1939, aveva preso i voti nel 1960. Dal 1962 operava in Africa ed era già scampata a una imboscata

Suor Maria De Coppi

Suor Maria De Coppi

Treviso, 7 settembre 2022 - Da 59 anni missionaria in Mozzambico suor Maria De Coppi, era nata a Santa Lucia di Piave il 23 novembre nel 1939. Comboniana di origini trevigiane suor Maria è morta in Mozambico in un attentato alla missione nella città di Chipene nel nord del paese africano.

Suor Maria De Coppi
Suor Maria De Coppi

I voti nel 1960

Suor Maria aveva preso i voti il 29 settembre del 1960 e nel settembre di due anni dopo era iniziata la sua missione in Portogallo. Poi il trasferimento in Africa e in particolare in Mozambico dove aveva iniziato a operare dal 1963 dopo un viaggio in nave di 31 giorni. 

Al tempo, il Mozambico era una colonia portoghese: dopo aver conquistato l’indipendenza, fu attraversato da una lacerante guerra civile. Suor Maria aveva acquistato la cittadinanza mozambicana e ormai si sentiva "parte di quella terra e di quel popolo in mezzo al quale ho vissuto la mia vita". Suor Maria aveva prestato servizio in varie missioni della provincia di Nampula.

L'ultimo ritorno in Italia

La popolazione della zona di Nampula - raccontava suor Maria, nell'ottobre scorso, al suo ritorno in Italia per alcune cure mediche - "è piuttosto fatalista, aspetta che passino la guerra e le calamità. Dicono: "La nostra guerra è di non fare guerra"". Con loro suor  Maria era entrata in piena sintonia, condividendone gioie ma anche ferite: "Quando sono arrivata, i mozambicani si sentivano disprezzati per il colore della pelle e questo mi feriva, perché sono persone come noi". 

Con l'atteggiamento dell'ascolto e del non giudizio, suor Maria era entrata a far parte del popolo mozambicano e, come fece un grande vescovo profeta espulso dai portoghesi, sentiva di rivolgere a Dio queste parole: "Ti ringrazio Padre che mi hai inviato ai poveri, agli emarginati a quelli che non contano".  

L'imboscata

"Ho vissuto in questo Paese momenti belli e difficili: prima quelli della colonizzazione, poi della guerra, quindi della pace e, purtroppo del terrorismo", le parole della suora in una delle ultime interviste sulla missione in Mozzambico. 

La suora, 83 anni,  era già scampata a una imboscata in cui erano morte 17 persone."Stavamo viaggiando in un convoglio. I guerriglieri ci hanno sparato. Io sono uscita dall'auto e mi sono gettata a terra, sotto le pallottole. Ho pregato: "Signore salvami".

E' arrivato un soldato, non sapevo se dell'esercito regolare o della guerriglia. Mi ha chiesto se ero ferita. Non lo so, gli risposi. Mi ha trascinato dietro una pianta e mi ha rassicurata, che era un regolare. Mi ha caricata sulle spalle e mi ha poi protetto, sistemandomi in un ruscello che non aveva acqua. Poi, quando è finita la sparatoria, mi ha ricaricata sulle spalle e mi ha portato fino all'auto".

Il ricordo di suor Elena: "Luminosa come le stelle su Chipene"

"Era una persona in pace con se stessa e con il mondo e ci infondeva sempre speranza, pur nella consapevolezza del fatto che lo sfruttamento del gas naturale ha acceso in Mozambico un nuovo conflitto": Elena Gaboardi, missionaria laica originaria di Lodi, ricorda così suor Maria De Coppi. L'ultimo incontro tra le due risale al maggio scorso. "Ci siamo viste tante volte anche perché la sua missione, quella di Chipene, era vicina alla nostra, sulla via del fiume Lurio e del nord" la premessa di Gaboardi. 

"Ci fermavano a dormire lì nella parrocchia, dove peraltro già da tempo erano cominciati ad arrivare gli sfollati in fuga dalle zone più colpite dal conflitto tra ribelli e militari". Era "luminosa come le stelle su Chipene".  Arrivata per la prima volta in Mozambico nel 1963, in nave: "La sua missione è poi sempre rimasta aperta, durante e dopo la guerra civile che contrappose il Frente de Libertacao de Mocambique e la Resistencia Nacional Mocambicana a seguito dell'indipendenza dal Portogallo nel 1975". L'impegno di vicinanza a chi soffre non era venuto meno dopo la firma degli accordi di pace del 1992, peraltro mediati a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio. "Era sensibile ai bisogni delle persone sfollate", ricorda la sorella, "e si è sempre prodigata per garantire assistenza materiale e morale senza tirarsi mai indietro". 

Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei
Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei

Cardinale Zuppi: "Il suo sacrificio sia seme di speranza e riconciliazione"

"Esprimo profondo cordoglio alle Suore Missionarie Comboniane e alla Diocesi di Vittorio Veneto per la morte di suor Maria De Coppi, rimasta uccisa in un attacco terroristico a Chipene, in Mozambico. Dopo suor Luisa Dell'Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, morta il 25 giugno ad Haiti, piangiamo per un'altra sorella che con semplicità, dedizione e nel silenzio ha offerto la vita per amore del Vangelo".

È quanto dichiara il Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, dopo aver appreso la notizia dell'attacco, nella notte, alla missione cattolica mozambicana. Qui operano anche due sacerdoti fidei donum della Diocesi di Concordia-Pordenone, don Lorenzo Barro e don Loris Vignandel: entrambi sono salvi. Incendiata invece la struttura del collegio maschile e derubate e distrutte gran parte delle realizzazioni della missione.

"Preghiamo per suor Maria - afferma il Cardinale - che per sessanta anni ha servito il Mozambico, diventato la sua casa. Il suo sacrificio sia seme di pace e di riconciliazione in una terra che, dopo anni di stabilità, è nuovamente flagellata dalla violenza, causata da gruppi islamisti che da alcuni anni seminano terrore e morte in vaste zone del nord del Paese. Il mio pensiero, a nome delle Chiese in Italia, va ai familiari e alle consorelle Comboniane, a don Lorenzo e don Loris e a tutti i missionari che restano in tanti Paesi per testimoniare amore e speranza. Ricordiamoli nella nostra preghiera e circondiamoli di tanta solidarietà perché essi camminano con noi e ci aiutano a raggiungere le periferie da cui potremo capire chi siamo e scegliere come essere discepoli di Gesù".

Il cordoglio del vescovo di Vittorio Veneto: "Una vita offerta in dono"

Monsisgnor Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto (Treviso), esprime il suo personale cordoglio per la morte di suor Maria De Coppi. "Nell'affidare l'anima di suor Maria al Signore - afferma Pizziolo in una nota - penso al dolore di tante persone che la conoscevano e la stimavano; penso al dolore dei suoi familiari, delle consorelle del suo Istituto religioso. Invoco dal Signore il dono della sua consolazione e del suo conforto su tutte queste persone e sull'intera nostra comunità diocesana. Contemporaneamente esprimo la convinzione che una vita offerta totalmente in dono, fino alla morte, com'è stata quella di suor Maria, potrà certamente essere seme fecondo di vita, di speranza e di amore per tutte le persone - conclude - alle quali ha offerto il suo servizio di missionaria". 

Zaia: "Terribile e inaccettabile: portava aiuto, sostegno, amore"

"Dal 1963 suor Maria portava aiuto, sostegno, amore, dedizione alle popolazioni del Mozambico. E' terribile, inaccettabile, dolorosissimo sapere che proprio lì, proprio mentre compiva la sua missione di pace e carità, è stata brutalmente assassinata". Con queste parole, il presidente della Regione Veneton Luca Zaia esprime il suo "immenso cordoglio" per la morte di Suor Maria De Coppi, originaria di Vittorio Veneto, avvenuta a causa di un attentato alla missione di Chipene.

"Il primo pensiero - prosegue il governatore - va alla sua famiglia, a tutti coloro (e sono tanti) che le hanno voluto bene, alle suore Comboniane di cui faceva parte, alla comunita' di Vittorio Veneto, da cui era partita tanti anni fa per seguire la sua vocazione missionaria. La meravigliosa vita di bontà e altruismo di suor Maria - conclude Zaia - è finita con un terribile orrore, il che rende la sua figura ancora più grande, indimenticabile".