Trasfusione infetta a Treviso: 50enne risarcita dopo 18 anni di battaglie legali

Il Ministero della Salute dovrà versare alla donna 127mila euro di risarcimento per aver contratto l'epatite C, oltre a un indennizzo mensile di 817 euro

Trasfusione di sangue

Trasfusione di sangue

Treviso, 22 settembre 2022 – Riceve una trasfusione infetta, 18 anni dopo una 50enne trevigiana è stata risarcita per aver contratto l’epatite C. Il Ministero della sanità ha “staccato un assegno” di 127mila euro a titolo di risarcimento e le invierà un indennizzo di 817 euro al mese. È il risultato di una lunga battaglia legale iniziata nel 2013, in seguito ad una trasfusione ricevuta in un ospedale della provincia di Treviso.

Rigettato il ricorso, sanzione raddoppiata

A rendere nota la notizia è il legale della donna, una 50enne di Treviso. Dopo la conferma da parte di una commissione medica dell’infezione contratta dalla donna, nel 2013 l’avvocato Fabio Capraro aveva attivato una causa contro il Ministero. Nel processo di primo grado, la magistratura aveva riconosciuto alla paziente un risarcimento di 60 mila euro, contro il quale, però, nel 2015, il Ministero stesso aveva presentato appello. La Corte d'Appello di Venezia ha rigettato il ricorso ministeriale lo scorso 14 aprile, dopo un periodo di tempo a causa del quale, spiega il legale, la sanzione è stata raddoppiata.