Zaia contro Crisanti, guerra sui test rapidi per il Covid. La difesa della Regione

Il governatore intercettato: "...adesso questo qua fa il salvatore della patria... e io faccio la parte del mona cattivo". Ieri sera la messa in onda della puntata di Report sull'inchiesta di Padova. Il microbiologo valuta le vie legali

La trasmissione di Rai3 Report, pubblica in esclusiva le intercettazioni

La trasmissione di Rai3 Report, pubblica in esclusiva le intercettazioni

Venezia, 3 gennaio 2022 - Prosegue senza esclusione di colpi lo scontro sui test rapidi per il Covid tra il governatore del Veneto Luca Zaia e il microbiologo Andrea Crisanti. "...adesso questo qua fa il salvatore della patria... e io faccio la parte del mona cattivo", è solo una delle frasi emerse dalle intercettazioni del presidente del Veneto nell'ambito di un'inchiesta sui tamponi rapidi nella regione.  "Le dichiarazioni del governatore" Zaia "sono molto gravi, testimoniano ancora l'intento intimidatorio nei miei confronti. Sono una persona onesta e incorruttibile, non mi sono mai piegato a compromessi. E quando, nell'ambito del contrasto alla pandemia, c'era da evidenziare ciò che non andava, l'ho sempre fatto", il commento di Andrea Crisanti, ora senatore del Pd, all'indomani della diffusione da parte di 'Report' della telefonata intercettata  in un'intervista al Corriere della Sera.  

(fotogramma da video) La trasmissione di Rai3 Report
(fotogramma da video) La trasmissione di Rai3 Report

Lo scontro con Zaia sui test rapidi per il Covid

Un  passo indietro. Il ricorso diffuso da parte del Veneto ai test antigenici negli ospedali e nelle rsa per anziani è tornato in queste ore prima e dopo la messa in onda della trasmissione di  Rai 3 ad essere terreno di scontro tra il presidente del Veneto, Luca Zaia, gli attuali vertici della sanità regionale e  Crisanti, sino dello scorso anno professore di Microbiologia dell'Università di Padova. Il microbiologo ha chiesto alla magistratura l'accesso agli atti dopo essere stato contattato da Report: "In altre telefonate il presidente del Veneto tradisce la responsabilità di aver orchestrato una campagna di diffamazione e discredito nei miei confronti, per liberarsi di me. Eppure ho lavorato per la Regione, prendendo posizioni decise proprio per salvaguardarla e nell'interesse dei pazienti". 

L’inchiesta sui tamponi rapidi del Veneto

Nella puntata di Report andata in onda ieri sera, si è parlato delle intercettazioni effettuate dalla Procura di Padova che ha indagato Roberto Rigoli, ex direttore del laboratorio di microbiologia di Treviso, e Patrizia Simionato, dg di Azienda Zero sulla base di un esposto partito dallo stesso Crisanti. I due devono rispondere di falso ideologico e di turbata libertà di scelta del contraente. La prossima udienza è fissata per il 6 febbraio. Secondo l'accusa, in sostanza, Rigoli, incaricato di confermare l'idoneità clinico-scientifica dei tamponi, non avrebbe svolto correttamente il compito assegnatogli. Per Crisanti i test antigenici Abott acquistati dalla Regione  Veneto nell'estate del 2020, tra la prima e la seconda ondata, sarebbero stati poco affidabili, circa al 70%,mentre per Rigoli la corrispondenza "è sovrapponibile nella totalità dei campioni esaminati". Ad acquistare i test rapidi non è stato solo il Veneto (con una maxi commessa da 148 milioni di euro) ma anche altre cinque regioni.

Nelle intercettazioni depositate agli atti e rivelate da Report Zaia, che non è indagato, punta il dito su alcuni esponenti dell’ente. "Sono qua a rompermi i coglioni da 16 mesi, stiamo per portarlo allo schianto e voi andate a concordare la lettera per togliere le castagne dal fuoco al senato accademico, per sistemare Crisanti", dice il governatore. E ancora: "È un anno che prendiamo la mira a questo… adesso fa il salvatore della patria". 

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Crisanti pronto alla battaglia legale

Crisanti sta valutando con un avvocato se si possa ravvisare un'ipotesi di reato: "se così fosse, inseguirò Zaia fine alla fine del mondo", "questo regime intimidatorio nel Veneto deve finire", aggiunge.  Crisanti ieri ha lasciato l'Università per sentirsi libero di denunciare, ma "le mie dimissioni non sono in polemica" con l'ateneo e i rettori. "Agirò - aggiunge - verso chiunque sia responsabile di fatti penalmente rilevanti. Zaia compreso. Se i miei avvocati mi diranno che si possono concretizzare delle ipotesi di reato, lo inseguirò fino alla fine del mondo".

La Regione: Crisanti "non rappresenta la realtà"

Mentre Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni (consiglieri del Pd veneto), chiedono a Zaia di chiarire tutto al consiglio regionale, Gianluigi Masullo,  direttore generale facente funzioni della Sanità veneta ha diffuso una nota di replica. “Diciamo con chiarezza che quanto espresso dal senatore Crisanti non rappresenta la realtà delle cose. La strategia della Regione si è sempre fondata su indicazioni tecnico-scientifiche di livello internazionale e nazionale. Il cardine è stato l’individuazione precoce di tutti i possibili soggetti positivi al SARS-CoV-2, anche asintomatici”. 

"Nei periodi più critici della pandemia la massima capacità dei test molecolari era di 23 mila unità al giorno. A fronte di una richiesta di prestazioni che arrivava ad oltre 170 mila tamponi al giorno", sottolinea.  Nei periodi di  maggior contagio "è stato possibile estendere la protezione dellapopolazione rafforzando l'attività di contact tracing grazie alla contestuale introduzione, accanto ai test molecolari e non in loro sostituzione, dei test antigenici rapidi, una scelta basata su precise indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, del Ministero della Salute e adottata anche a tutti i livelli delle principali istituzioni internazionali, a partire dell’Oms”. 

La Regione respinge  con i  numeri l’accusa di aver favorito la mortalità con l’uso dei test rapidi. Nella nota viene evidenziato lo studio della rivista scientifica internazionale Lancet che ha analizzato l’eccesso di mortalità in tutto il mondo nel 2020 e 2021: “Per l’Italia è stato calcolato un eccesso di mortalità pari a 227,4 (212,0 – 242,5) ogni 100mila abitanti mentre per il Veneto pari a 177.5 (164.0 – 190.7), tra i valori più bassi tra tutte le Regioni”. 

E ancora: “Andrebbe ricordato al Senatore Crisanti che nella pubblicazione di Nature Communication a firma del team dello stesso Senatore 3 , giunta a pubblicazione dopo due anni dall’accadimento dei fatti, dopo la revisione attenta degli studiosi inglesi dell’Imperial College è sparito ogni collegamento, riferimento, ipotesi alla maggiore mortalità in Veneto provocata dall’adozione massiva di test antigenici (con supporto dei test molecolari), rispetto alle versioni in pre print. E a validare le modifiche sono gli scienziati inglesi colleghi dello stesso Crisanti”. Infine “Se il linguaggio politico vede talvolta trascendere nei toni, il nostro mondo, quello della scienza e dei professionisti della sanità non può accettare di essere strumento di contesa. Ne va dalla credibilità di chi continua a lavorare con il camice e vuol far sentire la propria voce contro quello che potrebbe apparire un vilipendio dell’istituzione regionale”, terminano i dirigenti della sanità del Veneto.