Veneto, punture di zecche: due casi di infezione da inizio anno. Come difendersi

Quest'anno il numero di parassiti è in aumento. Vaccinazione anti-encefalite da zecche (Tbe) calmierata nelle Ulss

In Italia sono note 36 specie di zecca (Iss)

In Italia sono note 36 specie di zecca (Iss)

Venezia, 7 giugno 2022 - Arriva il caldo e tornano le zecche. Anche quest'anno, con l'approssimarsi della stagione calda, sta comparendo in alcune parti del Veneto il fenomeno della presenza delle zecche. Il loro morso è pressoché indolore, ma può provocare alcune malattie, come la ticket born encephalitis (Tbe), tutte curabili.  Nel corso del 2022 sono stati notificati due casi di Tbe dalla Ulss 1 Dolomiti, di cui uno residente nella provincia di Trento, mentre nel 2021 le notifiche sono state sei per encefaliti da zecche e nove infezioni da Tbe. 

 

Dove vivono 

L'habitat preferito delle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con preferenze ambientali che dipendono dalla specie. La zecca dei boschi prospera con clima fresco e umido mentre la zecca del cane frequenta maggiormente zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada.  La presenza delle zecche dipende essenzialmente dalla presenza di ospiti da parassitare sul territorio. Per questo, luoghi come stalle, ricoveri di animali e pascoli sono tra i loro ambienti preferiti. 

Come difendersi

Dal 2019 la Regione garantisce la vaccinazione gratuita anti-encefalite da zecche (Tbe) su richiesta per tutte le persone residenti nell'Azienda Ulss 1 Dolomiti, ossia la Provincia di Belluno.  Nel resto del territorio regionale è offerta gratuitamente ai soggetti appartenenti ad alcune categorie a rischio, quali volontari del soccorso alpino e volontari della Protezione Civile. Nelle zone a moderata e bassa endemia delle altre Ulss del Veneto, verrà resa disponibile ad un prezzo agevolato, di 25 euro a dose.  Oltre alla vaccinazione esistono anche alcune precauzioni, per ridurre significativamente la possibilità di venire a contatto con le zecche, o almeno per individuarle rapidamente prima che possano trasmettere una malattia.

Impatto sulla popolazione

Quest'anno il numero di zecche sembra maggiore, almeno in base al numero di campioni conferiti agli ospedali e all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie; per campioni si intendono zecche rimosse da persone o animali da compagnia dopo una passeggiata all'aperto. 

Il motivo potrebbe essere attribuito sia a fattori ecologici/climatici sia sociali. Quest'anno è stato caratterizzato da un arrivo precoce della primavera con temperature piuttosto elevate già a marzo. Questo potrebbe aver contribuito a far aumentare la fauna selvatica, in particolare i piccoli roditori selvatici che hanno trovato più cibo e più tempo per moltiplicarsi. Di conseguenza, anche le zecche hanno trovato più ospiti su cui nutrirsi ed anche loro hanno avuto moto di moltiplicarsi di più e per un periodo più lungo. 

L'altro motivo, molto probabilmente di natura sociale, è rappresentato da un aumento delle attività all'aperto (passeggiate, escursionismo, sport all'aperto) come voglia della popolazione di "vivere la natura" dopo due anni di restrizioni causate dalla pandemia; questo ha portato ad un aumento della possibilità di contatto tra uomo e zecca. Le aree più infestate restano sempre quelle della fascia pedemontana e le zone collinari (Colli euganei, Colli berici, etc).