Venezia, Salvini in carcere per il macellaio 'sceriffo' Onichini: "Chiederemo la grazia"

Il macellaio di Legnaro è stato condannato dalla Cassazione a 4 anni e 11 mesi. I fatti risalgono al 2013: Onichini ha sparato a un ladro che stava rubando la sua auto, ferendolo gravemente

Salvini davanti al carcere di Venezia

Salvini davanti al carcere di Venezia

Venezia, 20 settembre 2021 – Colloquio in carcere tra Salvini e Walter Onichini, il macellaio padovano di Legnaro in cella a Santa Maria Maggiore per aver sparato a un ladro che stava rubando la sua auto nel cortile. I fatti risalgono al 2013, i colpi di pistola hanno ferito il ladro,che poi è stato abbandonato per strada ingravi condizioni. Dopo la condanna a 4 anni e 11 mesi arrivata qualche giorno fa dalla Cassazione, oggi pomeriggio il leader della Lega ha fatto visita al macellaio, ribadendo la richiesta di grazia a Mattarella.

“Ho parlato con Walter – ha detto Salvini dopo la visita al detenuto –, mi ha dato il numero della moglie e dell'avvocato: questo non è il posto per un padre di due figli di 7 e 9 anni, con i mutui accesi. L'unica soluzione è la domanda di grazia, ci vuole un po' di pazienza. E anche sostegno economico perché i mutui non aspettano i tempi della giustizia italiana, quindi come Lega interverremo direttamente e speriamo che tanti altri facciano lo stesso”.

Salvini esce dal carcere dopo il colloquio
Salvini esce dal carcere dopo il colloquio

Matteo Salvini è voluto entrare per pochi minuti nel carcere di Santa Maria Maggiore, accompagnato dal vicesindaco di Venezia, Andrea Tomaello, dall'assessore al commercio Sebastiano Costalonga e dal coordinatore regionale del Carroccio, Alberto Stefani. Il leader del Carroccio, oggi in tour in Veneto per la campagna elettorale, spiega la presa di posizione rispetto alla giustizia. “Ahimè è dentro da una settimana: dico ahimè perché tutti i casi precedenti di benzinai, tabaccai, ristoratori, gioiellieri e farmacisti – ha proseguito Salvini – si sono conclusi con assoluzioni, quindi non so perché i giudici abbiano fatto questa scelta, non la condivido assolutamente. Lavoro con quello che ho a disposizione, perciò la domanda di grazia: 4 anni e 11 mesi per un lavoratore, padre di famiglia, con moglie e due figli che vanno alle elementari non sono ipotizzabili”.