Venezia, 'cold case' risolti 18 anni dopo: due ladri incastrati dal Dna

I Ris di Parma sono risaliti ai malviventi attraverso l'esame sulle tracce di sangue lasciati nei luoghi del crimine

Ris di Parma

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Venezia, 31 luglio – Ladri incastrati dal Dna per furti messi a segno 18 anni fa. Sono due “cold case” all'italiana quelli scoperti dai carabinieri del Ris, arrivati sulle tracce di due nomadi – un uomo di 51 anni e una donna di 60 - dalle macchie di sangue e dalle impronte lasciate sulle scene del crimine dai malviventi. I fatti risalgono al 2003 e al 2006, compiuti rispettivamente a Monticello Conte Otto e Costabissara, entrambi in provincia di Vicenza.

I carabinieri del Nucleo Operativo di Thiene, su disposizione della Procura di Venezia, si sono avvalsi della collaborazione del Ris di Parma, dai cui accertamenti genetici si è risaliti a H.M., 51 anni domiciliato in un campo nomadi di Vicenza, e a una donna, la 60enne D.A, di origine sinti, residente nella terraferma veneziana.

Il primo colpo avvenne a fine estate del 2003, quando a Monticello un ottantenne ha aperto le porte di casa a una donna che, con il pretesto di farsi offrire un bicchiere d'acqua, lo aveva distratto rubandogli alcune centinaia di euro e fuggendo con un complice. Nella notte del 6 dicembre 2006, invece, un gruppo di ladri era uscito ad entrare nella Fonderia artistica Angelo Balbo di Costabissara rubando lastre di acciaio del valore di 50 mila euro.

Le prime indagini sul secondo episodio avevano portato a individuare e denunciare uno degli autori, J.R., 54 anni, di origine serba. Sulle due scene del reato erano state recuperate tracce di sangue e impronte, lasciate verosimilmente dai malviventi. Gli specialisti del Ris che sono giunti alla loro identificazione attraverso la comparazione nel database nazionale. I due sono stati denunciati alla Procura di Vicenza per i reati di concorso in furto aggravato.