Venezia, insulti razzisti ad arbitro che concede rigore: lui interrompe la gara e se ne va. Chi è Mamady Cissé

Nato in Guinea, fa parte della sezione Aia di Treviso: ha fischiato la fine senza neppure avvisare i capitani. É noto per il suo impegno sociale: ha in affido 10 bambini della Guinea e ha mantenuto agli studi il gemello

L'arbitro Mamady Cissé in una foto tratta dal sito dell'Associazione Italiana Arbitri

L'arbitro Mamady Cissé in una foto tratta dal sito dell'Associazione Italiana Arbitri

Venezia, 14 febbraio 2023 - Insulti razzisti a un arbitro di colore, "colpevole" di aver fischiato un calcio di rigore, hanno indotto il direttore di gara a interrompere una partita di calcio, fischiando anzitempo la fine. L'episodio, riportato oggi su La Tribuna di Treviso, è avvenuto a Loria (Treviso) durante l'incontro Bessica-Fossalunga di Seconda categoria, terminata all'87' sul risultato di 1-1 per decisione dell'arbitro, Mamady Cissé, della sezione di Treviso.

Cosa è successo

La decisione sarebbe stata causata da un insulto di discriminazione razziale che uno spettatore gli avrebbe rivolto dagli spalti subito dopo il pareggio degli ospiti, avvenuto su calcio di rigore. I dirigenti delle squadre hanno riferito che la scelta del direttore di gara è stata improvvisa, senza avvisare i capitani. Cissé ha compilato il rapportino e lasciato gli impianti sportivi, senza parlare con l'osservatore arbitrale. Sul risultato della gara ed eventuali sanzioni deciderà il Giudice sportivo di Treviso. Cissé, nato nel 1987 in Guinea, appartiene alla sezione Aia di Treviso dal 2016. È noto anche per il suo impegno sociale a favore dei bambini della Guinea.

Chi è Mamady Cissè

"Ogni giorno ci sono delle storie particolari, che non si approfondiscono. Molto spesso si vedono persone che tengono più alla sostanza che alla visibilità, mettendo sé stessi al servizio degli altri. La storia di Mamady Cissé è una di queste e ha un lato nascosto di particolare valore. Mamady è infatti un arbitro della Sezione di Treviso dal dicembre del 2016 ed è sicuramente uno dei punti di riferimento per tutti gli arbitri grazie all’energia e alla voglia di dedicarsi alla crescita dei giovani" - aveva scritto la sezione di Treviso dell'Associazione Italiana Arbitri, per indicarlo come esempio.

Lavora per supportare gli studi del gemello

"Dietro al costante sorriso e alle frasi motivazionali, però, c’è una storia che parte nel 1987 dalla Guinea, suo Paese d’origine, e porta Mamady a recarsi in Italia, con l’obiettivo di lavorare e supportare economicamente gli studi del gemello, poi diventato medico in Francia. Lavori duri e faticosi temprano maggiormente Mamady che, dopo qualche anno, si trasferisce a Treviso dove comprende che l’investimento per il futuro della sua famiglia passa anche attraverso la propria istruzione. L’abnegazione e il supporto di un’ulteriore famiglia originaria della Guinea, che lo ospita, gli consentono di completare con merito il percorso formativo, conseguendo anche una Borsa di Studio".

Affidatario di 10 bambini in Guinea

"Nel 2010 decide di sposarsi e, con la moglie, intraprende un nuovo progetto diventando legalmente affidatario di 10 bambini della Guinea ai quali fornisce, nella terra d’origine, casa, cibo e la possibilità di studiare - prosegue il racconto sul sito dell'Aia -. Con il trascorrere del tempo questi ragazzi crescono e due di loro si uniscono alla famiglia di Mamady in Italia, che conta così un totale di quattro figli. L’impegno per aiutare il prossimo, però, non è ancora sufficiente, e Mamady, conscio delle condizioni di vita nei Paesi africani, crea l’Associazione “Ambetale”, che nella lingua d’origine significa “in comune, a disposizione di tutti”. Con amici originari del suo Paese raccoglie vestiti e cibo da inviare in Africa per sostenere famiglie e bambini, non mancando di assicurare il supporto alle famiglie in difficoltà in Italia, soprattutto nel periodo della pandemia. L’amore per la sua terra lo porta anche a organizzare eventi culturali attualmente sospesi per la situazione sanitaria".

“Impersona il termine resilienza”

"In tutto questo contesto Mamady è un assiduo frequentatore delle attività sezionali, arbitra molteplici partite a livello provinciale e fa sempre sentire il proprio supporto a chi si trova in un momento non positivo. Sicuramente Mamady impersona bene il termine “resilienza” e ama seguire gli allenamenti ripetendo un mantra ai giovani: “Per me essere arbitro ha un significato fondamentale, mi ha aiutato a integrarmi in una seconda famiglia, a crescere e a maturare. Ora posso restituire ai giovani quello che mi è stato donato, trasmettendo loro la mia grande passione per l’arbitraggio. In allenamento corro dietro ai ragazzi, non voglio render loro le cose facili, sono loro che devono raggiungere i propri obiettivi; io sono dietro per spronarli e supportarli”".