Venezia, tentata rapina a gioielleria in piazza San Marco: sgominata banda estone

Le indagini sono partite dall’assalto del 17 marzo 2017, con fumogeni, che aveva fatto pensare ad un attacco terroristico. Operazione tra Austria, Estonia e Finlandia

Il fumogeno utilizzato come diversivo dopo il colpo del 2017

Il fumogeno utilizzato come diversivo dopo il colpo del 2017

Venezia, 14 giugno 2021 – I carabinieri del Nucleo Investigativo, militari della Compagnia di Venezia e agenti dell’Europol, alle prime luci dell’alba di oggi, hanno arrestato otto persone nel corso dell’operazione 'San Marco', nata dopo la tentata rapina ai danni di una gioielleria dell’omonima piazza della città lagunare risalente al 17 marzo 2017Un componente della banda, quello che piazzò il fumogeno a lato del campanile di San Marco, non è stato ancora rintracciato.

Le indagini, iniziate oltre tre anni fa dopo il tentato assalto e condotte in collaborazione con le polizie francese, austriaca, estone e finlandese, hanno portato allo smantellamento di una banda estone specializzata in colpi nelle gioiellerie di lusso in Europa che finora aveva accumulato un bottino complessivo di oltre un milione di euro.

Spiccati cinque mandati d’arresto europeo

Nella tentata rapina in gioielleria a San Marco il gruppo aveva utilizzato due bombe fumogene come diversivo, di cui una posizionata sotto la torre campanaria. Lo scoppio degli ordigni, in un primo momento, aveva addirittura fatto ipotizzare che fosse in corso un attentato di matrice terroristica. Il colpo era sfumato solo grazie al provvidenziale intervento di un turista, che aveva lanciato l’allarme.

Il rapido intervento delle forze dell’ordine sul posto aveva infine costretto i banditi a desistere dal loro intento. Gli otto arresti di oggi sono stati eseguiti tra l’Austria, l’Estonia e la Finlandia. Per cinque membri della banda di rapinatori era stato spiccato anche un mandato d’arresto europeo.

Colpi messi a segno in Corsica, anche l’Austria nel mirino

La banda aveva già colpito due volte a Bastia, in Corsica, e subito dopo Venezia, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe andata anche a Innsbruck, in Austria, per mettere a segno un'altra rapina. Nel mezzo, dunque, il tentativo fallito nel salotto veneziano. La posizione di ‘capo’ della banda, occupata prima da una persona ‘compromessa’ perché sorpresa il giorno prima della rapina in possesso di fumogeni, era passata ad un altro membro, che si spostava con mezzi di fortuna dalla Finlandia, dove lavorava come muratore.

Rapine già collaudate

Secondo il piano, i ladri avrebbero avuto tutto il tempo per prendere la refurtiva e scappare, grazie alle due bombe fumogeno piazzate in prossimità del campanile di San Marco e di calle del Cappello, senza farsi notare dai turisti e le forze dell'ordine.

Il modus operandi prevedeva che i ladri si presentassero come facoltosi clienti, a volto scoperto; uno avrebbe poi bloccato la porta allarmata con un giornale e l'altro, revolver alla mano, si sarebbe fatto consegnare i gioielli, prima di scappare. L’indagine ha fatto perno proprio su queste similitudini. Adesso, dopo gli otto arresti, il lavoro delle forze dell’ordine non è ancora finito: un componente della banda, quello che piazzò il fumogeno al lato del campanile di San Marco, risulta ancora a piede libero.

Zaia: "I nostri investigatori non mollano"

"Chi pensa di poter delinquere impunemente - ha dichiarato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commentando gli arresti - sa una volta di più che i nostri investigatori non mollano e grazie ai loro rapporti istituzionali a livello internazionale possono raggiungere risultati importanti come questo. Ai carabinieri di Venezia e ai magistrati esprimo le mie congratulazioni che estendo anche ai loro colleghi degli altri Paesi coinvolti". 

"Piazza San Marco è il salotto del Veneto conosciuto nel mondo - aggiunge il governatore -. L'atto criminoso tentato in un simile luogo voleva probabilmente essere una prova di forza eclatante. Oggi di eclatante c'è il grande lavoro dei carabinieri insieme ai loro omologhi europei e il risultato a cui ha portato".