Valanga sul Nuvolau: chi era Giulia Ramelli, la maestra di sci veneziana

Aveva 34 anni, è stata travolta da una valanga a Cortina mentre stava facendo una escursione con un amico. E' morta in ospedale

Giulia Ramelli

Giulia Ramelli

Treviso,  12 gennaio 2023 - Giulia Ramelli, maestra di sci veneziana di 34 anni, non ce l'ha fatta. Travolta da una valanga a Cortina d'Ampezzo (Belluno) è morta in ospedale nella notte. A dare l'allarme il compagno d'escursione, Piero Paccagnella, ingegnere e direttore di esercizio della funivia in Tofana e in Marmolada, semisepolto dalla massa di neve. 

Valanga sotto il Nuvolau, i soccorsi
Valanga sotto il Nuvolau, i soccorsi

Cosa è successo

Giulia e l'amico Piero, 50enne anch'egli di Mestre, ieri 11 gennaio, stavano salendo con le pelli di foca tra la Gusela e il rifugio Nuvolau in comune di Cortina, nelle vicinanze dell'area sciistica delle 5 Torri, con il suo fidazato quando una valanga di neve li ha travolti: lui è stato sfiorato dalla massa bianca che lo ha semisepolto, lei invece è stata centrata in pieno ed è rimasta sommersa sotto due metri. I soccorsi l'hanno individuata e liberata ma dopo qualche ora Giulia è deceduta all'ospedale di Treviso.

Giulia Ramelli
Giulia Ramelli

Chi era Giulia Ramelli

Giulia Ramelli, 34 anni, di Mestre dopo aver frequentato il Liceo Scientifico G. B. Benedetti aveva studiato all'università Ca' Foscari di Venezia ed era laureata in Economia. Appassionata di montagna da sempre, sciatrice esperta era iscritta al Collegio regionale del Veneto. Una carriera da slalomista, l'aveva portata a fare la maestra di sci e a praticare lo scialpinismo. In questo periodo dell'anno univa alla sua passione per le vette il lavoro: era istruttrice alla Scuola Sci Cortina, il brevetto lo aveva ottenuto nel 2009. Su Youtube i video testimoniano le sue imprese più recenti come la salita e discesa delle Tofane e la serie di Forcelle nel gruppo dei Cadini di Misurina. 

Il rischio valanghe 

Il bollettino dell’Agenzia regionale Arpav dava per la giornata di ieri - 11 gennaio - un pericolo di valanghe marcato. "Non siamo sprovveduti, avevamo controllato i bollettini e avevamo le dotazioni di sicurezza" ha spiegato Paccagnella al Corriere delle Alpi raccontando la tragedia di mercoledì pomeriggio, costata la vita all’amica Giulia. 

Una tragedia che ripropone il problema dei sempre più frequenti e imprevisti distacchi di neve in alta quota, nei quali gioca un ruolo predominante l'innalzamento delle temperature. È vivo ancora il dolore della tragedia sulla Marmolada, nell'estate scorsa, con 11 morti per il distacco di una gigantesca frana di neve, ghiaccio e roccia. L'indagine penale si avvia verso l'archiviazione. Secondo gli incaricati della Procura di Trento, a provocare il distacco di 6.480 metri cubi di materiale è stato un insieme di fattori: dallo scioglimento della neve di superficie alla formazione di «bédière» (torrenti epiglaciali), che "contribuiscono ad accrescere la disgregazione del ghiaccio». Tuttavia, per la perizia «sulla base delle conoscenze disponibili l'evento non era prevedibile" e "non è stato possibile identificare elementi che potessero, qualora osservati nei giorni precedenti, suggerire un alto rischio di crollo imminente".