Venezia, la ministra del Brasile scippata sul vaporetto

Margareth Menezes neo ministra del governo Lula in visita alla Biennale di Architettura. Le scuse del prefetto. E' polemica per Confturismo: turisti borseggiati e senza diritti?

Venezia, borseggiata la ministra brasiliana Margareth Menezes ricevuta dal prefetto Michele di Bari
Venezia, borseggiata la ministra brasiliana Margareth Menezes ricevuta dal prefetto Michele di Bari

Venezia, 20 maggio 2023 - Brutta avventura per la ministra della Cultura del Brasile Margareth Menezes. A Venezia per la Biennale di Architettura ha preferito utilizzare i mezzi pubblici, non immaginando di subire un borseggio. Lo scippo è avvenuto tre giorni fa o a bordo di un vaporetto, oggi la ministra è stata ricevuta dal Prefetto Michele di Bari, che gli ha espresso la propria vicinanza e quella delle istituzioni per il furto di cui è stata vittima. Menezes, neo ministra del governo Lula, era in laguna per inaugurare il progetto "Terra", che rappresenta il Paese sudamericano alla Biennale di Architettura e ha vinto il Leone d’oro il Leone d'oro per la migliore Partecipazione nazionale. 

Mezzi pubblici, la scelta (mal ripagata) della ministra

La ministra brasiliana aveva chiesto espressamente di utilizzare i mezzi pubblici per spostarsi in laguna, come una qualunque turista, senza approfittare di servizi privati che le autorità le avrebbero messo a disposizione. Una lodevole scelta mal ripagata: purtroppo, dopo essere salita a bordo di un vaporetto per raggiungere la sede espositiva dei Giardini, era stata borseggiata del portafogli.

Le scuse del prefetto

Il Prefetto, assieme ai rappresentanti della Questura e del Comando Provinciale dei Carabinieri, ha voluto dare il benvenuto alla rappresentante del Governo Lula, cogliendo anche l'occasione per esprimere la solidarietà da parte delle istituzioni per il brutto episodio di cui era stata vittima. Di Bari ha sottolineato il valore della cultura come strumento che unisce i popoli, attraverso un linguaggio universale ed ha rivolto gli auguri più sinceri alla Ministra per l'attività istituzionale volta a diffondere la cultura brasiliana nel mondo.

Turisti borseggiati: denunce impossibili?

Sulla vicenda non sono mancate le polemiche. "Non esiste e non è mai esistito nella legge italiana alcun limite al diritto di presentare querela da parte dei turisti stranieri presenti in Italia, vittime nel nostro paese di reati procedibili a querela, come il furto. Basti pensare che il codice di procedura penale prevede che la querela possa essere presentata, oltre che alle forze dell'ordine italiane, all'autorità consolare". A chiarirlo, dopo la notizia pubblicata dal Fatto quotidiano e ripresa da Confturismo Veneto, secondo la quale la ministra della Cultura del Brasile Menezes, vittima del borseggio non avrebbe potuto denunciare il ladro a causa della riforma Cartabia, è il professore Gian Luigi Gatta, ordinario di diritto penale all' Università di Milano, direttore del dipartimento di Scienze giuridiche "Cesare Beccaria" e vice presidente della Scuola superiore della magistratura.

Confturismo Veneto apre un “caso”

Secondo Confturismo tra le pieghe della riforma vi sarebbe la previsione che i responsabili di reati come quello avvenuto nel capoluogo lagunare non possano essere denunciati da turisti e stranieri provvisoriamente in Italia per l'improbabilità che possano essere presenti a eventuali processi nei confronti di chi delinque.

Riforma Cartabia e tutela delle vittime

"Le eventuali difficoltà dei cittadini stranieri di partecipare ai processi che si svolgono in Italia, per perseguire i reati che hanno subito, non impediscono la celebrazione di quei processi: il processo penale si può svolgere infatti anche in assenza della vittima, che può esercitare i suoi diritti presentando memorie scritte, facendosi sentire a distanza per via telematica e facendosi rappresentare da un avvocato italiano, oltre che dal pubblico ministero", spiega Gatta che è stato consulente giuridico di Marta Cartabia, quando è stata ministra della Giustizia. "È del tutto irrealistico immaginare che un ministro di uno stato straniero, anche per via diplomatica, possa incontrare difficoltà a presentare una querela, a farsi rappresentare in giudizio nel nostro paese o a collegarsi online per essere sentito dal giudice quando è citato come testimone (una possibilità oggi offerta dalla riforma del processo penale)" prosegue il professore.

"Il furto poi - fa notare - non è l'unico reato procedibile a querela: ce ne sono molti altri, ancor prima della riforma Cartabia, tra cui la violenza sessuale. Qualcuno ha mai seriamente pensato che una turista o una studentessa straniera violentata in Italia, come purtroppo è avvenuto in casi oggetto di clamore mediatico, sia priva di tutela nel nostro paese per le difficoltà di presentare querela o partecipare al processo? Se così fosse la nostra legge violerebbe i più elementari principi per la tutela delle vittime di reato, oltre al principio costituzionale di uguaglianza. Ma non è così".