Venezia, carcere: due detenuti abbattono sbarre e allagano sezione; agente ferito

Brande usate come arieti, arredi distrutti e muri imbrattati col sangue, denuncia il sindacato Uilpa. Poliziotti richiamati in servizio: ripreso controllo dell'area dopo 3 ore

Operatore penitenziario nel carcere

Operatore penitenziario nel carcere

Venezia, 8 novembre 2021 - Brande usate come ariete: due carcerati escono dalla cella e si impossessano della sezione detentiva, la allagano e feriscono agente. Disordini e violenza ieri sera nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia

Divelto cancello della cella: detenuti 3 ore in possesso della sezione detentiva

"Ieri sera, verso le ore 21 due detenuti della Casa Circondariale veneziana di Santa Maria Maggiore, utilizzando le brande come ariete, hanno divelto il cancello della propria camera di detenzione, di cui avevano precedentemente distrutto ogni arredo, e si sono impossessati dell'intera sezione detentiva, allagandola e imbrattandone i muri anche con sangue - riferisce il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa -. Solo verso la mezzanotte, grazie al provvidenziale intervento della Polizia penitenziaria accorsa con unità richiamate in servizio, sono stati ripristinati l'ordine e la sicurezza e la situazione è ritornata alla calma. Uno degli Ispettori intervenuto, ha riportato un lieve taglio a una mano procurato con una lametta in possesso di uno dei rivoltosi. Nelle carceri, ormai, si tratta di scene di ordinaria violenza''.   Carcere, 5 agenti aggrediti con candeggina a Caserta: 7 giorni di prognosi

Uilpa: "Cancelli come burro"

Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale di Uilpa Polizia Penitenziaria, che prosegue: ''Episodi come questo, nostro malgrado, sono ormai all'ordine del giorno e, in pratica, a mettere in subbuglio un carcere e la sicurezza collettiva non servono eventi eccezionali, come potevano essere le misure restrittive conseguenti alla pandemia da Covid 19 durante le rivolte di marzo dello scorso anno, ma basta che lo decidano un paio di detenuti. Si è capito che i cancelli cedono come se fossero installati nel burro, che la Polizia penitenziaria e sottodimensionata negli organici e pressoché priva di adeguati equipaggiamenti e, non ultimo, che non può neppure intervenire con efficacia operativa atteso che, nel caso lo faccia, un'indagine penale per presunta tortura non gliela leva nessuno. Sia ben chiaro, non giustifichiamo eventuali eccessi, ma è ormai palese che a ogni intervento in cui si è costretti a usare la forza, da opporre alla violenza dei rivoltosi, scattano strumentali denunce con le quali questi ultimi cercano di precostituirsi una difesa''.  Carcere, detenuto tenta di strangolare agente. Sappe: "Denunce quotidiane"

Appello a Cartabia e Draghi per adeguamento organici ed equipaggiamenti

''È di tutta evidenza che, nonostante l'eroicità della Polizia penitenziaria, in queste condizioni il sistema non reggerà ancora a lungo. Il caso ha voluto - spiega il Segretario della Uilpa - che ieri sera le violenze si siano perpetrate in una sezione detentiva di allocazione temporanea, dove i ristretti erano solo tredici, e tutto sommato si è riuscito a ripristinare l'ordine e la sicurezza in relativo poco tempo e senza gravi conseguenze, ma ben altri possono essere gli effetti, come si è già visto, quando i detenuti presenti sono decine o centinaia, come nella stragrande maggioranza dei casi''.   ''Noi continuiamo a ripeterlo, alla ministra Cartabia, al presidente Draghi e al Parlamento che si appresta a varare la legge di bilancio - conclude De Fazio -, servono interventi immediati sia di tipo ordinamentale sia per adeguare gli organici e gli equipaggiamenti del Corpo di polizia penitenziaria, così come sono indispensabili investimenti in strutture, infrastrutture e moderne tecnologie''.  Venezia, Salvini in carcere per il macellaio 'sceriffo' Onichini: "Chiederemo la grazia"