Edy Ongaro miliziano italiano ucciso in Donbass: chi era

Ongaro era nato 46 anni fa a Portogruaro, Venezia, e aveva raggiunto l'Ucraina nel 2015

Un miliziano italiano di 46 anni, Edy Ongaro, è rimasto ucciso a Donetsk

Un miliziano italiano di 46 anni, Edy Ongaro, è rimasto ucciso a Donetsk

Venezia, 31 marzo 2022 - Edy Ongaro, miliziano italiano ucciso nel Donbass, nome di battaglia Bozambo, si trovava in trincea con altri soldati durante uno scontro a nord di Donetsk, quando è stato travolto dall'esplosione di una bomba a mano che lo ha ucciso. Ongaro era nato 46 anni fa a Portogruaro, Venezia, e aveva raggiunto il Donbass nel 2015

Edy Ongaro intervista, cosa diceva il veneziano morto nel Donbass

Edy Ongaro si era arruolato nella Brigata Prizrack e poi nell'esercito regolate della Dnr e combatteva per le Repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk.

"Se potete, venite qui". Edy Ongaro nel 2015 parlava in un'intervista della propria decisione di raggiungere la regione per unirsi alle forze filo-russe contro l'Ucraina. "Mi chiamo Edy Ongaro, nome di battaglia Bozambo. Vengo dalla provincia di Venezia, Giussago di Portogruaro, un piccolo paesino come tanti in mezzo alla campagna", diceva nell'intervista a Spasidonbass.ru riproposta all'epoca da Antenna 3.

"Con molto orgoglio e molto onore posso dire di essere parte della Prizrak, questo battaglione internazionalista, mi sento dal primo momento tra compagni e compagne. In ogni Stato, in ogni parte del globo c'è qualche minoranza, qualche etnia che viene calpestata e allora bisogna reagire", dice nell'intervista. A spingerlo nel Donbass "il rispetto verso se stessi e verso gli altri: questo dovrebbe portare molte persone, soprattutto per chi come me era in condizioni deplorevoli, scandalose per uno stato che si dice civile", a fare la stessa scelta di 'Bozambo'. "A queste persone dico; se potete, venite qui", diceva. "Finché ci sarà aria nel mio corpo e finché sangue scorrerà, da qui non uscirò mai. La mia scelta è restare qui, sto cercando di avere la cittadinanza in queste repubbliche".

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L'ultimo post su facebook

"Sta a Noi combattere senza tregua il mostro, stanarlo da ogni tombino". Scriveva così su Facebook il 20 febbraio scorso Edy Ongaro. "'Piccolo non perder tempo con loro, perché nella testa dei fascisti può entrare solo del piombo!', Compagno Partigiano Marcello "Cristo" Pin. Verrà un tempo nel quale sapremo ascoltarci mutualmente; edificheremo una Società equa e senza distinzioni; dove tutto è di Tutti; basata sul Lavoro e sorretta dalle mani callose dei Proletari; che comparte e programma; che non lascerà nessuno per strada; che non sfrutta le masse per il profitto di qualche inutile avido egoista. Quel giorno verrà, ma prima dobbiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità umane per rendere questo unico pianeta a disposizione un posto più vivibile; sta a Noi combattere senza tregua il mostro, stanarlo da ogni tombino. Massacrare i civili novorussi non ha mai portato fortuna a chi arrivava da ovest, subumani bastardi nazisti strumento imperialista da sempre. Avanti Popolo, diosbefeot!!!", il post di Ongaro.

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Gli amici sui social

"Ti salutiamo Compagno Partigiano con il motto che ti era tanto caro: 'Morte al fascismo, liberta' al Popolo'". Il Collettivo Stella rossa - Nordest saluta così, dalla sua pagina Facebook, Edy Ongaro, morto nelle scorse ore nel Donbass, dove si era trasferito da anni. "Si è immolato eroicamente per salvare la vita ai suoi compagni" si legge ancora nel post dedicato a Bozambo, il nome di battaglia del veneziano ucciso durante un combattimento dall'esplosione di una bomba. "In Donbass ha trovato il suo riscatto, dedicando tutta la sua vita alla difesa dei deboli e alla lotta contro gli oppressori. Ha servito per anni nelle fila di diversi corpi delle milizie popolari del Donbass fino alla fine dei suoi giorni". Tanto i commenti arrivati: "Chi sacrifica la propria vita per salvarne anche solo un'altra ha raggiunto l'apice dell'elevazione spirituale e morale", si legge in uno di questi. "Un esempio per tutti noi. Una fitta al cuore questa gravissima perdita", "Sempre dalla parte giusta della barricata", affermano altri.